La vicenda del delitto di Garlasco, che ha colpito l’opinione pubblica italiana nel 2007 con l’omicidio di Chiara Poggi, è tornata sotto i riflettori grazie a nuove testimonianze e alla riemersione di documenti d’archivio. Tra questi, uno scambio di mail tra Chiara e la sua amica Cristina Tosi, datato 5 luglio 2007, ha suscitato particolare interesse mediatico, riaprendo il dibattito sulle dinamiche sentimentali della vittima e sulle indagini che portarono alla condanna definitiva di Alberto Stasi, fidanzato di Chiara all’epoca dei fatti.
Cristina Tosi è stata una collega e amica di Chiara Poggi presso l’Asm di Pavia, dove entrambe lavoravano prima del tragico evento. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, Cristina e Chiara condividevano non solo l’ambiente lavorativo, ma anche una confidenza tale da potersi scambiare pensieri intimi e riflessioni sulla vita privata.
Nelle corrispondenze elettroniche tra le due, emerse un clima di complicità e dialogo aperto, che permetteva a Chiara di parlare con sincerità dei suoi sentimenti e delle sue relazioni.
La mail del 5 luglio 2007, più volte citata dai media e mostrata anche in trasmissioni televisive come “Lo stato delle cose” di Rai 3, rappresenta un passaggio chiave per comprendere il contesto emotivo in cui si trovava Chiara Poggi poco prima della sua morte. Nell’email, Cristina chiede a Chiara: “I tuoi intrallazzi?”. Chiara risponde: “Stanno vivendo un periodo di stasi… Il mio piccione al telefono dà sempre soddisfazioni, mentre con l’altro ultimamente non ci vado troppo d’accordo (colpa mia che me la prendo per niente, colpa sua che secondo me è un po’ cambiato)”.
Questa corrispondenza, apparentemente innocua, ha alimentato sospetti e teorie su una possibile doppia vita sentimentale di Chiara. Il termine “piccione” e il riferimento a un secondo uomo hanno fatto discutere, anche se non è mai stato chiarito con certezza chi fossero queste figure. Alcuni hanno ipotizzato che “il piccione” fosse un soprannome affettuoso per Alberto Stasi, altri che si trattasse di un altro uomo, magari il “piccione” adulto di Garlasco su cui sono circolate voci negli anni.
Cristina Tosi, pur non essendo mai stata coinvolta direttamente nelle indagini come sospettata, è diventata un personaggio centrale nella narrazione pubblica del caso grazie a questa corrispondenza. Le sue parole, riportate da La Provincia Pavese, sottolineano la normalità del rapporto tra lei e Chiara: “Un collega la corteggiava, lei era innamoratissima di Alberto e gelosa”. Cristina ha sempre minimizzato il peso di queste mail, sostenendo che si trattasse di confidenze tra amiche e non di rivelazioni di segreti oscuri o di doppie vite.
Tuttavia, la stampa e i programmi televisivi hanno spesso enfatizzato il contenuto delle mail, costruendo attorno a esse un “romanzo sul nulla”, come lo ha definito la stessa Tosi in un’intervista. La sua testimonianza, comunque, è stata fondamentale per ricostruire il clima emotivo in cui versava Chiara prima della tragedia: una giovane donna innamorata, forse in crisi con il proprio fidanzato, ma non per questo coinvolta in relazioni clandestine di rilevanza criminale.
La nuova fase delle indagini sul delitto di Garlasco ha riportato in auge la corrispondenza tra Chiara e Cristina, soprattutto in relazione alla possibilità che Chiara avesse una relazione parallela con un uomo adulto di Garlasco, diverso da Alberto Stasi. Le Iene, nel servizio trasmesso il 3 giugno 2025, hanno citato una testimonianza di un uomo ormai deceduto, secondo cui “si mormora a Garlasco” di una relazione segreta di Chiara con questa figura. La mail con Cristina Tosi viene vista come una possibile conferma di queste voci, anche se la stessa Cristina ha sempre ribadito che si trattava di confidenze tra amiche, non di prove di una doppia vita.