Chi conosce bene Giorgia Meloni dice che preferisce avere sempre il controllo sulle variabili in gioco. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tuttavia, sembra essere una 'variabile' impazzita che Giorgia Meloni non riesce a prevedere.
L'imprevedibilità de tycoon ha ripercussioni politiche dirette sulla premier italiana, che negli ultimi mesi ha puntato molto sui buoni rapporti instaurati con la Casa Bianca. Lavorando per accreditarsi come 'pontiere' tra Usa e UE, Meloni ha legato parte della sua credibilità politica alle scelte del presidente americano.
Ecco perché, l'ultima minaccia di Donald Trump di alzare al 50% i dazi sui prodotti europei è stata immediatamente utilizzato dall'opposizione di centrosinistra per attaccare Giorgia Meloni sostenendo che la sua influenza su Trump sia solo apparente. Le minacce sui dazi dimostrerebbero il fallimento della sua strategia diplomatica e la fragilità del suo posizionamento internazionale
Vediamo come e perché le decisioni di Donald Trump sui dazi continuano a essere terreno di scontro politico in Italia.
Donald Trump ha annunciato possibili dazi del 50% sui prodotti europei a partire dal 1° giugno, una misura che ha scatenato allarme nei mercati e rallentato le trattative tra USA e UE. Si tratta del doppio dei dazi al 20% previsti lo scorso 2 aprile, poi ridotti al 10% per 90 giorni per consentire l'avvio di negoziati.
La notizia è stata accolta con grande preoccupazione in Europa, dove nelle ultime settimane aleggiava un cauto ottimismo. Le parole di fuoco del Presidente Usa contenute in un messaggio postato sul suo social, Truth hanno fatto fare diversi passi indietro alle trattative.
Nel suo post, infatti, ha scritto che 'è giunta l'ora di giocare la partita come so fare io', ritornando ad attaccare l'Europa con cui ha dichiarato che è stato molto difficile trattare perché “è stata formata con l'obiettivo primario di approfittarsi degli Stati Uniti nel commercio”.
Parole che allontanano l'accordo e aprono una nuova fase di instabilità nelle borse e per le aziende europee e italiane.
L’imprevedibilità di Trump mette in difficoltà Giorgia Meloni, che aveva cercato di posizionarsi come ponte tra Stati Uniti e Unione Europea.
I suoi sforzi diplomatici, culminati con l'incontro tra J.D.Vance e Ursula von der Leyen a margine dell'intronizzazione di Papa Leone XIV, vengono ora messi in discussione dalle nuove tensioni commerciali.
L'immagine di Giorgia Meloni quale 'pontiera' tra le due potenze era uscita rafforzata. I buoni rapporti che è riuscita a costruire con la Casa Bianca hanno indubbiamente influito sullo storico incontro tra i due leader, il primo dall'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Al momento i dazi sono ancora bloccati al 10%, per consentire le trattative diplomatiche. Trattative che, tuttavia, a giudicare dalle ultimissime notizie arrivate da Washington, sembrano aver preso nuovamente una piega negativa.
La variabile Donald Trump è un problema per le trattative commerciali con l'Europa, ma lo è anche per Giorgia Meloni, che ha legato il suo posizionamento internazionale – e di conseguenza quello dell'Italia – ai rapporti con il tycoon americano.
Il suo ruolo di 'pontiere' vive fasi alterne di successo, a seconda delle dichiarazioni e delle iniziative di Donald Trump. Ogni parola del Presidente Usa diventa un'arma di opposizione politica per il centrosinistra, che continua a sottolineare il fatto che in realtà quella di Giorgia Meloni sia solo propaganda politica, una costruzione mediatica per far passare il messaggio di un'influenza internazionale fittizia che 'puntualmente' si scontra con la realtà.
Le minacce di Trump di alzare i dazi al 50% sono diventate terreno di scontro politico in Italia. L'opposizione di centrosinistra è scesa immediatamente in campo per attaccare Giorgia Meloni.
Il cambio di strategia del presidente Usa, sarebbe secondo l'opposizione, un fallimento politico della premier italiana, e smaschera una narrazione mediatica non supportata dai fatti.
La segretaria del PD, Elly Schlein, in un'intervista al Corriere della Sera ha criticato duramente l'operato della premier:
Altrettanto diretto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi che ha scritto su X:
La scelta di Trump di minacciare tariffe al 50% all’Europa pone alcune questioni.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) May 23, 2025
La prima: il Presidente degli Stati Uniti d’America ODIA l’Europa e tratta i paesi più lontani, a cominciare dalla Cina, molto meglio di come tratta gli alleati europei.
La seconda: chi ama…
Parla di 'fallimento' anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
È arrivato l’ennesimo fallimento di Giorgia Meloni.
— Riccardo Magi (@riccardomagi) May 24, 2025
La Presidente del Consiglio doveva essere il “ponte” tra Stati Uniti e Europa. E cosa ha ottenuto? Il suo grande alleato, Donald Trump, ha annunciato dazi del 50% contro l’Europa, a partire dal 1° giugno.
Una vera e propria… pic.twitter.com/BHa09Gtr5s