10 Jun, 2025 - 16:45

Il referendum che doveva cambiare l’Italia fallisce: Vannacci denuncia il bluff della sinistra radical-chic

Il referendum che doveva cambiare l’Italia fallisce: Vannacci denuncia il bluff della sinistra radical-chic

Non si è fatto attendere il commento di Roberto Vannacci dopo la debacle referendaria dell'8 e 9 giugno. L’analisi politica del generale della Lega si è concentrata su un quesito in particolare, il numero cinque: quello sulla cittadinanza italiana, promosso da +Europa di Riccardo Magi, ma sostenuto da tutto il centrosinistra, con il distinguo del Movimento 5 Stelle.

Il referendum sulla cittadinanza è stato - tra i cinque quesiti oggetto di voto - quello che ha ricevuto il più alto numero di ‘no’. Una chiara bocciatura secondo l’europarlamentare del Carroccio, che dimostrerebbe la distanza tra le esigenze del Paese reale e le istanze della sinistra.

In un post pubblicato sui suoi canali social, il vicesegretario della Lega ha analizzato i risultati della due giorni referendaria, denunciando il bluff della sinistra radical-chic. 

Un bluff che sarebbe stato smascherato dall’80% degli italiani, che ha deciso di non andare a votare, o di votare ‘no’ al referendum per cambiare la legge sulla concessione della cittadinanza italiana.

Referendum, Vannacci: “Ennesima sconfitta della sinistra radical-chic”

“Il popolo rifiuta l’immigrazione facile”. È questo il messaggio ‘inequivocabile’ che gli italiani avrebbero mandato alla sinistra con la bocciatura del referendum sulla cittadinanza italiana.

Ad affermarlo è stato il generale Roberto Vannacci, commentando i dati relativi al quesito referendario proposto da +Europa. Un quesito che puntava a cambiare la legge per la concessione della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri regolari: la vittoria dei ‘sì’ avrebbe portato alla modifica della legislazione attuale, facilitando l’ottenimento del beneficio da parte degli immigrati residenti in Italia.

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“I dati parlano chiaro: l’80 % degli italiani ha detto NO alla scorciatoia per la cittadinanza. Sommando i voti contrari e l’astensione, il messaggio è inequivocabile: il popolo rifiuta l’immigrazione facile.”

Ha scritto Vannacci sul suo profilo Instagram, puntando il dito contro la ‘sinistra radical chic’ che secondo lui sarebbe lontana ‘anni luce dal Paese reale’.

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“Dobbiamo dare voce alla maggioranza schiacciante che vede nell’immigrazione (soprattutto quella illegale) una piaga da sanare.”

Il post ha velocemente fatto il pieno di like. Il vicesegretario della Lega ha, poi, rilanciato gli slogan cari al partito che lo ha portato al Parlamento Europeo, ovvero: difesa dei confini; priorità agli italiani; stop all’immigrazione illegale.

Vannacci: “L’80% ha detto no alla scorciatoia per la cittadinanza”

Nel suo post, il Generale del ‘Mondo al Contrario’ afferma che il referendum sulla cittadinanza italiana sarebbe stato bocciato dall’80% degli italiani, unendosi anche lui al gioco dei numeri, che da 24 ore sta caratterizzando l’analisi dei risultati referendari, a sinistra come a destra.

La cifra indicata da Vannacci sarebbe la somma dei voti contrari e dell’astensione. Il quesito sulla cittadinanza, si proponeva di dimezzare da 5 a 10 gli anni di soggiorno regolare e continuativo in Italia da parte dei cittadini stranieri che vogliono fare richiesta di cittadinanza.

Il quesito era il quinto, contrassegnato dalla scheda gialla, ed è quello che ha ottenuto la percentuale più alta di ‘no’, che sono comunque stati inferiori ai ‘sì’.

Nello specifico, ha ottenuto il 64,49% di ‘sì’ e il 34,51% di ‘no’. Una percentuale che sommata a quella dell’astensione, secondo il generale Vannacci porterebbe a una percentuale dell’80%.

Per Vannacci, in conclusione, si è trattato di un voto contro l’immigrazione facile, anche se il quesito interessava solo gli immigrati regolari.

Perchè il referendum sulla cittadinanza ha diviso il Paese?

L'analisi politica del generale Vannacci mette in luce una contraddizione profonda dell’opinione pubblica italiana e un dibattito politico estremamente polarizzato. Non è un caso, infatti, che il quesito sulla cittadinanza sia stato quello che ha ottenuto la percentuale più alta di voti contrari. Esso è lo specchio di un Paese profondamente diviso sul tema dell'accoglienza. 

A pesare sul dato dei voti contrari potrebbe essere stata – oltre alla contrarietà del centrodestra che ha concentrato la campagna elettorale sul ‘non voto’ – anche la decisione del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, di lasciare libertà di coscienza ai propri elettori, a differenza di quanto fatto per i quattro referendum sul lavoro per i quali l’indicazione di voto era stata di quattro ‘sì’.

Ciò evidenzia, ancora una volta, come l’immigrazione sia diventata un tema centrale e controverso, sul quale si concentrano conflitti di identità, sicurezza, diritti e rappresentanza politica. Queste tensioni, alimentate da percezioni di distanza tra élite politiche e cittadini comuni, contribuiscono a rendere il tema migratorio uno dei nodi più difficili da sciogliere nella politica italiana contemporanea.

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