La banda della "Uno bianca" è stata una delle organizzazioni criminali più sanguinarie e controverse della storia italiana del secondo dopoguerra. Attiva tra il 1987 e il 1994, questa banda ha seminato terrore in Emilia-Romagna e nelle Marche attraverso oltre 100 azioni criminali, tra rapine a mano armata, agguati e sparatorie, causando la morte di 24 persone e il ferimento di altre 114.
Fabio Savi è stato uno dei protagonisti principali della banda della "Uno bianca". Fratello di Roberto e Alberto Savi, anche loro membri del gruppo, Fabio era un meccanico ma con un passato da poliziotto. Insieme ai suoi fratelli e ad altri complici, molti dei quali appartenenti alle forze dell'ordine, ha preso parte a una lunga serie di crimini violenti. La banda deve il suo nome alla Fiat Uno bianca che utilizzavano frequentemente durante le rapine.
Fabio Savi, insieme agli altri membri, ha partecipato a rapine a caselli autostradali, assalti a furgoni portavalori, agguati a militari e sparatorie indiscriminate, tra cui il celebre colpo del 4 gennaio 1991 a Bologna, dove una pattuglia dei Carabinieri fu uccisa. La violenza e la spietatezza della banda hanno lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva italiana.
Il 21 novembre 1994 fu arrestato Roberto Savi, mentre Fabio fu catturato tre giorni dopo, il 24 novembre, in un autogrill sull'autostrada Udine-Tarvisio, vicino al confine con l'Austria, in compagnia della sua giovane fidanzata Eva Mikula. Nei giorni successivi vennero arrestati anche gli altri componenti della banda: Alberto Savi, Luca Vallicelli, Pietro Gugliotta e Marino Occhipinti. L'indagine, condotta con grande impegno da magistrati e investigatori, si basò su mesi di lavoro minuzioso e appostamenti che permisero di identificare i colpevoli.
Al termine dei processi tenutisi nelle Corti d'Assise di Pesaro, Bologna e Rimini, Fabio Savi fu condannato all'ergastolo insieme a Roberto, Alberto e Marino Occhipinti. Pietro Gugliotta ricevette una condanna a diciotto anni di reclusione, mentre Luca Vallicelli fu condannato a tre anni e otto mesi.
Durante un'intervista rilasciata nel 2001 a Rai 3, Fabio Savi dichiarò che il movente principale delle attività criminali della banda era il denaro. Tuttavia, la vicenda della "Uno bianca" è stata anche oggetto di speculazioni e teorie che ipotizzavano coinvolgimenti di apparati dello Stato e servizi segreti, mai confermate ufficialmente. Alcuni senatori e giornalisti suggerirono che dietro la banda potessero celarsi "schegge impazzite" di organi statali sfuggite al controllo, ma Fabio Savi negò categoricamente tali accuse.
Eva Mikula, giovane arrivata in Italia dalla Romania per lavorare come modella, fu per due anni la fidanzata di Fabio Savi e fu arrestata insieme a lui nel 1994. Negli ultimi anni, Mikula ha rilasciato interviste in cui si definisce vittima della vicenda, affermando di aver contribuito all'arresto della banda e di attendere scuse dai familiari delle vittime, suscitando reazioni contrastanti.