Si chiama Jacopo De Simone il ragazzo arrestato per l'omicidio di Riccardo Claris, avvenuto a Bergamo nella notte tra sabato e domenica, al culmine di una lite tra tifosi dell'Atalanta e dell'Inter. Il fratello Carmine Francesco, 25 anni, adottato, si trova - come lui - in carcere: a inizio marzo ha confessato di aver ucciso Luciano Muttoni a Valbrembo.
Jacopo De Simone, 18 anni, incensurato, è accusato di aver accoltellato e ucciso Riccardo Claris, il 26enne morto durante la violenta lite scoppiata qualche notte fa in via dei Ghirardelli, a Bergamo, per motivi di tifo calcistico. Durante l'interrogatorio, ha ammesso l'aggressione.
"Sono salito (in casa, ndr) a prendere il coltello per difenderlo, era stato aggredito dagli atalantini", avrebbe dichiarato, tirando in causa il fratello gemello. Figlio di due dipendenti delle cancellerie del tribunale di Bergamo, il giovane è stato poi trasferito in carcere a Brescia. Il pm Guido Schininà gli contesta l'aggravante dei motivi futili e abietti.
La versione di De Simone - il cui fermo è in attesa della convalida da parte del gip - è ancora da verificare. La lite culminata in tragedia sarebbe scoppiata fuori da un bar di borgo Santa Caterina.
I due gruppi avversari - uno interista e l'altro, più numeroso, atalantino - si sarebbero poi spostati verso il Gewiss Stadium, dove gioca l'Atalanta. Claris inizialmente non c'era: allertato dalla fidanzata del conflitto in corso, sarebbe arrivato più tardi.
Il clima, a quel punto, si era fatto teso. Poco dopo, De Simone avrebbe impugnato un coltello da cucina, colpendo il 26enne all'altezza della scapola sinistra con un unico, violento fendente.
All'arrivo dei soccorsi e dei carabinieri, allertati dai presenti, per il giovane, rimasto a terra, non c'era già più nulla da fare. De Simone, arrestato in flagranza con le mani ferite, la felpa e le scarpe sporchi di sangue, non avrebbe opposto resistenza.
Oltre al fratello gemello, Jacopo ha anche un fratello adottivo: si tratta di Carmine Francesco, il 25enne reo confesso dell'omicidio di Luciano Muttoni, consumatosi a Valbrembo agli inizi di marzo. Due fratelli, due omicidi commessi a distanza di appena due mesi, per due motivi diversi.
Nel caso di Carmine, una "vendetta". Il giovane, con precedenti penali per rapina, furto e spaccio - secondo SkyTg24 addirittura allontanato dai genitori adottivi per paura che avesse una cattiva influenza sui fratelli - ha dichiarato di aver pianificato l'agguato al 56enne per qualche sguardo "di troppo" rivolto dall'uomo alla sua ragazza.
Lo conosceva perché aveva soggiornato in una delle stanze che Muttoni affittava su Booking per incrementare la sua situazione economica, offrendo anche un servizio navetta ai visitatori. A Mario Vetere, suo amico e complice, avrebbe detto che "gli doveva dei soldi", e che voleva "regolare i conti".
Il resto della storia è purtroppo nota: dopo essere entrati in casa del 56enne con il volto coperto, i due - sotto l'effetto di stupefacenti - lo hanno aggredito ripetutamente, con calci, pugni e con una scacciacani, per poi rubargli l'auto, il cellulare e il portafogli.
Il giorno dopo, quando Muttoni è stato ritrovato senza vita, sia De Simone che Vetere sono stati arrestati. Il primo è attualmente recluso nel carcere di Bergamo, a una cinquantina di chilometri di distanza da quello dove è stato portato il fratello.
La comunità locale è sotto shock. In tanti, in queste ore, stanno pubblicando sui social messaggi di cordoglio per Claris. Laureato in Economia, con un lavoro a tempo indeterminato e una grande passione per il calcio, il giovane aveva ancora tutta la vita davanti.