Il caldo non dà tregua e oltre ad anziani, fragili e bambini, ne risentono anche i lavoratori, soprattutto chi è costretto a lavorare sotto il sole.
Per questo, sono state adottate misure urgenti, non solo regionali, ma anche con un protocollo e misure urgenti, come la cassa integrazione.
In attesa di disposizioni normative sul tema, l’Inps ha diffuso chiarimenti importanti riguardo alla sospensione delle attività lavorative in caso di ondate di calore intense, come quelle che stanno colpendo l’Italia in queste settimane.
In questo articolo, vediamo come e quando è possibile richiedere la cassa integrazione per il troppo calcolo, quando non si può lavorare come funziona l’istruttoria.
Quando si può richiedere la cassa integrazione per troppo caldo
Le indicazioni dell’Inps si rivolgono sia ai datori di lavoro che vogliono richiedere il trattamento ordinario di integrazione salariale (CIGO), sia a chi può accedere all’assegno di integrazione salariale (FIS).
In caso di sospensione delle attività disposta da un’ordinanza della pubblica autorità, la domanda va presentata utilizzando la causale specifica: “sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”.
In alternativa, è possibile richiedere la cassa integrazione con causale “evento meteo per temperature elevate” quando il caldo eccessivo impedisce lo svolgimento regolare del lavoro.
Come richiedere la cassa integrazione
L'Inps, con il messaggio n. 2130, spiega che per ottenere la cassa integrazione a causa delle alte temperature,
le aziende devono seguire una procedura precisa, differenziata in base alla causale scelta: sospensione per ordinanza pubblica o per evento meteo.
Fase 1: Verifica condizioni e scelta causale
Il datore di lavoro deve accertare che la temperatura reale o percepita superi i 35°C e che ciò impedisca lo svolgimento normale delle attività. Può anche indicare il responsabile della sicurezza se la sospensione è stata consigliata per motivi legati al caldo.
Fase 2: Presentazione della domanda online
La richiesta va inviata all’Inps tramite il portale dedicato, con accesso tramite Spid, Cie o Cns. Nel modulo vanno inseriti i dati aziendali, il periodo di sospensione o riduzione, il numero di lavoratori coinvolti e la causale corretta:
- “Sospensione per ordine di pubblica autorità” in caso di ordinanze ufficiali;
- “Evento meteo – temperature elevate” se il caldo impedisce il lavoro senza ordinanza.
Occorre allegare una relazione tecnica che spieghi la motivazione della sospensione, la tipologia di attività coinvolta e come il caldo ha influenzato le operazioni. L’Inps si occupa direttamente dell’acquisizione dei dati meteo.
Fase 3: Informativa sindacale posticipata
Non è obbligatoria la comunicazione preventiva ai sindacati: la notifica può avvenire anche dopo l’inizio della sospensione. Devono essere informate le RSA, RSU e le sedi territoriali delle principali associazioni sindacali, con indicazione di durata prevista e numero di lavoratori interessati.
Quando non si può lavorare per le ondate di calore
Quando la temperatura percepita, influenzata dall’umidità, supera i 35 gradi, è possibile sospendere le attività lavorative svolte all’aperto in aree non protette dal sole o che prevedono l’uso di materiali e macchinari che aumentano il calore, peggiorando le condizioni per i lavoratori.
Anche l’utilizzo di dispositivi di protezione, come tute o caschi, può far percepire una temperatura più alta rispetto a quella rilevata dai bollettini meteo.
Non conta solo la temperatura ufficiale, ma anche il tipo di lavoro e le condizioni operative effettive. Per richiedere la cassa integrazione, il datore di lavoro deve indicare non solo l’evento meteorologico (in questo caso il caldo eccessivo), ma anche descrivere l’attività sospesa o ridotta e le modalità con cui veniva svolta.
Per i lavoratori al chiuso, l’Inps specifica che la sospensione è possibile quando non si può utilizzare ventilazione o aria condizionata per cause impreviste e non imputabili al datore di lavoro, oppure quando questi sistemi non sono compatibili con il tipo di lavoro svolto.
Come funziona l’istruttoria Inps
Una volta ricevuta la domanda, l’Inps procede automaticamente all’acquisizione dei dati meteo ufficiali e verifica la presenza di eventuali ordinanze richiamate dal datore di lavoro.
Gli operatori valutano la relazione tecnica, tenendo conto non solo della temperatura reale ma anche di quella percepita e delle caratteristiche specifiche dell’attività lavorativa.
In caso di documentazione incompleta o poco chiara, l’Inps può richiedere ulteriori integrazioni, fissando un termine entro cui fornire i chiarimenti necessari. Al termine dell’istruttoria, l’istituto decide se approvare o respingere la richiesta di cassa integrazione.
Cassa integrazione per il caldo: guida rapida
- Quando richiederla: per temperature percepite oltre i 35°C che impediscono il lavoro, con o senza ordinanza pubblica;
- Come fare domanda: il datore verifica le condizioni, presenta la richiesta online all’INPS con una relazione tecnica; la comunicazione ai sindacati può essere posticipata;
- Istruttoria INPS: verifica dati meteo e documenti, può chiedere integrazioni, quindi approva o respinge la domanda.