Se ti riconosci in questa situazione, sappi che non sei solo. Molti lavoratori impegnati in turni massacranti, in ambienti faticosi o in condizioni particolarmente difficili si pongono la stessa domanda. Spesso riceviamo richieste che evidenziano il problema dell'anticipo pensionistico per chi lavora su turni notturni, su catene di montaggio o in contesti fisicamente faticosi e pesanti, dove l'idea di dover aspettare fino a 67 anni per accedere alla pensione di vecchiaia risulta pesante e poco sostenibile.
Tuttavia, è importante sapere che esistono canali di pensionamento agevolato dedicati a chi svolge attività riconosciute come usuranti. In questi casi, la normativa previdenziale vigente consente l'accesso a uno scivolo pensionistico anticipato fino a cinque anni e mezzo prima, cioè già a 61 anni e 7 mesi.
Come specificato dall'INPS, l'accesso alla pensione anticipata è regolato dall'articolo 1, commi 206-208 della Legge n. 232/2016, che disciplina il diritto all'uscita anticipata per i lavori particolarmente faticosi e pesanti.
L'aspetto normativo è particolarmente rilevante per l'uscita anticipata dal lavoro per i dipendenti che, durante la loro carriera lavorativa, hanno svolto mansioni gravose in modo continuativo.
Non sono pochi i lavoratori che non vivono giorni facili, dove il peso della fatica fisica, dei turni disagevoli e i rischi per la salute sono sempre più incisivi. Accedere a un trattamento che non ha una natura assistenziale, ma fonda le radici nel contributo versato dal lavoratore, è possibile.
Questo avviene se l'attività è stata usurante per almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure per metà dell'intera carriera lavorativa, permettendo così di accedere a una pensione diretta.
Individuare i lavoratori che possono essere considerati usuranti è una questione delicata, perché la misura è rivolta a chi svolge attività con un significativo sovraccarico fisico o in condizioni ambientali particolarmente difficili.
Attualmente, possono accedere al trattamento pensionistico agevolato specifiche categorie professionali, come ad esempio i minatori, i lavoratori in cave e gallerie, chi maneggia amianto, gli addetti alla colata del metallo, i palombari e coloro che lavorano in spazi ristretti, come ad esempio nelle navi in costruzione.
Non mancano però anche categorie di lavoratori più comuni, spesso impegnati in attività usuranti per turni od orari: lavoratori notturni, turnisti per l’intero anno, conducenti di mezzi pubblici e addetti alle linee di montaggio possono rientrare tra coloro che hanno diritto a un trattamento pensionistico agevolato.
Partendo dal presupposto che i lavoratori presentano la domanda per l'accesso alla pensione diretta – e non a canali di pensionamento agevolato come, ad esempio, l'APE Sociale – l'INPS conferma la necessità di un requisito contributivo minimo di 35 anni e un'età anagrafica specifica, oltre alle condizioni legate alla categoria lavorativa ammessa alla misura.
Per i lavoratori dipendenti impiegati in attività usuranti o turni notturni continuativi, la pensione può scattare con quota 97,6, pari ad almeno 61 anni e 7 mesi di età. Questo consente di anticipare la pensione ordinaria di vecchiaia di quasi sei anni, che oggi si raggiunge a 67 anni.
Per i lavoratori autonomi, il requisito è di 62 anni e 7 mesi, con quota 98,6. In tutti i casi, questi requisiti non sono soggetti agli aumenti legati alla speranza di vita, il che significa che non subiranno rincari futuri.
L’INPS prevede un iter in due fasi per accedere alla pensione anticipata.
La prima fase consiste nella presentazione di una domanda preliminare per il riconoscimento del diritto, da inviare entro il 1° maggio dell’anno precedente a quello in cui si maturano i requisiti. Ad esempio, i lavoratori che raggiungono i requisiti nel 2026 devono presentare l’istanza entro il 1° maggio 2025. Analogamente, chi matura i requisiti nel 2027 dovrà presentare la domanda entro il 1° maggio 2026.
In alternativa, la richiesta può essere presentata già dal 1° marzo 2026, se i requisiti agevolati vengono raggiunti durante il corso del 2026.
Una volta ottenuto il riconoscimento del diritto, il lavoratore potrà presentare la domanda vera e propria di pensione, rispettando anche tutte le altre condizioni previste dalla legge, come la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.
Dopo il riconoscimento del diritto e il perfezionamento di tutti i requisiti, la decorrenza della pensione è immediata.