Novità per Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Il 41enne ha ottenuto la semilibertà.
Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto la richiesta dei legali di Stasi: la Procura Generale, invece, aveva dato parere negativo, chiedendo che venisse rigettata. Sotto accusa era finita l'intervista rilasciata da Stasi al programma televisivo Le Iene.
Cosa succede adesso? Stasi già lavora all'esterno del penitenziario come contabile.
La semilibertà è regolamentata dall’articolo 48 dell’Ordinamento Penitenziario. Dà l'opportunità al condannato di trascorrere parte del giorno fuori dal carcere per prendere parte ad attività lavorative e istruttive, sempre nell'obiettivo del suo reinserimento sociale.
Quindi Stasi, oltre a lavorare, ora potrà recarsi anche altrove, in base a un programma di trattamento, la cui responsabilità è affidata al direttore dell'istituto di pena. La sera dovrà fare ritorno nel carcere di Bollate: gli orari verranno indicati nelle prescrizioni.
Il provvedimento di semilibertà può anche essere revocato, nel caso in cui il detenuto abbia dei comportamenti non consoni.
La semilibertà viene concessa tenendo conto dei progressi e del comportamento del detenuto durante il periodo trascorso in carcere. Le relazioni su Stasi erano positive, ma la Procura generale aveva rilevato un unico neo. Ossia la mancata richiesta di autorizzazione al magistrato di Sorveglianza per l'intervista a 'Le Iene', andata in onda il 30 marzo ma rilasciata il 22 marzo, durante un permesso premio autorizzato.
La decisione è arrivata oggi, 11 aprile, dopo l'udienza di due giorni fa. La giudice della Sorveglianza Maria Paola Cafferana ha spiegato che il 41enne ha mantenuto “toni pacati” nell'intervista, aggiungendo che il suo percorso è stato caratterizzato da un “rigoroso” e “costante” rispetto delle regole.
Inoltre, secondo la giudice, Stasi non ha alcun divieto di avere rapporti con i giornalisti. Quindi questo elemento, sommato a un percorso in linea "con l'accettazione della condanna", "all'empatia e alla sofferenza" mostrati nei confronti della vittima e ai toni tranquilli dell'intervista, hanno fatto sì che Stasi ottenesse quanto richiesto dai suoi legali.
Stasi, in carcere dal 2015, potrebbe finire di scontare la sua pena nel 2028 o nel 2029, con la liberazione anticipata. Nei prossimi mesi potrebbe inoltre chiedere un'altra misura alternativa al carcere, ossia la messa in prova ai servizi sociali.
In questo caso finirebbe di scontare la sua pena in libertà, svolgendo lavori socialmente utili. Il 41enne, in tutti questi anni, si è sempre dichiarato innocente.
ha dichiarato a LaPresse l'avvocato Giada Bocellari, uno dei difensori di Stasi. Il riferimento è agli sviluppi sul ruolo di Andrea Sempio nel delitto: il 37enne, amico del fratello di Chiara Poggi, è stato iscritto nel registro degli indagati a distanza di 18 anni.
I genitori di Chiara Poggi hanno appreso la notizia della semilibertà di Alberto Stasi dal telegiornale regionale, mentre si trovavano nella loro villetta a Garlasco.
Rita Preda, mamma di Chiara, raggiunta telefonicamente dall'Ansa, ha commentato la decisione del Tribunale sottolineando di provare, ancora una volta, "tanta amarezza".
ha poi aggiunto.
La famiglia di Chiara Poggi ha sempre sostenuto la colpevolezza di Stasi. In merito al nuovo filone d'indagine ha fatto sapere, tramite il proprio legale, che la presenza di tracce di DNA di Sempio sotto le unghie della vittima "non cambia in nessun modo" la responsabilità del 41enne nel delitto.