21 Apr, 2025 - 22:03

Chi è don Mattia Ferrari? Biografia del sacerdote

Chi è don Mattia Ferrari? Biografia del sacerdote

Don Mattia Ferrari è uno dei giovani sacerdoti italiani più noti per il suo impegno sociale e il suo ruolo di cappellano sulle navi di soccorso ai migranti nel Mediterraneo. La sua storia personale e il suo percorso ecclesiale sono segnati da una profonda attenzione agli ultimi e da una vocazione maturata tra i banchi di scuola e nelle periferie della società.

Don Mattia Ferrari: età e origini

Don Mattia Ferrari nasce il 27 novembre 1993 a Formigine, una cittadina in provincia di Modena, nel cuore dell’Emilia-Romagna. Cresciuto in una famiglia profondamente radicata nella comunità parrocchiale, fin da bambino respira l’amore per il prossimo e la fede vissuta come servizio. Oggi, a poco più di trent’anni, è già una figura di riferimento per molti giovani e per chi si occupa di accoglienza e diritti umani.

Formazione e vocazione

La vocazione di don Mattia Ferrari nasce sui banchi del liceo, grazie anche all’influenza di insegnanti che gli trasmettono la passione per la conoscenza e la curiosità verso i misteri della natura e dell’uomo. Non si tratta di una chiamata improvvisa, ma di un percorso graduale: “Più di una chiamata si è trattato di un percorso: progressivamente inizi a sentire una sorta di attrazione che ti porta a compiere la scelta di iniziare quello che poi nel caso mio è stato il cammino del seminario”.

Dopo aver maturato la decisione di dedicarsi completamente al servizio di Dio e degli altri, entra in seminario e si forma nella diocesi di Modena-Nonantola. Viene ordinato sacerdote nel 2018, a soli 24 anni. Subito dopo l’ordinazione, viene nominato viceparroco di Nonantola e assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi, mantenendo sempre un forte legame con la sua terra d’origine e con le realtà giovanili.

Attualmente, oltre all’impegno pastorale, vive a Roma dove si sta specializzando in Dottrine sociali della Chiesa, proseguendo una formazione che unisce la teologia all’attenzione per le questioni sociali e i diritti umani.

Carriera e impegno sociale

Don Mattia Ferrari si distingue per il suo impegno concreto accanto ai più fragili, in particolare ai migranti che attraversano il Mediterraneo in cerca di salvezza. Dal 2018 è cappellano di bordo della ONG Mediterranea Saving Humans, una delle principali realtà italiane impegnate nel soccorso in mare. A soli 25 anni si imbarca sulla nave Mare Jonio, partecipando in prima linea alle operazioni di salvataggio e offrendo assistenza spirituale e umana a chi rischia la vita durante la traversata.

Il suo ruolo non si limita all’assistenza religiosa: don Mattia è anche un punto di riferimento per l’equipaggio e per le altre organizzazioni che operano nel Mediterraneo. La sua presenza sulle navi è simbolo di una Chiesa che non resta indifferente di fronte alle tragedie del nostro tempo, ma che si schiera apertamente dalla parte degli ultimi e dei più vulnerabili. Questo impegno lo ha portato anche a ricevere minacce, tanto da vivere per un periodo sotto scorta a causa delle sue denunce contro i trafficanti di esseri umani e le condizioni disumane nei centri di detenzione libici.

Oltre all’attività in mare, don Mattia è coinvolto in numerose realtà di integrazione e solidarietà. Collabora con “Spin Time”, un grande palazzo occupato a Roma dove convivono centinaia di persone di diverse nazionalità e storie, e che lui stesso definisce “un laboratorio quotidiano di fraternità”. Qui, insieme ad attivisti e volontari, promuove una cultura dell’incontro e della convivenza, superando barriere di lingua, religione e provenienza.

Pensiero e testimonianza

Il messaggio di don Mattia Ferrari è profondamente ispirato al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa. Nei suoi interventi pubblici e nei libri che ha scritto – tra cui “Pescatori di uomini” (2020) e “Salvato dai migranti” (2024), con prefazione di Papa Francesco – sottolinea come l’incontro con i migranti e con i poveri sia un’occasione di salvezza reciproca: “Io che sono prete non ho convertito questi ragazzi, ma sono loro ad avermi evangelizzato”.

Per don Mattia, la fraternità è la chiave per costruire una società più giusta e umana: “In mare cadono i nostri schemi mentali... In mare sei restituito a quella condizione fondamentale, primordiale, del nostro essere umani, che è la fraternità, l’essere veramente radicalmente fratelli e sorelle”. La sua testimonianza è quella di un prete che non teme di stare “ai margini”, tra chi rischia di essere dimenticato, convinto che proprio lì si giochi la credibilità della Chiesa e della società.

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