Nel 2025, il tema delle pensioni basse torna al centro dell’attenzione con l’introduzione di nuove misure di sostegno per i pensionati italiani in condizioni economiche più fragili.
In particolare, chi percepisce un assegno inferiore alla soglia minima prevista dalla legge può beneficiare di un aumento fino a 600 euro al mese, grazie all’integrazione al trattamento minimo e alla rivalutazione straordinaria introdotta dal governo.
L’integrazione al trattamento minimo è uno strumento fondamentale del sistema previdenziale italiano, pensato per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati con redditi bassi.
In pratica, quando l’importo della pensione risulta inferiore a una determinata soglia, lo Stato interviene integrando la somma fino a raggiungere il minimo stabilito dalla normativa. Questa misura non è automatica per tutti, ma è riservata a chi rispetta precisi requisiti contributivi e reddituali.
Per accedere all’integrazione al trattamento minimo nel 2025 occorre:
Per il 2025, la pensione minima è stata aggiornata a 603,40 euro mensili (pari a 7.844,20 euro annui) grazie a una rivalutazione dello 0,8%. Chi percepisce meno di questa cifra può chiedere l’integrazione completa, purché il proprio reddito personale non superi la soglia annua di 7.844,20 euro.
Se il reddito è superiore ma comunque inferiore al doppio della pensione minima (15.688,40 euro), l’integrazione sarà concessa in misura ridotta.
Per i pensionati coniugati, si considera anche il reddito del coniuge. L’integrazione piena è riconosciuta se il reddito familiare non supera i 31.376,80 euro (quattro volte la pensione minima). Se il reddito familiare è compreso tra 31.376,80 e 39.221 euro, l’integrazione sarà solo parziale.
L’importo dell’integrazione varia in base al reddito:
Vediamo invece cosa succede se il reddito è intermedio.
Ad esempio, con un reddito annuo di 12.000 euro, l’integrazione mensile sarà di circa 284,62 euro, da sommare alla pensione ordinaria.
Per i nuclei familiari, il calcolo si basa sul reddito complessivo della coppia, con una formula analoga che prende come riferimento il limite massimo di 39.221 euro annui.
Nel 2025 è stata confermata una rivalutazione straordinaria del 2,2% per le pensioni inferiori al minimo, compresi gli assegni già integrati. Questo aumento si applica esclusivamente agli importi soggetti a tassazione e porta la pensione minima a 616,67 euro al mese per chi rientra nei requisiti.
L’aumento dovuto alla rivalutazione straordinaria viene applicato automaticamente dall’INPS. Per l’integrazione al trattamento minimo, invece, è necessario presentare domanda. I pensionati possono:
È importante sapere che, una volta riconosciuto il diritto all’integrazione, si possono richiedere anche gli arretrati fino a un massimo di cinque anni.