05 Jul, 2025 - 13:43

Pensione bassa nel 2025? Ecco come ottenere fino a 600 euro in più al mese

Pensione bassa nel 2025? Ecco come ottenere fino a 600 euro in più al mese

Nel 2025, il tema delle pensioni basse torna al centro dell’attenzione con l’introduzione di nuove misure di sostegno per i pensionati italiani in condizioni economiche più fragili.

In particolare, chi percepisce un assegno inferiore alla soglia minima prevista dalla legge può beneficiare di un aumento fino a 600 euro al mese, grazie all’integrazione al trattamento minimo e alla rivalutazione straordinaria introdotta dal governo.

Pensione, cos’è l’integrazione al trattamento minimo?

L’integrazione al trattamento minimo è uno strumento fondamentale del sistema previdenziale italiano, pensato per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati con redditi bassi.

In pratica, quando l’importo della pensione risulta inferiore a una determinata soglia, lo Stato interviene integrando la somma fino a raggiungere il minimo stabilito dalla normativa. Questa misura non è automatica per tutti, ma è riservata a chi rispetta precisi requisiti contributivi e reddituali.

Chi può richiedere l’integrazione nel 2025

Per accedere all’integrazione al trattamento minimo nel 2025 occorre:

  • Rientrare nel sistema retributivo o misto: il diritto spetta solo a chi ha almeno un contributo versato prima del 31 dicembre 1995. I pensionati che hanno maturato l’intera pensione con il sistema contributivo puro non possono beneficiare dell’integrazione.
  • Avere un reddito personale annuo inferiore ai limiti stabiliti dalla legge. L’INPS valuta il reddito complessivo del pensionato, considerando anche eventuali altri redditi oltre alla pensione stessa.

Limiti di reddito per il 2025

Per il 2025, la pensione minima è stata aggiornata a 603,40 euro mensili (pari a 7.844,20 euro annui) grazie a una rivalutazione dello 0,8%. Chi percepisce meno di questa cifra può chiedere l’integrazione completa, purché il proprio reddito personale non superi la soglia annua di 7.844,20 euro.

Se il reddito è superiore ma comunque inferiore al doppio della pensione minima (15.688,40 euro), l’integrazione sarà concessa in misura ridotta.

Per i pensionati coniugati, si considera anche il reddito del coniuge. L’integrazione piena è riconosciuta se il reddito familiare non supera i 31.376,80 euro (quattro volte la pensione minima). Se il reddito familiare è compreso tra 31.376,80 e 39.221 euro, l’integrazione sarà solo parziale.

Come si calcola l’importo aggiuntivo

L’importo dell’integrazione varia in base al reddito:

  • Se il reddito è inferiore alla soglia minima, la pensione viene portata a 603,40 euro mensili.

Vediamo invece cosa succede se il reddito è intermedio.

Ad esempio, con un reddito annuo di 12.000 euro, l’integrazione mensile sarà di circa 284,62 euro, da sommare alla pensione ordinaria.

Per i nuclei familiari, il calcolo si basa sul reddito complessivo della coppia, con una formula analoga che prende come riferimento il limite massimo di 39.221 euro annui.

Novità 2025: rivalutazione straordinaria

Nel 2025 è stata confermata una rivalutazione straordinaria del 2,2% per le pensioni inferiori al minimo, compresi gli assegni già integrati. Questo aumento si applica esclusivamente agli importi soggetti a tassazione e porta la pensione minima a 616,67 euro al mese per chi rientra nei requisiti.

Come presentare la domanda

L’aumento dovuto alla rivalutazione straordinaria viene applicato automaticamente dall’INPS. Per l’integrazione al trattamento minimo, invece, è necessario presentare domanda. I pensionati possono:

  • Utilizzare il servizio online “Consulente digitale delle pensioni” dell’INPS, che guida nella verifica dei requisiti e nella compilazione della richiesta.
  • Contattare il contact center INPS o rivolgersi a un patronato per assistenza gratuita.

È importante sapere che, una volta riconosciuto il diritto all’integrazione, si possono richiedere anche gli arretrati fino a un massimo di cinque anni.

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