Dopo il successo globale della saga di Avatar e la prossima uscita del terzo capitolo della saga, James Cameron ha intenzione di portare avanti un progetto radicalmente diverso: Ghosts of Hiroshima.
Il film, ancora in fase di sviluppo, dovrebbe essere una riflessione profonda sulle conseguenze umane e morali del bombardamento atomico del 1945.
Conosciuto per la sua capacità di unire spettacolo e contenuti di un certo peso, il regista ha tutte le intenzioni di affrontare uno dei capitoli più dolorosi della storia del XX secolo.
James Cameron, il regista che ha diretto tre dei quattro film con il maggior incasso di tutti i tempi, ha un progetto che va oltre il successo commerciale. È una missione, un debito d'onore. Dopo aver concluso la saga di Avatar, è determinato a realizzare un film che nessuno osa fare: un racconto viscerale e senza compromessi sull'orrore delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Un progetto che nasce da una promessa fatta sul letto di morte a Tsutomu Yamaguchi, uno dei pochissimi uomini sopravvissuti a entrambe le esplosioni.
Basato sul libro di Charles Pellegrino, Ghosts of Hiroshima, il film non sarà un'analisi politica. Cameron è categorico: non vuole entrare nel dibattito sul "se e perché" le bombe furono sganciate. Il suo obiettivo è molto più diretto e terrificante: vuole che lo spettatore "sia lì", che viva l'evento come se fosse un testimone oculare.
"Penso sia davvero importante che le persone ricordino a cosa servono queste armi", spiega. "Voglio fare un film che ricordi alla gente cosa fanno alle persone e quanto sia assolutamente inaccettabile anche solo pensare di usarle."
Il suo interesse per l'argomento risale all'adolescenza, quando lesse il libro Hiroshima di John Hersey. Quelle immagini indelebili sono poi confluite nella celebre sequenza dell'incubo nucleare in Terminator 2, una scena così accurata da ricevere i complimenti degli scienziati dei laboratori nucleari americani.
Ma quella era finzione. Ora Cameron vuole affrontare la realtà, seguendo l'esempio di Steven Spielberg con Schindler's List e Salvate il soldato Ryan: mostrare le cose come sono andate, senza filtri. "Questo è vero horror, perché è successo davvero", afferma.
La storia si concentrerà su una manciata di testimoni, tra cui lo stesso Yamaguchi e un altro sopravvissuto a entrambe le esplosioni, Kenshi Hirano, un novello sposo che, dopo aver trovato solo frammenti delle ossa della moglie tra le rovine di Hiroshima, sale su un treno per Nagasaki per portarli ai suoceri, arrivando giusto in tempo per la seconda bomba.
Cameron vuole catturare non solo l'orrore, ma anche l'incredibile umanità che emerse in quei momenti: persone ferite che, come primo istinto, cercavano di aiutarsi a vicenda.
Il regista è consapevole che un film così crudo potrebbe essere il suo più grande insuccesso commerciale, ma non ha intenzione di fare sconti. Critica velatamente anche un capolavoro come Oppenheimer di Christopher Nolan, che, pur essendo un grande film, a suo parere "ha eluso l'argomento" degli effetti reali delle bombe. "Okay, alzo la mano. Lo faccio io, Chris", dice Cameron con determinazione.
La promessa fatta a Yamaguchi sul letto di morte è diventata un imperativo morale. Cameron sente di aver ricevuto un testimone, il dovere di raccontare quella storia per non farla dimenticare, soprattutto in un mondo in cui la minaccia nucleare e quella dell'intelligenza artificiale si fanno sempre più concrete. "Sono morti invano se dimentichiamo com'era", conclude. E lui non ha intenzione di permetterlo. Non vediamo l'ora di vedere questo suo ultimo capolavoro.