03 Jul, 2025 - 15:00

Regionali 2025 “a pezzi”, il centrodestra si incarta su nomi e strategie: dove sono i candidati?

Regionali 2025 “a pezzi”, il centrodestra si incarta su nomi e strategie: dove sono i candidati?

Centrodestra in panne sulle regionali 2025: fallita la trattativa sul terzo mandato per i governatori, tra gli alleati Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia è calato il gelo. Nessun nome condiviso e poca voglia di cedere o accontentare gli alleati. 

Giorgia Meloni proporrebbe una trattativa "regione per regione", ma Lega e Forza Italia preferirebbero un accordo complessivo, anche su temi nazionali.

È saltata – almeno per il momento – anche l'ipotesi di un election day unico. Le sei  regioni interessate (Valle d'Aosta, Veneto, Marche, Toscana, Campania e Puglia) andranno al voto in ordine sparso, ciascuna in una data diversa: a partire da settembre: prima le Marche, dove corre l'uscente meloniano Francesco Acquaroli, poi Toscana e Puglia, a seguire probabilmente Veneto e Campania a novembre.

Elezioni regionali 2025, la strategia di Meloni: trattare regione per regione

Nel centrodestra si allungano i tempi della trattativa per la scelta dei candidati governatore. I più ottimisti fissano la scadenza a fine luglio, ma l'ipotesi più probabile – e temuta – è che si arrivi a settembre con una pesante contrazione dei tempi per la campagna elettorale. 

Al momento non sono previsti vertici di maggioranza tra Meloni, Salvini e Tajani. Oltre alla mancanza di nomi forti da mettere sul piatto, gli alleati stanno ancora cercando di smaltire le scorie delle ultime settimane con le tensioni legate alla questione 'terzo mandato'.

Per risolvere l'impasse e agevolare il raggiungimento di un accordo di coalizione, Fratelli d'Italia vorrebbe separare i dossier, affrontando singolarmente i nodi di ciascuna regione. Non un ragionamento unico, come avvenuto per le altre tornate elettorali, ma trattative singole, regione per regione. 

La strategia caldeggiata dal partito di Giorgia Meloni, tuttavia, non piacerebbe a Lega e Forza Italia, che si trovano in una posizione di debolezza rispetto all'alleato, e preferirebbero fare una trattativa unica, includendo anche le amministrative del 2027 (si vota a Milano e Roma) e temi divisivi come 'ius scholae' e fisco. Insomma, una specie di patto di 'fine legislatura'.

Elezioni Veneto, Campania, Puglia… e il candidato dov’è? 

Le elezioni regionali 2025 si sono trasformate in una partita a risiko per Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Al momento si è parlato più dei litigi tra alleati che di papabili candidati nelle sei regioni al voto. 

Il primo nodo da sciogliere per il centrodestra resta il Veneto, anche perché, in assenza di un nome forte, occorre tempo per costruire una candidatura solida e condivisa. Esclusa la riconferma del governatore uscente, Luca Zaia, bloccato dal limite dei due mandati, la Lega non è intenzionata a lasciare la guida di Palazzo Balbi e avrebbe messo sul piatto il nome del vicesegretario Alberto Stefani. Nome che non convincerebbe gli alleati che hanno diplomaticamente sottolineato la necessità di scegliere i 'candidati migliori'.

Con Zaia fuori gioco, non è da escludere che Fratelli d'Italia possa tornare a rivendicare per sè la candidatura, mentre Forza Italia non ha ancora abbandonato la partita.

Non va meglio nelle altre regioni al voto. In Campania è quasi certa la candidatura del viceministro di FdI, Edmondo Cirielli. Si attende, tuttavia, di capire cosa farà il centrosinistra alle prese con il post De Luca, anche lui fermato dal limite dei due mandati. Più semplice la partita in Toscana, dove è certa la riconferma di Eugenio Giani per il centrosinistra, mentre il centrodestra potrebbe trovare l'accordo sul sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi. Nessun nome in Puglia, dove l'opposizione dovrebbe candidare Antonio Decaro. 

Da election day a "spezzatino": regionali in ordine sparso 

L'ipotesi election day per le elezioni regionali 2025 potrebbe essere definitivamente tramontata.

È molto probabile, infatti, che le sei regioni chiamate alle urne andranno al voto in ordine sparso. Si inizierà nelle Marche (tra il 21 e il 28 settembre), dove il centrodestra ha confermato il governatore uscente di Fratelli d'Italia, Francesco Acquaroli. Poi toccherà alla Toscana, il 12 o il 19 ottobre e alla Puglia, che non ha ancora indicato una data. Dovrebbero slittare a novembre, infine, Veneto e Campania. Potrebbe votare a settembre anche la regione autonoma della Valle d'Aosta.

Negli ultimi giorni è stata paventata anche l'ipotesi di un rinvio del voto in primavera. Proposta sostenuta dalla Lega e dalla Conferenza delle Regioni, ma che vede contraria Forza Italia, e un po' freddi i Fratelli d'Italia. 

Sintesi in tre punti sulle Regionali 2025 e le difficoltà del centrodestra:

  1. Centrodestra diviso e senza candidati condivisi: Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono in stallo sulla scelta dei candidati per le sei regioni al voto nel 2025. Fallito l'accordo sul terzo mandato, ogni partito cerca di imporre i propri nomi, ma mancano figure forti e condivise, soprattutto in regioni chiave come Veneto, Puglia e Campania.
  2. Strategia frammentata e tensioni tra alleati: Giorgia Meloni propone una trattativa "Regione per Regione", ma Lega e Forza Italia preferirebbero un accordo complessivo, anche su temi nazionali. Le tensioni interne e l'assenza di un vertice a tre complicano ulteriormente il percorso verso un’intesa.
  3. Salta l’election day, voto in ordine sparso: L’ipotesi di un’unica giornata elettorale sarebbe sfumata. Le elezioni regionali si terranno in date diverse tra settembre e novembre 2025, a partire dalle Marche. Persino un rinvio in primavera è stato ipotizzato, ma senza consenso unanime nella coalizione.

 

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