Neanche sfiorato, come ogni volta che si va alle urne per un referendum abrogativo. I cinque quesiti non hanno raggiunto i voti necessari per essere considerati validi: un dato che sembrava quasi scontato, soprattutto guardando i precedenti e le statistiche di qualche giorno fa. Nella migliore delle ipotesi era possibile raggiungere il 42%, ma le rilevazioni più affidabili indicavano una forbice tra il 31% e il 36%, alla fine si è recato alle urne il 30,5% degli aventi diritto al voto.
Tanti elettori insomma, ma non abbastanza da raggiungere il quorum. Esulta il centrodestra che può ancora contare su una larga fetta dell'elettorato italiano, ma il referendum lancia un chiaro messaggio: il dissenso nei confronti di Palazzo Chigi è aumentato rispetto a tre anni fa. Quando infatti la coalizione di centrodestra è stata eletta durante la tornata del 2022, ha registrato solo 12,3 milioni di voti: solo il 24% dei consensi degli aventi diritto al voto.
Con i suoi 15,5 milioni di elettori in occasione di questo referendum, il centrosinistra lancia un importante messaggio al governo: l'opposizione c'è e se vuole può portare alle urne anche più elettori di quelli che ha il centrodestra. Di questi, secondo quanto riportato da Avs, 13 milioni hanno detto sì ai referendum. Quella di oggi è sicuramente una sconfitta per il campo largo che non vedrà un cambio di marcia sulle leggi per il lavoro e soprattutto per la cittadinanza, ma costituisce una base di partenza per i prossimi sei mesi, dove ci sarà un appuntamento elettorale cruciale per il governo: le regionali che si terranno in autunno.
Scoccate le 15, i seggi si sono chiusi e sono partiti gli scrutini. I sondaggi e le rilevazioni rese note negli scorsi giorni non sembravano neanche lasciare pensare che il referendum avrebbe raggiunto — o anche solo sfiorato — il quorum, e così è stato. Alle urne si è recato solo il 30,5% degli aventi diritto al voto, equivalenti a 15,5 milioni di italiani. Un numero di elettori alto, ma che non smentisce i dati sull'aumento dell'astensione nel nostro Paese. In concomitanza a questo referendum, si sono svolti anche i ballottaggi in diversi comuni italiani e il primo turno delle elezioni amministrative in sette comuni sardi. Tuttavia, l'istituzione di un election day non ha aiutato.
Secondo Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e membro di Fratelli d'Italia, i risultati referendari mostrano chiaramente che il governo Meloni deve essere lasciato lavorare senza interferenze, poiché il mercato del lavoro sta migliorando con più occupati e meno disoccupati, e la legge sulla cittadinanza funziona bene, con 200 mila naturalizzazioni ogni anno.
Lo stesso Rampelli ha chiesto poi di innalzare il numero di firme per evitare "sprechi di risorse" per organizzare i referendum:
Il numero di elettori recatisi alle urne per votare il referendum è stato di gran lunga superiore a quelli che si sono recati al voto alle elezioni del 2022: in quel caso 12,3 milioni di persone hanno dato il loro voto alla coalizione del centrodestra. Mentre il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, ha totalizzato il 26% dei voti (7 milioni), Forza Italia e Lega sono riusciti a racimolare assieme poco più di 5 milioni di voti, totalizzando entrambi l'8%.
Nel 2022 alle urne si sono recate 32 milioni di persone, mentre per questo referendum sono andati al voto 15,5 milioni di elettori (13 milioni di sì), per lo più contrari al governo di Giorgia Meloni. Il risultato di oggi è un segnale importante per il centrosinistra perché dimostra che l'opposizione c'è e che bisogna farsi sentire, quando necessario, alle urne.
Per ora il segretario di +Europa, Riccardo Magi, avanza anche la proposta di una riforma per il quorum nei referendum:
Si possono dire soddisfatti i due portavoce di Avs, Bonelli e Fratoianni, che ribadiscono:
Forte della partecipazione al referendum e delle recenti elezioni amministrative, il centrosinistra proverà adesso a superare la coalizione di governo nei sondaggi che vedono Fratelli d'Italia in testa, con il Partito Democratico che insegue. Il prossimo grande appuntamento elettorale? Le elezioni regionali dell'autunno 2025, come affermato anche da diversi esponenti di governo. Per ora, il governo Meloni può restare sereno anche perché il quorum — neanche nelle più rosee previsioni — sarebbe stato raggiunto.
Tuttavia, la partecipazione dovrà essere un dato da analizzare nei prossimi mesi, in vista soprattutto della necessità del centrodestra di riconfermarsi in Veneto e nelle Marche, regioni dove la vittoria non è affatto scontata.
Almeno per ora, il centrodestra è ancora in testa nei sondaggi. Secondo l'ultimo di Swg per La7, FdI è al 30,5% e Forza Italia assieme alla Lega si attestano all'8,2%. Il Pd insegue il 23,1% e il M5s è al 12,4% mentre Avs è al 6,4%.
Le intenzioni di voto SWG per @TgLa7 pic.twitter.com/7EgiYbh3qf
— SWG (@swg_research) June 2, 2025