04 Jul, 2025 - 22:01

Trump ora minaccia l'agricoltura. Ecco perchè sui dazi rischia di saltare tutto con l'Europa

Trump ora minaccia l'agricoltura. Ecco perchè sui dazi rischia di saltare tutto con l'Europa

Complessa, molto in salita, a rischio "no deal". A meno di cento ore dalla deadline del 9 luglio l'intesa tra Ue e Stati Uniti sui dazi viene descritta come tutt'altro che a portata di mano. L'ultimo round di incontri del commissario Ue Maros Sefcovic oltreoceano ha segnato "progressi" ma, a Palazzo Berlaymont, l'armageddon del nulla di fatto non è considerato un tabù. E, con l'avvicinarsi della scadenza della pausa reciproca sulle tariffe, Ue e Usa tentano l'ultima mano della loro partita a scacchi. Con Donald Trump che è tornato a minacciare le aziende europee brandendo la percentuale del 17% per l'export agroalimentare, uno dei più preziosi per il Vecchio Continente. Ad Aarhus, dove la Commissione è volata per l'avvio della presidenza danese e dove ha tenuto un seminario a porte chiuse sullo Stato dell'Unione, l'ombra di Trump e della sua guerra commerciale ha fatto da costante sottofondo. A Bruxelles, nel frattempo, il capo di gabinetto di Ursula von der Leyen, Bjorn Seibert, e Sabine Weyand, a capo della direzione generale Trade della Commissione, hanno informato gli ambasciatori dei 27 sullo stato dell'arte.

Trump non molla la presa e continua a dettare condizioni all'Europa

Il punto principale resta uno: se Ue e Usa arriveranno ad un accordo di principio o meno. A quel punto l'attuale tariffa del 10% potrebbe essere mantenuta da Trump ma, a Bruxelles, non si esclude che Washington possa alzarla provvisoriamente al 20, finché non si trova una intesa definitiva. Il 17% minacciato da Trump per l'export agroalimentare e consegnato a Sefcovic nel corso della sua missione potrebbe in realtà fare riferimento alla seconda fase dell'accordo, e non a quella provvisoria. Nel weekend la Commissione e l'amministrazione Trump torneranno a parlarsi, in videocall. Sarà, forse, il momento decisivo per capire se un accordo di principio, su modello di quelli firmati dagli Usa con Gran Bretagna (10%) e Vietnam (al 20%) sia alla portata. 

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