L’elezione di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha segnato una svolta non solo per la storia della Chiesa cattolica – è il primo pontefice statunitense – ma anche per il modo in cui il papato si relaziona con il mondo digitale.
Leone XIV si è imposto fin da subito come un Papa social, capace di utilizzare le piattaforme online non solo per diffondere messaggi di fede, ma anche per intervenire con decisione nel dibattito pubblico e politico, senza rinunciare a un tocco di ironia che lo ha reso immediatamente popolare tra i fedeli e non solo.
L’annuncio della sua elezione ha scatenato una vera e propria ondata di interazioni sui social: secondo i dati della società di analisi Arcadia, le menzioni del nome “Prevost” sono aumentate dell’86,4% e quelle di “new pope” dell’80%, con oltre 9 milioni di interazioni solo negli Stati Uniti nelle prime ore dopo la proclamazione.
I social sono diventati il palcoscenico privilegiato non solo per le reazioni ufficiali, ma anche per meme, ironie e paragoni: c’è chi ha trovato somiglianze tra Leone XIV e il sindaco di Roma Gualtieri, chi con l’allenatore Claudio Ranieri, chi addirittura con il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana.
In totale, quasi 20 milioni di reazioni nelle prime sei ore: un segnale chiaro di quanto la figura del nuovo Papa sia già entrata nell’immaginario collettivo digitale.
Ma Leone XIV non si è limitato a essere un fenomeno social passivo. Già da cardinale, Prevost era noto per la sua attività su X (ex Twitter), dove non ha esitato a prendere posizione su temi caldi, anche con toni critici verso l’amministrazione americana.
Emblematico il caso delle sue critiche al vicepresidente USA J.D. Vance: dopo un’intervista a Fox News in cui Vance aveva sostenuto che “esiste un concetto cristiano secondo cui si ama la propria famiglia, poi si ama il prossimo, poi si ama la propria comunità, poi si amano i propri concittadini e, infine, si dà priorità al resto del mondo”.
Prevost aveva rilanciato un editoriale del National Catholic Reporter dal titolo inequivocabile: “J.D. Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di fare la classifica del nostro amore per gli altri”.
Il post, pubblicato il 5 febbraio 2025, non è passato inosservato e ha suscitato reazioni sia negli ambienti ecclesiastici sia nel mondo politico. Molti cristiani, anche negli Stati Uniti, hanno apprezzato la chiarezza con cui Prevost ha ribadito che il messaggio evangelico non prevede graduatorie nell’amore verso il prossimo.
La presa di posizione ha anche evidenziato la distanza tra la visione del nuovo Papa e alcune delle correnti più conservatrici dell’attuale amministrazione americana, in particolare sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Accanto all’impegno sociale e alle prese di posizione nette, Leone XIV ha dimostrato di saper utilizzare i social anche con leggerezza e ironia. Tra i post diventati virali, spicca quello pubblicato durante la pandemia di Covid-19 sul tema del matrimonio.
In un periodo segnato da isolamento, restrizioni e difficoltà per le famiglie, Prevost aveva condiviso un messaggio ironico: “Se il vostro matrimonio ha superato la quarantena, siete pronti per tutto”.
Il post, ripreso e commentato da migliaia di utenti, ha colpito per la capacità di sdrammatizzare una situazione difficile senza mai scadere nell’irriverenza.
Questa ironia non è stata fine a se stessa, ma ha rappresentato un modo per avvicinare la Chiesa alla vita reale delle persone, mostrando empatia e comprensione per le difficoltà quotidiane. Il successo del post ha confermato la popolarità di Leone XIV anche tra i giovani e tra chi si sente spesso distante dalle istituzioni religiose.
Non tutti, però, hanno accolto con favore la linea comunicativa di Leone XIV. Alcuni ambienti della destra americana, in particolare i sostenitori di Donald Trump e i movimenti MAGA, lo hanno accusato di essere “anti-Trump” e “marxista”, rilanciando vecchi post in cui Prevost criticava la retorica anti-immigrazione dell’ex presidente.
L’influencer Laura Loomer, vicina all’attuale amministrazione, ha definito Leone XIV “un’altra marionetta marxista in Vaticano”. Queste critiche, però, sembrano aver rafforzato l’immagine di un Papa indipendente, capace di parlare con franchezza anche a costo di dividere.