02 Jul, 2025 - 18:31

Gaza, ecco cosa chiede Hamas per il cessate il fuoco

Gaza, ecco cosa chiede Hamas per il cessate il fuoco

Nel cuore della crisi che da quasi due anni devasta la Striscia di Gaza, la possibilità di un cessate il fuoco tra Israele e Hamas torna al centro della diplomazia internazionale. In queste ore, la proposta di una tregua di 60 giorni, sostenuta dagli Stati Uniti e accettata da Israele, è stata formalmente presentata ad Hamas attraverso i mediatori di Qatar ed Egitto. Ma quali sono le condizioni poste dal movimento palestinese per accettare la fine delle ostilità?

Tregua a Gaza, le richieste chiave di Hamas

Hamas ha dichiarato di essere pronto a valutare seriamente la proposta di cessate il fuoco, ma pone condizioni precise e non negoziabili.

  • In primo luogo, il movimento chiede la fine completa della guerra: secondo le dichiarazioni ufficiali, Hamas è disposto ad accettare qualsiasi iniziativa che conduca a una conclusione definitiva del conflitto, non a una semplice sospensione temporanea dei combattimenti. Questo significa che la tregua di 60 giorni proposta da Israele e dagli Stati Uniti deve essere solo il primo passo verso una pace duratura.
  • La seconda richiesta fondamentale riguarda il ritiro totale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Hamas insiste sul fatto che la presenza dell’IDF (l’esercito israeliano) sul territorio palestinese deve cessare, come condizione imprescindibile per qualsiasi accordo. Solo così, secondo il gruppo, si potrà garantire la sicurezza della popolazione civile e avviare una vera ricostruzione.
  • Un altro punto centrale è l’assistenza umanitaria immediata e senza restrizioni per la popolazione di Gaza. Hamas chiede che, contestualmente al cessate il fuoco, venga garantito l’ingresso di aiuti umanitari d’emergenza, necessari per affrontare la gravissima crisi sanitaria e alimentare che affligge la Striscia dopo mesi di bombardamenti e assedio.
  • Infine, Hamas pretende che non vi siano possibilità per Israele di riprendere le operazioni militari nel caso in cui i negoziati di pace dovessero arenarsi. Il movimento vuole precise garanzie internazionali che impediscano una ripresa delle ostilità dopo la tregua, condizione che finora è stata giudicata inaccettabile da parte israeliana.

Il nodo degli ostaggi e dei prigionieri

Uno degli aspetti più delicati del negoziato riguarda il destino degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas e dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Hamas propone la liberazione scaglionata degli ostaggi nell’arco dei 60 giorni di tregua, mentre Israele vorrebbe che ciò avvenisse nei primi giorni dell’accordo. In cambio, Hamas chiede il rilascio di un numero significativo di prigionieri palestinesi, ma le modalità e il numero restano oggetto di discussione.

Le divergenze con Israele

Nonostante la disponibilità mostrata da entrambe le parti, le distanze restano profonde. Israele, infatti, considera irrinunciabile lo smantellamento di Hamas, la rimozione della sua ala militare e l’esilio dei suoi leader dalla Striscia di Gaza. Per Tel Aviv, la fine della guerra è subordinata al raggiungimento di questi obiettivi, mentre Hamas rifiuta categoricamente qualsiasi accordo che implichi la sua dissoluzione politica o militare.

Un altro punto di frizione riguarda il futuro governo di Gaza: Israele vorrebbe che l’amministrazione fosse affidata a palestinesi locali, con un ruolo attivo di Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita, escludendo Hamas dalla gestione del territorio.

Il contesto internazionale

La pressione internazionale è altissima. Il presidente statunitense Donald Trump ha sottolineato che questa potrebbe essere l’ultima occasione per Hamas di ottenere un accordo, avvertendo che la situazione potrebbe solo peggiorare in caso di rifiuto. Lunedì prossimo è previsto un incontro alla Casa Bianca tra Trump e il premier israeliano Netanyahu, che potrebbe essere decisivo per il futuro della tregua.

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