La notte del 31 agosto 2023, Napoli è stata sconvolta da un tragico episodio che ha segnato profondamente la città e l’opinione pubblica italiana: l’omicidio di Giovanbattista Cutolo, conosciuto da tutti come “Giogiò”.
Un giovane musicista di talento, appena 24enne, è stato ucciso in piazza Municipio, nel cuore della città, mentre tentava di difendere un amico durante una banale lite. Ma chi ha ucciso Giogiò? E qual è la storia che si cela dietro questo delitto che ha scosso le coscienze?
L’autore dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo è un ragazzo di soli 17 anni, la cui identità non è stata resa pubblica per via della minore età. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a rapine di orologi di lusso, si trovava in piazza Municipio la notte del delitto. La lite, secondo le ricostruzioni, sarebbe nata per un motivo banale: una discussione sul parcheggio di un motorino. In pochi istanti, la situazione è degenerata e il 17enne ha estratto una pistola, sparando a Giogiò e uccidendolo sul colpo.
La sera del 31 agosto, Giogiò si trovava con amici in un locale del centro di Napoli. Dopo aver trascorso la serata in compagnia, il gruppo si è spostato in piazza Municipio. Qui, una lite scoppiata per futili motivi ha coinvolto il giovane musicista e il 17enne. Secondo le testimonianze, Giogiò si sarebbe intromesso per difendere un amico, tentando di fare da paciere. Ma il tentativo di riportare la calma si è trasformato in tragedia: il minorenne ha estratto l’arma e ha fatto fuoco, colpendo mortalmente Giovanbattista Cutolo.
La morte di Giogiò ha scatenato una profonda ondata di commozione e indignazione a Napoli e in tutta Italia. Il giovane musicista era molto conosciuto nell’ambiente culturale cittadino, suonava nell’Orchestra Scarlatti Junior e aveva davanti a sé un futuro promettente. Dopo l’omicidio, amici, parenti e colleghi si sono radunati davanti al Tribunale dei Minorenni di Napoli, improvvisando un concerto in sua memoria e chiedendo giustizia per una vita spezzata troppo presto.
La madre di Giogiò, Daniela Di Maggio, è diventata il simbolo della battaglia per la giustizia. La sua voce, ferma e addolorata, ha risuonato nei media e nelle istituzioni, chiedendo pene più severe e una maggiore attenzione alle vittime. “Neanche 40 anni sarebbero una pena giusta rispetto a quello che ha fatto. Perché mio figlio deve stare in un barattolo, ridotto in polvere, non considerato da nessuno e il suo carnefice tutelato dalla giustizia e riabilitato?”, ha dichiarato con amarezza.
Il processo contro il 17enne si è svolto con rito abbreviato davanti al Tribunale dei Minorenni di Napoli. Il pubblico ministero aveva chiesto il massimo della pena prevista per un minorenne, ovvero 20 anni di reclusione, richiesta che è stata accolta dal giudice il 19 marzo 2024. L’avvocato della difesa aveva tentato di ottenere la messa alla prova alternativa al carcere, ma il tribunale ha rigettato la richiesta, riconoscendo la gravità del gesto e la pericolosità sociale dell’imputato.
La sentenza, tuttavia, ha lasciato l’amaro in bocca ai familiari della vittima e a molti cittadini. La condanna a 20 anni, infatti, è stata ulteriormente ridotta grazie allo sconto previsto dal rito abbreviato (da 30 a 20 anni) e, in seguito alla rinuncia dell’appello da parte dell’imputato, la pena potrebbe scendere a 17 anni. Con i benefici di legge e la buona condotta, il giovane potrebbe tornare in libertà dopo 13-14 anni, quando avrà appena 30 anni.
La vicenda giudiziaria ha sollevato un acceso dibattito sull’adeguatezza delle pene per i reati commessi da minorenni, soprattutto in casi di omicidio. La madre di Giogiò, così come molte associazioni e cittadini, ha criticato la possibilità che l’assassino possa tornare libero in così pochi anni, sottolineando come la legge tuteli maggiormente il colpevole rispetto alla vittima. La riforma Cartabia, che prevede ulteriori sconti di pena per chi rinuncia all’appello, ha contribuito a rendere ancora più dolorosa la vicenda per la famiglia Cutolo.
Nonostante la sentenza e le polemiche, il ricordo di Giovanbattista Cutolo continua a vivere nella memoria di chi lo ha conosciuto e amato. La sua passione per la musica, il suo impegno sociale e la sua generosità sono diventati un esempio per tanti giovani napoletani. In suo nome, familiari e amici hanno dato vita a iniziative culturali e sociali per sensibilizzare contro la violenza e promuovere la legalità.