L’evoluzione normativa che coinvolge la fatturazione elettronica segna un nuovo passaggio importante: dal 1° luglio 2025, le società italiane quotate in Borsa usciranno dal meccanismo dello split payment.
Una modifica che avrà ripercussioni concrete sulla gestione dell’IVA per fornitori e committenti. Il sistema, concepito per ridurre il rischio di evasione, continuerà ad applicarsi ad amministrazioni pubbliche e società controllate, ma non più alle imprese con titoli negoziati sul mercato regolamentato.
Ma quali sono gli effetti operativi comporta dell'esclusione? Come cambiano le regole fiscali per chi emette fattura verso società quotate? Quali adeguamenti sono necessari nei flussi contabili e nei software di gestione? E cosa deve fare concretamente chi opera nei settori più coinvolti, come consulenza, forniture e servizi professionali?
Prima di dare una risposta esauriente ai diversi quesiti, vi lasciamo al video YouTube di Studio Allievi Accademy sul funzionamento dello split payment.
Introdotto dalla Legge n. 190/2014 e operativo dal 2015, il meccanismo dello split payment ha rappresentato una misura di contrasto all’evasione IVA nei rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni.
A differenza del sistema ordinario, in cui il fornitore incassa l’intero importo della fattura comprensivo di imposta, con lo split payment l’IVA viene versata direttamente dall’acquirente all’Erario, mentre il venditore riceve solo l’imponibile.
Dal 1° luglio 2025, le società quotate italiane non saranno più soggette a questo regime. Lo prevede la Decisione del Consiglio dell’Unione Europea n. 1552 del 25 luglio 2023, che autorizza l’Italia a proseguire con lo split payment fino al 30 giugno 2026, ma con l’esclusione delle società i cui titoli sono negoziati in mercati regolamentati.
Il ritorno al regime ordinario comporta, per i fornitori, la necessità di incassare l’IVA indicata in fattura e versarla secondo i termini previsti. Per le fatture trasmesse allo SdI (Sistema di Interscambio) da luglio 2025, verso soggetti quotati si dovrà applicare la disciplina IVA tradizionale, salvo casi di reverse charge.
Per i soggetti che operano con clienti quotati, l’esclusione dallo split payment significa aggiornare tempestivamente i sistemi informativi, modificare le impostazioni dei software di fatturazione elettronica e rivedere le procedure interne.
Non si tratta di un cambiamento formale: le modalità di liquidazione e incasso dell’IVA tornano in capo al fornitore, con effetti immediati sulla gestione finanziaria e sull’equilibrio di cassa.
Dal punto di vista temporale, è fondamentale distinguere correttamente le fatture trasmesse fino al 30 giugno 2025, ancora soggette a split payment, da quelle inviate dal 1° luglio, che dovranno riportare l’IVA secondo le regole ordinarie.
Qualsiasi errore nella codifica del tipo documento o del regime IVA può generare scarti da parte dello SdI o esposizione a contestazioni fiscali.
Le imprese dovranno inoltre verificare con precisione lo status di società quotata del cliente, per evitare applicazioni errate della normativa. Un supporto operativo in tal senso potrà derivare dalla consultazione degli elenchi ufficiali CONSOB o dalle visure camerali aggiornate.
L’uscita delle società quotate dal perimetro dello split payment non rappresenta solo un adempimento burocratico, ma anche un’occasione per rivedere i processi di tesoreria e ottimizzare il cash flow. L’incasso diretto dell’IVA, che prima veniva trattenuta dall’acquirente, consente un flusso di cassa più rapido, soprattutto per chi lavora con margini ridotti o opera con elevata rotazione delle commesse.
Tuttavia, la maggiore responsabilità nella gestione dell’imposta comporta anche l’obbligo di un presidio più attento dei versamenti e delle liquidazioni periodiche. Errori nei calcoli o nella trasmissione dei dati fiscali possono tradursi in sanzioni, compensazioni errate o crediti IVA non riconosciuti.
Chi fornisce servizi alle grandi imprese quotate - studi professionali, società ICT, operatori logistici, fornitori industriali - dovrà dotarsi di strumenti aggiornati e personale formato, per gestire il passaggio senza interruzioni operative.