L’esclusione di Calin Georgescu dalle elezioni presidenziali in Romania ha scatenato polemiche dentro e fuori il Paese. La decisione dell'Ufficio elettorale centrale, giunta dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva già annullato il voto del 2024, è stata definita dai suoi sostenitori un "colpo di stato". Il caso ha attirato l’attenzione di figure di spicco come Elon Musk che ha criticato la scelta e ha alimentato un acceso dibattito sulla democrazia in Europa. Ma chi trae davvero vantaggio da questa situazione? Perché, secondo alcuni osservatori, Vladimir Putin potrebbe essere il vero vincitore di questa crisi politica?
L’Ufficio elettorale centrale della Romania ha escluso il candidato filorusso Calin Georgescu dalle elezioni presidenziali del 4 maggio. Nella decisione del 9 marzo, l’ufficio ha citato la sentenza della Corte costituzionale dello scorso anno, che aveva annullato le elezioni a seguito di accuse di violazioni elettorali. Il voto era stato oggetto di forte dibattito, con accuse secondo cui la Russia avrebbe condotto una campagna online per promuovere Georgescu presso gli elettori.
Il politico di estrema destra aveva vinto il primo turno delle elezioni nel 2024, ma la massima corte aveva annullato il voto due giorni prima del ballottaggio.
I critici della decisione definiscono l'esclusione di Georgescu dalla corsa presidenziale come un "colpo di stato". Georgescu stesso ha reagito alla decisione parlando di un “colpo diretto al cuore della democrazia mondiale” e ha dichiarato: “L’Europa è ora una dittatura, la Romania è sotto la tirannia!”.
This is crazy! https://t.co/a2QiXpqtxL
— Elon Musk (@elonmusk) March 9, 2025
La notizia ha avuto una risonanza mondiale ed ha attirato anche l'attenzione di Elon Musk che ha commentato l’esclusione di Georgescu dalle elezioni presidenziali rumene. Su X, il miliardario ha definito la decisione dell'Ufficio elettorale centrale “folle”, rispondendo a un post di un giornalista che denunciava l’accaduto. Il post affermava:
Musk ha rilanciato diversi post sul tema, affermando in uno: “Come può un giudice porre fine alla democrazia in Romania?"
How can a judge end democracy in Romania? https://t.co/9MFhlq6YwQ
— Elon Musk (@elonmusk) March 10, 2025
Per i critici, l’esclusione di Georgescu rappresenta un altro fallimento delle istituzioni europee, come suggeriscono le parole e i post condivisi da Musk. Un punto di vista che trova riscontro soprattutto tra i sostenitori di Georgescu, che lo vedono come un candidato indipendente capace di portare un cambiamento radicale.
Le dichiarazioni di Musk hanno un peso particolare, anche alla luce del suo ruolo nel Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE), istituito dall’amministrazione Trump per ridurre gli sprechi nel governo federale. Pur non facendo parte direttamente dell’esecutivo statunitense, la sua posizione lo avvicina alle dinamiche di Washington, rendendo le sue parole ancora più influenti.
Parallelamente, anche il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha espresso forti critiche sulla decisione di invalidare le elezioni presidenziali del 21 dicembre in Romania. In un intervento alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, Vance ha dichiarato:
Proseguendo nel suo discorso, ha poi aggiunto:
L'esclusione di Georgescu dalle elezioni e il conseguente dibattito sulla legittimità del voto potrebbero rivelarsi un'opportunità per la Russia. Mosca ha spesso denunciato l’ipocrisia delle democrazie occidentali. L'annullamento del voto in Romania fornisce argomenti a questa narrativa, rafforzando l’idea che l’Unione Europea e i suoi membri utilizzino doppi standard quando si tratta di democrazia e sovranità nazionale.
Inoltre, la crisi politica in Romania potrebbe destabilizzare un paese chiave per la NATO e l’UE. La sfiducia nelle istituzioni europee, alimentata da figure come Musk e Vance, gioca a favore della Russia che da anni cerca di seminare divisioni nel blocco occidentale. Se i sostenitori di Georgescu percepiscono l’UE come un’entità autoritaria e anti-democratica, la Russia potrebbe trarre vantaggio da un’eventuale deriva euroscettica del paese.