27 Apr, 2025 - 09:07

Guerra Ucraina-Russia, Trump rinnega Putin e flirta con Zelensky

Guerra Ucraina-Russia, Trump rinnega Putin e flirta con Zelensky

La guerra tra Russia e Ucraina, giunta ormai al suo quarto anno, ha visto nelle ultime settimane un inatteso cambio di rotta nella posizione di Donald Trump.

Il presidente statunitense, storicamente accusato di ambiguità nei confronti di Vladimir Putin, ha compiuto una svolta pubblica: ha criticato apertamente il leader russo e ha intensificato i contatti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Un mutamento che sta scuotendo gli equilibri diplomatici e le prospettive di pace sul conflitto più sanguinoso d’Europa dal secondo dopoguerra.

Trump rompe con Putin: “Mi prende in giro”

Il punto di svolta è arrivato dopo l’ennesima ondata di missili russi su Kyiv, che ha provocato almeno otto morti tra i civili. In un post pubblicato su Truth Social, Trump ha dichiarato: “Non c’era alcuna giustificazione per Putin per lanciare missili contro aree civili, città e paesi negli ultimi giorni. Questo mi porta a pensare che forse non voglia davvero porre fine alla guerra; mi sta solo prendendo in giro e va trattato in modo diverso”.

Queste parole rappresentano una delle critiche più esplicite mai rivolte da Trump a Putin. Il presidente americano ha anche lasciato intendere la possibilità di nuove sanzioni contro la Russia, sottolineando che “troppe vite stanno andando perse” e che potrebbero essere necessari strumenti più duri come le “sanzioni bancarie o secondarie”.

La svolta arriva dopo mesi in cui Trump aveva evitato attacchi diretti a Mosca, escludendo la Russia dall’ultima ondata di dazi commerciali imposti a quasi tutti gli altri partner economici. Questa nuova linea, però, sembra rispondere sia all’escalation militare russa sia alle pressioni interne, con diversi esponenti repubblicani che chiedono una posizione più dura verso il Cremlino.

Incontro con Zelensky in Vaticano: “Produttivo e simbolico”

La rottura con Putin è stata accompagnata da un riavvicinamento senza precedenti con Zelensky. I due leader si sono incontrati a Roma, a margine del funerale di Papa Francesco, per la prima volta faccia a faccia dopo mesi di tensioni e scambi polemici. L’incontro, definito “produttivo” e “simbolico” da entrambi, potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra Stati Uniti e Ucraina.

Zelensky ha parlato di “un incontro molto positivo che potrebbe diventare storico se porterà a risultati concreti”, mentre la Casa Bianca ha confermato che la discussione è stata “altamente costruttiva”. La portata reale del dialogo resta però da verificare, soprattutto alla luce delle divergenze sulle condizioni di un eventuale accordo di pace.

Il piano di pace americano: concessioni a Mosca, gelo di Kyiv

Nonostante la retorica più dura nei confronti di Putin, Trump continua a promuovere una soluzione negoziale che appare, agli occhi di Kyiv, fortemente sbilanciata a favore della Russia.

La proposta americana, discussa negli ultimi giorni in incontri riservati a Parigi e Londra, prevede il congelamento delle linee del fronte sulla base della situazione attuale, il riconoscimento de facto dell’annessione russa della Crimea e delle regioni occupate dal 2022, e l’impegno dell’Ucraina a rinunciare all’ingresso nella NATO.

Il vicepresidente americano JD Vance ha dichiarato che “la pace si può raggiungere solo congelando la situazione attuale e concentrandosi sul miglioramento sia della Russia che dell’Ucraina”. La Casa Bianca ha inoltre fatto sapere che, in assenza di un accordo, gli Stati Uniti sarebbero pronti a “disimpegnarsi” dal processo negoziale.

Kyiv ha respinto con fermezza questa ipotesi, definendola una “resa mascherata” e sottolineando che accettare la perdita di quasi un quinto del proprio territorio equivarrebbe a legittimare l’aggressione russa.

Zelensky ha ribadito che “la Crimea non è negoziabile” e che “nessuna pace duratura può fondarsi sulla cessione forzata di territori”.

Trump-Zelensky: tra gelo e nuova intesa

Il rapporto tra Trump e Zelensky è stato segnato negli ultimi mesi da tensioni e reciproche accuse. A febbraio, dopo una serie di incontri falliti, Trump aveva accusato Zelensky di essere un “dittatore” e di aver “fatto un pessimo lavoro”, mentre il leader ucraino aveva risposto denunciando il rischio che gli Stati Uniti cadessero nella “disinformazione russa”.

Nonostante ciò, la pressione della Casa Bianca su Kyiv si è fatta sempre più intensa, con l’obiettivo dichiarato di chiudere la guerra prima delle elezioni presidenziali americane. Trump ha più volte affermato che “Ucraina e Russia sono molto vicine a un accordo”, ma la realtà sul terreno e le posizioni delle parti restano distanti.

Mosca osserva, l’Europa si preoccupa

La nuova postura americana non è passata inosservata a Mosca, che ha accolto con favore la proposta di congelamento delle linee del fronte e il riconoscimento della Crimea, ma resta scettica sulla reale volontà di Washington di esercitare pressioni su Kyiv.

Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitri Peskov, ha definito “apprezzabili” gli sforzi di mediazione americani, ma ha avvertito che restano “molte sfumature da chiarire”.

L’Europa, dal canto suo, guarda con preoccupazione all’evoluzione della diplomazia statunitense. La prospettiva di una pace imposta che lasci la Russia in controllo di vaste aree ucraine rischia di minare l’unità occidentale e di creare un precedente pericoloso per altri conflitti territoriali.

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