"Evol", "Onussen", "Kill", "Ferocity", "Kaos", "Daemon", "Isidon": così si facevano chiamare i componenti del gruppo criminale passato alla storia con il nome di "Bestie di Satana". Un manipolo di adolescenti attivo nella provincia lombarda tra il 1998 e il 2004, che poco aveva a che fare con il vero satanismo, ma che dietro rituali improvvisati ha nascosto crimini efferati, sconvolgendo l'Italia e lasciando una scia di vittime e interrogativi.
I membri delle Bestie di Satana erano tutti giovanissimi, tutti residenti tra le province di Varese e Milano, tutti accomunati dalla passione per l'heavy metal. Si conobbero per caso, proprio grazie alla musica; ad unirli, però, ad un certo punto, fu altro.
Prima arrivarono l'alcol e le droghe pesanti, poi le prove di coraggio al limite della follia, le sedute spiritiche e gli omicidi. Il nucleo principale era composto da Andrea Volpe, Nicola Sapone, Mario Maccione, Paolo Leoni, Pietro Guerrieri, Marco Zampollo, Eros Monterosso ed Elisabetta Ballarin.
Attorno a loro, gravitavano però altri ragazzi e ragazze che furono coinvolti in modo più o meno diretto.
Le indagini e i processi che hanno riguardato i vari componenti del gruppo hanno portato alla luce tre omicidi, tutti compiuti con una brutalità sconvolgente. Il primo risale al 17 gennaio 1998.
Il secondo omicidio risale al gennaio 2004.
Emerse in seguito che le "Bestie" avevano avuto un ruolo anche nella morte di Andrea Bontade in un incidente d'auto apparentemente volontario. Si scoprì che i suoi compagni lo avevano spinto al suicidio, dopo che lui aveva rifiutato di partecipare agli omicidi di Chiara e Fabio.
Determinante per fare luce sulla ricostruzione degli eventi fu la collaborazione di Volpe, poi condannato a 20 anni. I suoi racconti iniziarono nel maggio 2004 e riguardarono tutto, dalle dinamiche interne al gruppo agli omicidi. Grazie a lui, furono fermati Sapone e Leoni, Maccione, Ballarin e altri.
L'interrogatorio di Andrea Volpe sul canale Youtube "Nero Crime".
I primi due sono stati condannati all'ergastolo (Sapone, in particolare, non ha mai ammesso le proprie responsabilità), Ballarin a 23 anni. Maccione, all'epoca minorenne, a 19 anni. Gli altri tra i 12 e i 29 anni. Alcuni, dopo aver scontato le loro pene o aver beneficiato di misure alternative, sono tornati in libertà, cercando di ricostruirsi una vita lontano dai riflettori.
Nonostante le sentenze, però, sono ancora molte le domande che li concernono. Tra tutte, una: è possibile che abbiano avuto un ruolo in altre sparizioni avvenute negli stessi anni nella zona? Che si siano macchiati di altri omicidi mai rivelati? Il sospetto c'è. Mancano le prove.
Quel che è certo, è che le "Bestie" hanno lasciato un segno nella memoria collettiva. Che la loro vicenda ha mostrato il lato più oscuro e disturbante dell'animo umano. Quello che a volte si nasconde anche dietro i volti apparentemente più insospettabili.