Il caso del terzo mandato in Trentino diventa ogni giorno più spinoso per il governo Meloni. La decisione del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, di estromettere dalla vicepresidenza l'esponente di Fratelli d'Italia, Francesca Gerosa, dopo il ricorso del governo contro a legge regionale sul terzo mandato, è stata accolta con fastidio a Palazzo Chigi.
Sabato 24 maggio, Giorgia Meloni ha mandato a Trento uno dei suoi fedelissimi, il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, per mettere in chiaro con il presidente della Lega, che la sua presa di posizione avrà conseguenze politiche.
Il caso Trentino ha fatto salire alle stelle la tensione all'interno della maggioranza e sta seriamente mettendo a rischio la tenuta del governo. Le parole del ministro Ciriani sono state nette e chiare, segno che da Palazzo Chigi non vogliono fraintendimenti: in Trentino è finito il tempo della mediazione.
Le parole le ha pronunciate il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ma il messaggio non può che essere stato concordato con Palazzo Chigi.
E per far arrivare meglio il senso politico di queste dichiarazioni, si è scelto di recapitarle al destinatario direttamente a domicilio, in quel di Trento, in occasione del Festiva dell'Economia, dove il ministro di Fratelli d'Italia è intervenuto come ospite.
Il destinatario è chiaramente il presidente leghista della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti protagonista di un velenoso braccio di ferro con il governo per il terzo mandato nella sua regione.
Per comprendere la portata delle dichiarazioni di Luca Ciriani bisogna fare un passo indietro a due giorni fa, quando Fugatti ha deciso di togliere alla 'fedelissima' della premier in Trentino, Francesca Gerosa, la vicepresidenza della provincia.
Una decisione interpretata a Palazzo Chigi come una 'vendetta personale e politica inaccettabile' per la decisione dell'esecutivo di Roma di fare ricorso alla Consulta contro la legge sul terzo mandato in Trentino.
Ha avvertito senza possibilità di fraintendimenti il ministro Ciriani.
Il ministro ha poi ribadito che la decisione assunta dal Cdm di impugnare la legge trentina sul terzo mandato non è stata “una decisione politica contro qualcuno, ma una scelta tecnico-giuridica inevitabile”.
Ciriani ha poi ricordato all'alleato della Lega che tra i partiti di governo c'era un accordo e che in politica le 'ripicche non si fanno'.
Ha detto il ministro, lasciando intendere un'imminente risposta di Fratelli d'Italia.
Ma cosa potrebbe accadere? A livello locale la cosa più probabile potrebbe essere l'uscita di Fratelli d'Italia dalla giunta provinciale con l'apertura di una crisi di governo che potrebbe portare al voto anticipato.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha voluto immischiarsi nella questione Trentino archiviandola come una questione locale. Eppure, le dichiarazioni del collega Luca Ciriani sembravano dirette anche a lui, soprattutto quelle sulla solidità del governo.
I leader di maggioranza non fanno mai riferimenti a caso a eventuali crisi di governo, a meno che non vogliano lanciare un messaggio preciso.
E il messaggio di Palazzo Chigi, veicolato dal ministro Ciriani, è chiaro: se si continua così il governo rischia di implodere.
Ha avvertito l'esponente di Fratelli d'Italia, lasciando all'alleato della Lega l'onere di interpretare il senso delle sue parole.