Travaglio vuole abolire l'articolo 5 della Nato per il rischio terza guerra mondiale: cosa ha scritto oggi
Nuova puntata del Marco Travaglio-show oggi in edicola: il direttore del Fatto Quotidiano ha firmato un editoriale in prima pagina sul suo giornale in cui invita a disfarsi sostanzialmente della Nato e di lasciare al loro destino i Paesi europei che la Russia minaccia di invadere, come i Baltici, o ha già invaso, come l'Ucraina.
Travaglio contro la Nato e la terza guerra mondiale: cosa ha scritto oggi
Ma, nello specifico, come si è sviluppato il ragionamento di oggi del direttore più vicino a Putin del panorama giornalistico italiano?
Travaglio sostiene che l'articolo 5 dello statuto della Nato, quello che obbliga tutti i Paesi del Patto Atlantico ad intervenire se uno di essi viene attaccato, è "ormai anacronistico ed è una minaccia soprattutto per noi".
Anacronistico con la Russia di Putin che un giorno sì e l'altro pure minaccia di muovere guerra?
Proprio così: per Travaglio, "aveva un senso durante la Guerra Fredda, quando la Nato e il Patto di Varsavia rispettavano le linee rosse e si guardavano bene dall'attaccare o provocare Paesi del campo avverso".
Ora, però, la situazione, a detta del direttore del Fatto, è completamente cambiata. A suo modo di vedere, la Nato "ha iniziato a provocare la Russia aggredendo i suoi alleati e destabilizzando i suoi vicini di casa inglobandoli nell'Alleanza". Così, l'equilibrio che si era trovato è andato a carte quarantotto.
Insomma, per Travaglio, i popoli di quei Paesi non hanno mai aspirato ad uscire da un regime totalitario come quello comunista sovietico. Chissà allora Kennedy a cosa si riferiva quando, già nel mitico discorso che tenne nel 1963 a Berlino davanti alla Porta di Brandeburgo, disse:
La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma non abbiamo mai avuto la necessità di costruire un muro per tenere dentro i nostri, per impedir loro di lasciarci
E insomma: quell'ich bin ein Berliner del presidente americano, che fu un formidabile inno alla libertà per tutto il mondo, non vale per Travaglio: no, lui non è un berlinese. Per lui, Mosca non rappresenta un regime sanguinario e di criminali di guerra. Ma ci sta rendendo solo "pan per focaccia".
La ricostruzione storica di Marco Travaglio
E insomma: manco se fosse un diretto dipendente del Cremlino, Travaglio, oggi, l'ha messa così:
Finora, Mosca non si era mai sognata di attaccare Paesi Nato. Ma ora, col folle riarmo dell'Europa, comincia a guardarla con altri occhi. Anche perché tutti dicono di riarmarsi contro Mosca. E i più vicini alla Russia, dai Baltici alla Polonia, dalla Finlandia alla Germania, dicono apertamente di prepararsi a farle guerra
A Travaglio non viene il minimo dubbio che quest'atteggiamento sia dettato dal fatto che quelle popolazioni ricordano cosa voglia dire vivere sotto un regime e di conseguenza sono particolarmente in allarme. Anzi: il direttore del Fatto ribalta completamente la realtà in questo modo:
I Baltici discriminano le minoranze russe e la loro lingua con leggi nazionaliste modello Ucraina. E ora, insieme alla Finlandia e alla Polonia, disdettano la convenzione di Ottawa contro le mine anti-uomo per disseminarle lungo il confine russo (...) Del resto, assolviamo da tre anni il terrorismo dell'alleata Ucraina che manda in giro i suoi 007 a far saltare gasdotti e petroliere e assassinare ragazze innocenti, giornalisti, blogger, politici e attivisti russi o filorussi, senza che nessuno li fermi o li punisca, anzi continuiamo ad armarli fino ai denti
Travaglio, allora, giunge a scrivere anche questo:
Se, ora che gli Usa hanno smesso di armare l'Ucraina, qualcuno a Est vuol provocare un intervento russo e fare la fine di Kiev, liberissimo. Ma che c'entriamo noi italiani, spagnoli, francesi e così via? Perché mai dovremmo mandare i nostri figli a morire in qualche altra guerra provocata dalle presunte vittime?
Le reazioni all'editoriale filo-Cremlino
Ora, davanti a un editoriale come questo, oltre a ricordare che in Italia, già un anno fa, una ricerca di Antonio Noto svelava come il 62% degli italiani si era accorto di essere stato vittima di fake news di matrice russa, bisogna anche pensare bene a come reagire: far finta di nulla e non concedergli spazio o smontarlo punto per punto?
Lo scrittore Marco Setaccioli è uno di quelli che oggi ha scelto questa seconda opzione con un lungo post, tra sarcasmo e fact-checking
Alzarmi la mattina e leggere l’editoriale di Marco Travaglio mentre sorseggio il mio caffè mi fa ormai iniziare la giornata col sorriso. Quel mix ben dosato di menzogne, fantasie ossessive e conclusioni che - in quanto basate sulle prime due - sono del tutto sconclusionate, rappresentano un momento di perfetta evasione prima di iniziare il tam tam quotidiano
Ma tant'è: per smentire Travaglio, non c'è cosa migliore di riproporre i suoi vecchi post. Come questo, quando sentenziò che con Trump "matematicamente" ci sarebbero state meno guerre.
Insomma: riprendendo il discorso di Kennedy, che andasse a Berlino.