01 May, 2025 - 00:06

Incendi a Gerusalemme, c'entra Hamas? Ecco cosa sappiamo

Incendi a Gerusalemme, c'entra Hamas? Ecco cosa sappiamo

Un vasto incendio ha colpito le colline intorno a Gerusalemme il 30 aprile 2025, scatenando un’emergenza nazionale in Israele.

Le fiamme, alimentate da venti forti e temperature eccezionalmente elevate, hanno causato feriti, evacuazioni di massa e la distruzione di centinaia di veicoli.

Mentre le autorità israeliane sono impegnate a domare i roghi e a indagare sulle cause, una domanda domina il dibattito pubblico: dietro questi incendi c’è la mano di Hamas? Ecco cosa sappiamo finora.

Cos'è successo a Gerusalemme? La dinamica degli incendi

Gli incendi sono scoppiati nelle foreste di Eshtaol, sulle montagne a ovest di Gerusalemme, e si sono rapidamente estesi verso la città, minacciando i quartieri periferici. Almeno una dozzina di persone sono rimaste ferite e più di 200 veicoli sono stati distrutti dalle fiamme.

L’autostrada 1, principale arteria tra Tel Aviv e Gerusalemme, è stata chiusa in vari tratti a causa del fumo e della pericolosità della situazione. Oltre 7.000 persone sono state evacuate da villaggi e quartieri a rischio.

Le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo cruciale: l’ondata di caldo improvviso e i venti fino a 80 km/h hanno favorito la diffusione dei roghi, rendendo difficile il lavoro dei vigili del fuoco.

Israele ha chiesto aiuto internazionale, attivando il Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea e ricevendo il supporto di diversi Paesi, tra cui l’Italia, che ha inviato aerei Canadair per le operazioni di spegnimento.

L’incitamento di Hamas e la pista dolosa

Nel pieno dell’emergenza, Hamas ha pubblicato su Telegram un messaggio rivolto ai palestinesi della Cisgiordania, di Gerusalemme e di Israele, incitandoli a “bruciare tutto ciò che possono: boschi, foreste e case dei coloni” come atto di vendetta per Gaza.

Anche altri canali, come la Jenin News Network, hanno diffuso messaggi simili, invitando a colpire le aree boschive vicino agli insediamenti israeliani.

Questi appelli sono stati rilanciati proprio nelle ore in cui i primi focolai si sono sviluppati sulle colline di Gerusalemme. Le autorità israeliane, compresa l’intelligence interna Shin Bet, stanno indagando sulla possibilità che almeno una parte degli incendi sia stata appiccata intenzionalmente, in risposta agli appelli di Hamas.

La polizia ha arrestato almeno tre persone, tra cui un cinquantenne di Gerusalemme Est, trovati in possesso di materiali infiammabili e sospettati di aver contribuito a propagare i roghi.

Cause naturali o azione dolosa?

Nonostante il contesto politico e gli appelli di Hamas, l’ipotesi più accreditata tra le autorità e i media israeliani è che l’origine degli incendi sia principalmente naturale.

Negli ultimi giorni, la regione è stata colpita da un improvviso aumento delle temperature e da venti caldi e secchi, condizioni che storicamente favoriscono lo sviluppo di incendi boschivi. Anche in passato, roghi simili si sono verificati nella stessa zona durante ondate di calore eccezionali.

Tuttavia, la concomitanza tra gli appelli incendiari di Hamas e lo scoppio dei roghi ha alimentato sospetti e tensioni. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “il vento da ovest potrebbe facilmente spingere l’incendio verso i quartieri periferici o addirittura dentro la città stessa”, sottolineando la gravità della situazione e la necessità di massima allerta.

Il clima politico e le reazioni

L’emergenza incendi si inserisce in un contesto già teso, segnato dalle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza israeliano e dalle proteste per la situazione degli ostaggi a Gaza.

Alcuni esponenti politici, come il figlio del premier Yair Netanyahu, hanno espresso il timore che dietro i roghi possano esserci non solo palestinesi, ma anche elementi interni alla società israeliana, alimentando sospetti e divisioni.

Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato lo stato di “emergenza nazionale”, mentre il governo ha chiesto la collaborazione internazionale per fronteggiare la crisi. La Farnesina, attraverso il ministro Antonio Tajani, ha immediatamente attivato la Protezione Civile italiana per fornire supporto a Israele.

Le indagini in corso

La polizia e l’intelligence israeliana stanno lavorando per chiarire l’origine dei roghi. Se da un lato le condizioni climatiche rappresentano un fattore determinante, dall’altro gli arresti di sospetti piromani e i messaggi di incitamento di Hamas suggeriscono che almeno alcuni focolai possano essere stati appiccati volontariamente.

Al momento, però, non esistono prove che colleghino direttamente Hamas o suoi affiliati all’origine degli incendi. Le autorità mantengono tutte le piste aperte, senza escludere alcuna possibilità.

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