Si chiama Emanuele Michieletti il primario arrestato per violenza sessuale e atti persecutori a Piacenza. Secondo quanto riferito dalla Procura, il medico - responsabile del reparto di Radiologia dell'ospedale locale - avrebbe sistematicamente abusato delle sue colleghe, approfittando della sua posizione di potere. Le indagini, partite in seguito alla denuncia di una dottoressa, sono ancora in corso. Ecco cosa sappiamo finora.
Emanuele Michieletti ha 60 anni. Nato a Vercelli, si è laureato a Milano, per poi intraprendere la carriera da medico nel Piacentino. Ieri, 7 maggio 2025, è stato arrestato con accuse gravissime: violenza sessuale aggravata e atti persecutori ai danni di diverse colleghe.
Dottoresse e infermiere di cui, secondo gli inquirenti, il primario avrebbe abusato in modo sistematico, sfruttando la propria posizione verticisistica all'interno dell'ospedale, per "sfogare i suoi impulsi sessuali".
Nel suo ambiente, il suo è un volto noto. "Incuteva un senso di potere assoluto, alimentato da potenziali relazioni influenti e da un atteggiamento arrogante, spesso ostentato", scrive Il Corriere della Sera.
Le indagini a carico del medico sono iniziate dopo la denuncia di una dottoressa, che ha raccontato di essere stata aggredita nel suo ufficio durante un colloquio sul piano ferie. Michieletti l'avrebbe chiusa a chiave nella stanza, spinta contro un mobile e costretta a subire atti sessuali.
La violenza si sarebbe interrotta solo perché un terzo collega avrebbe bussato alla porta. La giovane, a quel punto, si sarebbe rivolta prima alla direzione dell'Azienda sanitaria locale (Ausl) e successivamente alle forze dell'ordine. Le intercettazioni telefoniche e ambientali avrebbero documentato almeno 32 episodi in appena 45 giorni.
Tutti, o quasi, durante l'orario di servizio. Un comportamento seriale, che almeno due volte sarebbe sfociato in atti persecutori, con le vittime costrette a subire ripetute violenze per paura di ritorsioni lavorative o personali. Comportamento di cui più di qualcuno sarebbe stato a conoscenza, secondo la Procura.
Tanto più che, in alcune occasioni, Michieletti si sarebbe persino vantato di quelle che millantava come "conquiste". Un clima - quello del reparto - descritto come "omertoso e autoreferenziale", che non avrebbe sicuramente giovato ai pazienti, il cui benessere avrebbe dovuto essere la priorità.
Dopo l'arresto del primario, la direzione dell'Ausl di Piacenza ha fatto sapere in una nota di essere pienamente fiduciosa nel lavoro della magistratura. La direzione aziendale, si legge nel documento, "ha sempre collaborato con le autorità competenti, attivandosi per fornire ogni elemento utile a ricostruire i fatti".
I vertici dell'Ausl ci hanno anche tenuto ad esprimere "piena solidarietà e vicinanza alle vittime", assicurando che completeranno "con la massima celerità, tutte le azioni necessarie a tutela delle persone coinvolte", adottando "i provvedimenti previsti nei confronti del medico indagato". Dichiarazioni che non si discostano molto da quelle dell'Ordine dei Medici.
Il presidente della Federazione Nazionale (Fnomceo), Filippo Anelli, ha detto che "se le accuse nei confronti del medico arrestato a Piacenza saranno provate, si tratta di accuse gravissime, che meritano una ferma condanna". Eventuali azioni disciplinari, ha aggiunto, "sono di competenza dell'Ordine territoriale", che potrà quindi autonomamente decidere come procedere.
Anelli ha poi lanciato un appello, chiedendo a chiunque dovesse ritrovarsi a vivere situazioni simili di denunciare. La comunità, intanto, è sotto shock. Dall'esterno, nessuno avrebbe mai sospettato di tali condotte da parte del medico. Michieletti si trova ora agli arresti domiciliari, con gli agenti impegnati a cercare ulteriori prove a suo carico. Fino a condanna definitiva, è da considerarsi innocente.