25 May, 2025 - 18:40

Referendum cittadinanza: +Europa diffida la Commissione RAI. Cosa sta succedendo davvero?

Referendum cittadinanza: +Europa diffida la Commissione RAI. Cosa sta succedendo davvero?

Il segretario di +Europa e presidente del comitato promotore del Referendum sulla Cittadinanza, Riccardo Magi ha inviato una lettera di diffida alla Commissione parlamentare per la vigilanza sulla RAI, chiedendo una riunione urgente per modificare il regolamento attuale che disciplina l’informazione sul referendum.  

Secondo Magi, la delibera approvata il 2 aprile 2025 sarebbe 'inadeguata e discriminatoria' nei confronti di alcuni soggetti, tra cui lo stesso comitato promotore da lui guidato. La richiesta è chiara: convocare immediatamente la Commissione per rivedere e correggere il regolamento, al fine di garantire un’informazione equa e pluralista. 

La denuncia giunge a due settimane dal voto dell'8 e il 9 giugno, quando gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi: quattro della Cgil sul Lavoro e uno relativo alla riforma delle norme per l’ottenimento della cittadinanza italiana.

Per il segretario di +Europa, la RAI starebbe negando al quesito sulla cittadinanza un'adeguata copertura mediatica, escludendo il comitato promotore dall'accesso agli spazi televisivi informativi, in violazione al principio di parità di accesso.

Referendum cittadinanza, perché Magi ha diffidato la Commissione RAI?

Non si placano le polemiche relative alla copertura mediatica garantita dal servizio pubblico ai Referendum abrogativi. Una copertura mediatica che è stata giudicata inadeguata dal centrosinistra che la scorsa settimana è sceso anche in piazza per protestare contro quello che considerano un 'boicottaggio antidemocratico' della consultazione popolare.

In particolare i partiti di opposizione, contestano la scarsità di spazi dedicati alla promozione e alla spiegazione dei quesiti, ritenendo compromessa la trasparenza del dibattito pubblico chiedendo la garanzia di maggiori spazi informativi dedicati agli elettori.

A scendere in piazza furono Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Avs e +Europa, che oggi ha formalmente diffidato la Commissione di Vigilanza RAI a modificare la direttiva approvata il 2 aprile 2025, giudicata discriminatoria e inadeguata.

Secondo Magi la delibera non garantisce al comitato promotore lo spazio necessario nei programmi RAI per spiegare e promuovere il quesito referendario sulla cittadinanza italiana, violando il principio di parità di accesso all'informazione. Il comitato rappresenta formalmente 637.487 cittadini, ovvero, il numero di firme raccolte per chiedere il referendum. Escluderlo dal dibattito, denuncia Magi, significa alterare il corretto funzionamento del processo democratico. 

Nella sua diffida si evidenziano le lacune presenti nella direttiva che si tradurrebbero
“in una carenza di informazione, riconosciuta dall'autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, tale da ostacolare “il corretto svolgimento del procedimento di democrazia diretta e la possibilità che gli elettori partecipino in modo libero e consapevole alla formazione della politica nazionale".

Pertanto nella diffida si chiede ufficialmente che la Commissione parlamentare per la vigilanza sulla RAI si riunisca con urgenza e modifichi la delibera per garantire spazi adeguati al comitato promotore; chiarezza e completezza nella regolazione dell’informazione referendaria e parità di trattamento tra tutte le parti in campo.

Referendum abrogativi: il quorum è diventato il vero campo di battaglia

Parallelamente, continua lo scontro politico tra centrodestra e centrosinistra sul raggiungimento del quorum necessario per la validità dei referendum.

Da settimane, infatti, i partiti di maggioranza – contrari ai quesiti referendari – stanno facendo campagna elettorale per l'astensione con l'obiettivo di far fallire la consultazione. Il centrosinistra, invece, si mobilita per favorire la partecipazione al voto, sostenendo – con qualche distinguo interno – la campagna per cinque 'Sì'.

Oggi lo scontro si è rinnovato con dichiarazioni contrapposte. 

Il capogruppo del PD in Commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, critica il silenzio della premier Giorgia Meloni, definendolo “imbarazzante” e chiedendole di dire cosa intende fare. “È una questione di igiene democratica”, afferma. 

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“L'unica che finora non si e ancora espressa su cosa farà si chiama Giorgia Meloni. Un silenzio imbarazzante. Chiediamo che la Presidente del Consiglio si esprima.”

Dall’altra parte, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè di Forza Italia, bolla i quesiti referendari come “antistorici” e poco rappresentativi, sottolineando che né Cisl né Uil li sostengono.

Per Mulè, i dati sull’occupazione e le recenti riforme rendono il referendum superfluo, se non divisivo. “È solo un congresso mascherato del PD”, conclude. 

La questione in sintesi:

  1. Diffida alla Commissione RAI: Riccardo Magi, segretario di +Europa e presidente del comitato promotore del Referendum sulla Cittadinanza, ha inviato una diffida alla Commissione parlamentare per la vigilanza sulla RAI, chiedendo una modifica urgente della delibera del 2 aprile 2025, ritenuta discriminatoria perché negherebbe un’adeguata copertura mediatica al quesito sulla cittadinanza.
  2. Accuse di scarsa informazione e violazione della parità di accesso: Magi denuncia che il comitato promotore, rappresentante di oltre 637.000 cittadini, è stato escluso dagli spazi informativi RAI, compromettendo la trasparenza e l’equità del dibattito pubblico in vista del voto referendario dell’8 e 9 giugno. Chiede spazi equi e regole chiare per garantire una democrazia diretta efficace.
  3. Scontro politico e strategia dell’astensione: La vicenda si inserisce in un clima di forte tensione politica: il centrosinistra accusa la RAI di boicottaggio e si mobilita per il voto, mentre il centrodestra, contrario ai referendum, promuove l’astensione per farli fallire. 
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