Un Partito Democratico capace di sovvertire le gerarchie e che possa ottenere un buon risultato in tutte e sei le Regioni in cui si andrà al voto. Questo è l'auspicio, espresso in un'intervista al Quotidiano Nazionale, dal capogruppo del Partito Democratico alla Camera Chiara Braga. Secondo l'esponente del Pd, è possibile che il partito possa vincere tutte e sei le elezioni regionali che si terranno quest'anno. Le Regioni in cui si voterà sono Valle D'Aosta, Veneto, Toscana, Campania, Puglia e Marche.
Al momento, è difficile fare previsioni per le elezioni del 2025, anche perché non c'è ancora una data precisa e in molte Regioni i partiti non hanno presentato i propri candidati per vari motivi. Le uniche certezze sono i presidenti delle Regioni in carica, che saranno quasi sicuramente ricandidati, eccetto Vincenzo De Luca e Luca Zaia, governatori di Campania e Veneto, dopo le recenti decisioni della Consulta sul terzo mandato.
Sembra complicato che il Partito Democratico possa ottenere un en plein in tutte le Regioni in cui si voterà. In Campania, Toscana e Puglia il centrosinistra appare favorito, ma in Veneto e nelle Marche - regioni attualmente governate dal centrodestra - sarà molto più difficile ottenere un risultato convincente.
Partendo dalla Toscana, il presidente della Regione Eugenio Giani sembra essere in vantaggio di almeno 10 punti percentuali sul suo potenziale sfidante di centrodestra. Un sondaggio di qualche mese fa, realizzato da Emg per Toscana TV, mostra che Giani potrebbe essere riconfermato con il 54% dei voti, rispetto al 36,5% del possibile candidato Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia ed esponente di Fratelli d’Italia.
Per quanto riguarda la Puglia, dove il Partito Democratico vorrebbe presentare come candidato Antonio Decaro, sono pochi i sondaggi disponibili. In uno studio condotto da ZC Consulting e BiDiMedia, emerge che un candidato di centrosinistra sarebbe preferito rispetto al centrodestra. Il Pd registrerebbe qui il 26% dei voti, confermandosi come principale forza del centrosinistra. Un discorso simile vale per la Campania, dove il Partito Democratico e i Cinque Stelle correranno insieme per tentare di riconfermarsi dopo dieci anni di governo De Luca.
Non mancano le incognite. Nelle Marche, dove il presidente della Regione Francesco Acquaroli è legato al centrodestra, sembra che Fratelli d’Italia possa riconfermarsi: l'attuale governatore avrà anche il supporto di Azione, il partito di Carlo Calenda, che probabilmente si unirà al centrodestra in un'alleanza inusuale ma non nuova. Non resta che aspettare i sondaggi aggiornati. Una rilevazione di Bidimedia, risalente a febbraio 2025, mostra che il centrodestra è al 47%, mentre l’opposizione si attesta al 45%.
Discorso molto più complesso in Veneto, dove, secondo un sondaggio dello scorso 25 luglio, il centrodestra arriverebbe quasi a doppiare il centrosinistra: 50,8% contro il 29,5%. Tuttavia, questi dati potrebbero essere cambiati a causa delle frizioni interne alla coalizione di governo nella Regione, poiché ogni partito ha presentato un proprio candidato e sembra difficile trovare un accordo.
Come sempre, la Valle d'Aosta resta il più grande punto interrogativo, in quanto non è possibile fare le stesse valutazioni delle altre Regioni a causa del sistema elettorale differente.
Se si andasse oggi al voto, il Pd e il centrosinistra vincerebbero in almeno tre Regioni su sei, mentre restano i dubbi sull’esito positivo in Veneto, Marche e Valle d'Aosta. In Veneto, il Pd potrebbe sfruttare la divisione interna al centrodestra e l’impossibilità di Luca Zaia di partecipare alle prossime elezioni.
Il voto nelle Marche è un’altra incognita: il centrodestra è vicino alla vittoria, ma l’apporto di Calenda potrebbe complicare i piani di Schlein e dei suoi alleati. Sebbene sia difficile ottenere un en plein, non è del tutto impossibile.