Le prime ondate di caldo hanno bussato alle porte dell’Italia prima del previsto. Non siamo neppure alla metà di giugno e già il caldo si fa sentire in tutta la Penisola, soprattutto nelle grandi città e al Sud-Italia.
I bollettini stanno indicando le prime allerte critiche per caldo e, oltre alle raccomandazioni soprattutto a bambini e anziani, si inizia a pensare a i lavoratori.
Alcune regioni iniziano a muoversi per tutelare la salute dei lavoratori maggiormente esposti al caldo.
In questo articolo, vedremo quali Regione hanno decretato lo stop al lavoro per caldo estremo, in quali orari e tutte le informazioni utili.
Dopo un nuovo inizio d’estate segnato da temperature estreme, l’Italia si trova ancora una volta a fronteggiare l’emergenza caldo. In risposta al crescente rischio per la salute dei lavoratori esposti a condizioni climatiche proibitive, alcune regioni hanno deciso di giocare d’anticipo.
Le prime regioni a intervenire sono Lazio e Calabria: entrambe le amministrazioni regionali hanno firmato ordinanze che vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde della giornata.
I provvedimenti, che riprendono le misure già adottate nell’estate 2024, entrano ora ufficialmente in vigore anche per il 2025, a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro in un contesto climatico sempre più estremo.
Le ordinanze regionali si basano su disposizioni nazionali, come previsto dall’articolo 32 della Costituzione e dal decreto legislativo n. 81/2008.
L’obiettivo del divieto di lavorare all’aperto durante le ondate di calore e nelle ore più calde della giornata ha l’obiettivo di prevenire lo stress termico e i danni alla salute che possono provocare i colpi di calore.
Con l’Italia stretta nella morsa del caldo estremo, torna al centro dell’attenzione la sicurezza di chi lavora all’aperto. La Regione Lazio ha risposto con un’ordinanza che introduce lo stop alle attività sotto il sole nelle ore più calde, dalle 12:30 alle 16:00.
Il divieto, in vigore da subito e valido fino al 31 agosto 2025, riguarda l’intero territorio regionale e si applica ai comparti maggiormente esposti: agricoltura, florovivaismo, cantieri edili, cave e relative aree esterne.
È entrata in vigore il 10 giugno 2025 l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Calabria che introduce lo stop alle attività lavorative all’aperto nelle ore più calde della giornata.
Il provvedimento stabilisce il divieto di lavorare sotto il sole dalle 12:30 alle 16:00 su tutto il territorio regionale, con un’attenzione particolare ai settori più esposti al rischio caldo, come agricoltura, florovivaismo ed edilizia.
La misura resterà valida fino al 31 agosto. Un intervento mirato, pensato per garantire la sicurezza nei momenti di reale emergenza climatica.
La decisione della Calabria segue l’esempio del Lazio e di molte altre regioni che già nel 2024 avevano adottato misure contro il caldo estremo.
Secondo l’articolo 2087 del Codice Civile, il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti.
In tale ambito, è fondamentale considerare attentamente le condizioni microclimatiche degli ambienti lavorativi, integrandole nella stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Questo obbligo riguarda sia gli ambienti caratterizzati da temperature troppo elevate sia quelli troppo basse.
Altre Regioni seguiranno questo trend? Ci si aspetta di sì, considerando che il caldo estivo, ormai, è una emergenza nazionale e, al contempo, ci si aspetta anche una regolamentazione nazionale.
L’Italia affronta un’estate anticipata con temperature record e prime allerte per il caldo, che mettono a rischio la salute dei lavoratori esposti.
Lazio e Calabria hanno già emanato ordinanze che vietano il lavoro all’aperto nelle ore più calde, dalle 12:30 alle 16:00, soprattutto nei settori agricolo, florovivaistico ed edilizio.
Le misure, valide fino al 31 agosto 2025, si attivano solo nei giorni con rischio “alto” secondo il portale Worklimate di INAIL e CNR. Questi provvedimenti segnano un primo passo verso una normativa più stringente, in attesa di un intervento a livello nazionale.