Lieto epilogo per Francesco Ranieri, il settantaquattrenne scomparso da Adelfia, in provincia di Bari, il 20 maggio 2025 in circostanze allarmanti.
L’anziano si era allontanato a bordo della sua automobile e non aveva più fornito notizie ai suoi familiari.
Preoccupati per il mancato rientro tra le mura domestiche, i parenti avevano provveduto a denunciare l’accaduto alle autorità competenti.
Impegnati nelle attività di ricerca vi erano le forze dell’ordine, volontari e cittadini, nonché gli abitanti delle realtà limitrofe.
Tag24 ha raggiunto telefonicamente la figlia dell’anziano, che ha aggiornato il quotidiano sul ritrovamento dell’uomo.
La figlia di Ranieri ha confermato a Tag24 il rientro dell’anziano a casa, dopo otto giorni di distanza dai suoi familiari.
Ha sottolineato che l’uomo è fortunatamente in buona salute, nonostante fosse provato dall’assenza da casa, come accaduto a Naho Adzovich, attualmente ritrovato e ricoverato in ospedale per accertamenti.
Ignote restano le motivazioni dell’allontanamento del settantaquattrenne, ma l’importante, in casi come questi, è che tutto sia andato per il verso giusto.
«Mio padre si è allontanato martedì da Adelfia, a bordo della sua automobile», aveva raccontato. Si trattava di una Daihatsu Sirion grigio chiaro, la stessa visibile nella foto diffusa in quei giorni, con targa DW277LC.
«Se avete notizie o segnalazioni, vi preghiamo di contattare i Carabinieri di Adelfia», aveva aggiunto, indicando anche il numero utile per le comunicazioni urgenti.
Fondamentali, nelle prime ore delle ricerche, erano state le indicazioni fornite dalla famiglia. La figlia di Francesco Ranieri aveva condiviso con Tag24 ogni dettaglio utile a identificarlo.
«Al momento della scomparsa, mio padre indossava jeans, una maglia azzurra e un giubbottino blu», aveva spiegato.
E ancora: «È alto un metro e settanta, di corporatura media, ha i capelli brizzolati, non porta la barba e indossa occhiali da vista».
Tra i segni particolari, uno in particolare era stato segnalato come facilmente riconoscibile: «Ha un grande neo sull’orecchio, un dettaglio da non sottovalutare».
Un altro aspetto che aveva fatto salire la tensione nei giorni della scomparsa riguardava le condizioni di salute del signor Ranieri.
«Papà è cardiopatico e diabetico, e purtroppo non ha con sé la terapia farmacologica necessaria per tenere sotto controllo le sue condizioni di salute», aveva detto la figlia.
Come se non bastasse, anche il cellulare era rimasto a casa, rendendo impossibile qualunque contatto. La famiglia temeva un malore, uno smarrimento o un episodio di disorientamento.
«Temiamo che, non assumendo i farmaci, possa essersi sentito male. Quello che chiediamo ai lettori e a chiunque possa incrociarlo è di avvicinarlo con gentilezza.
Offritegli un bicchiere d’acqua, un pasto caldo, e attendete l’arrivo delle autorità competenti», aveva detto ancora.
Un appello chiaro: «Segnalate tempestivamente la situazione alle forze dell’ordine e, soprattutto, non lasciatelo solo. Grazie».
Nei momenti più drammatici, a supporto della famiglia Ranieri era intervenuta anche l’associazione Penelope Italia OdV, tra le più attive sul territorio nazionale per quanto riguarda la ricerca di persone scomparse.
Il loro contributo aveva avuto un impatto significativo, come spesso accade: maggiore tempestività nelle operazioni, riduzione dei rischi e un fondamentale supporto psicologico, legale e investigativo rivolto ai familiari.