La seconda stagione di The Family è segnata da colpi di scena drammatici e dalla tragica uscita di scena di uno dei personaggi più controversi: Ibrahim Soykan.
La sua morte, che avviene per suicidio, è il culmine di una lunga serie di tradimenti, vendette e scelte sbagliate che lo portano all’isolamento e alla disperazione.
Ibrahim Soykan muore suicida, spinto all’estremo dalle sue colpe e dall’isolamento. Il suo gesto è la conseguenza diretta del tradimento verso Aslan e della perdita di ogni sostegno familiare, segnando una delle pagine più cupe della saga di The Family.
Fin dall’inizio della seconda stagione, Ibrahim si conferma il principale antagonista interno della famiglia Soykan. Da sempre in conflitto con il nipote Aslan, Ibrahim arriva a compiere il gesto più estremo: ordina a Behram, un uomo fragile e manipolabile, di uccidere Aslan.
Il piano quasi riesce: Aslan viene gravemente ferito durante il matrimonio di Ekrem ed Elif e lotta tra la vita e la morte in ospedale.
La famiglia Soykan, sconvolta dall’attentato, si mette subito alla ricerca del mandante. Sarà Devin a scoprire la verità, grazie a un dettaglio comportamentale di Behram: il gesto delle tre dita, che rivela la colpevolezza di Ibrahim. Una volta svelato il tradimento, la famiglia si chiude nei confronti di Ibrahim, lasciandolo completamente solo.
Dopo la scoperta del suo tradimento e il tentato omicidio di Aslan, Ibrahim viene messo di fronte alle sue responsabilità. Hülya, sorella di Ibrahim e madre di Aslan, lo affronta duramente, dichiarando che non potrà mai più contare sul sostegno della famiglia.
La delusione è profonda: la famiglia Soykan, che per anni lo aveva accolto e protetto, ora lo esclude senza appello.
Quando Aslan si riprende dalle ferite, decide di affrontare direttamente lo zio. In una scena di grande tensione, Aslan consegna a Ibrahim una pistola e gli lascia due opzioni: ucciderlo alle spalle, oppure – per la prima volta nella sua vita – fare la cosa giusta per la famiglia e togliersi la vita.
Aslan non vuole sporcarsi le mani, ma il messaggio è chiaro: il suicidio è l’unica via d’uscita per espiare il tradimento.
Ibrahim, ormai paralizzato a causa di un coma diabetico e consapevole di non avere più alcun futuro né sostegno, si ritrova solo nella stanza con la pistola tra le mani.
Sa che la famiglia non lo perdonerà mai e che la sua vita, segnata dalla disabilità e dall’isolamento, non potrà più tornare come prima. In preda alla disperazione, prende la pistola e si spara un colpo, ponendo fine alla sua esistenza.
Il boato dello sparo viene udito da Aslan, Devin e Hülya, che si aspettavano quel gesto ma non possono fare a meno di sentirne il peso e la tristezza. Hülya, in particolare, resta profondamente turbata: per anni si era fidata del fratello, senza mai immaginare che potesse arrivare a tanto.
La morte di Ibrahim segna un punto di svolta nella storia dei Soykan. Il suo suicidio chiude definitivamente il cerchio dei tradimenti interni e permette alla famiglia di affrontare i nemici esterni con maggiore compattezza.
Tuttavia, la sua scomparsa lascia una ferita aperta, soprattutto in Hülya, che dovrà fare i conti con il senso di colpa e la delusione per aver perso il fratello in modo così tragico.
Ibrahim Soykan, figura ambigua e controversa, esce di scena nel modo più estremo, pagando con la vita il prezzo dei suoi errori. La sua morte rappresenta il momento di massima tensione della seconda stagione e prepara il terreno per il drammatico finale che vedrà la famiglia Soykan affrontare nuove sfide e perdite.