Grand Hotel Collegio Vecchio: c'è chi viene e chi va. Oggi, a varcare le porte girevoli è stato Nicola Borrelli, il direttore generale del settore Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura che, più passano i mesi, più sta diventando una sorta di maledizione per il governo Meloni.
E già: perché prima le dimissioni forzate di Gennaro Sangiuliano all'indomani dello scandalo fatto esplodere da Maria Rosaria Boccia; poi il cambio in corsa con Alessandro Giuli; poi le tensioni per il vertice di Cinecittà; ora lo scandalo del finanziamento al film di Francis Kaufmann, il regista e produttore statunitense accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di 11 mesi, Andromeda, trovate morte lo scorso 7 giugno a Villa Pamphili, a Roma, che fa saltare Borrelli.
Insomma, per dirla con la Gialappa's, mai dire Mic!
Nicola Borrelli è nato a Benevento il 3 ottobre del 1967 e, fino a ieri, è stato uno dei dirigenti più potenti del Ministero della Cultura. Da ben quindici anni, infatti, era a capo del settore Cinema e Audiovisivo. Ma come e quando è iniziata la sua scalata?
Borrelli si è laureato in Economia e Commercio e, finiti gli studi, si è iscritto all’albo dei revisori contabili. Per arricchire il suo curriculum, ha frequentato un master in ambito amministrativo e giuridico oltre che un corso per dirigenti presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione.
Per un periodo, è stato anche docente a contratto presso le università di Roma Tre e La Sapienza: gli avevano affidato dei corsi su ordinamento e economia del cinema.
Nel Ministero della Cultura, Borrelli ha iniziato la sua carriera nel 2000. In particolare, con incarichi dirigenziali di seconda fascia presso il Dipartimento per lo Spettacolo e lo Sport.
Tra il 2005 e il 2008, è stato sindaco effettivo in Mediaport S.p.A., Globalmedia S.r.l. e Cinecittà Cinema S.r.l., mentre nel 2006 ha ricoperto il ruolo di componente del collegio sindacale della società di gestione del risparmio Cinefund S.r.l. Dal 2006 al 2009 ha fatto parte dell’organismo di vigilanza sulla 231/2001 di Cinecittà Holding S.p.A.
Ma il salto di qualità lo fece nel 2009, con il forzista Sandro Bondi ministro della Cultura, all'epoca dell'ultimo governo Berlusconi.
Fu lui ad affidargli la responsabilità per le politiche di finanziamento pubblico e le agevolazioni fiscali nel settore audiovisivo. Insomma: aveva lui le chiavi della cassaforte in mano.
Ma non solo: Borrelli ha ricoperto anche ruoli ad interim alla Direzione Generale Spettacolo e alla Direzione Creatività contemporanea.
Dodici anni fa, nel 2013, ha anche partecipato al gruppo di lavoro internazionale incaricato di rivedere la Comunicazione della Commissione UE sugli aiuti di Stato al cinema.
Nel 2014, invece, ha presieduto il Consiglio Esecutivo dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo e guidato l’Audiovisual Working Party durante il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea.
Nicola Borrelli ha collaborato con organismi nazionali e internazionali del settore audiovisivo, tra cui il Consiglio d’Europa, l’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo e gli EFADs (European Film Agency Directors) ed è stato componente di vari comitati istituzionali, tra cui quello per la selezione del film italiano candidato agli Oscar.
Nelle ultime ore, dopo 25 anni di onorato servizio, la posizione di Nicola Borrelli all'interno del ministero è diventata insostenibile perché il nome di Kaufmann è emerso anche in relazione al film "Stelle della Notte", una pellicola mai distribuita ma per la quale era stato richiesto (e forse ottenuto) un finanziamento pubblico sotto forma di tax credit pari a 863mila euro.
La Procura di Roma ha acquisito la documentazione relativa alla pratica dal Ministero della Cultura per accertare se quei fondi siano stati solo deliberati o effettivamente erogati.