Il Derby d'Italia tra Juventus e Inter continua a tenere banco anche a distanza di giorni. I bianconeri hanno ottenuto una vittoria fondamentale, tutt'altro che scontata alla vigilia del match. La qualità dell'Inter faceva pendere il pronostico dalla parte di Lautaro e compagni ma le previsioni sono state smentite. Una grande prova di orgoglio per la squadra di Thiago Motta, che si augura possa essere la svolta della stagione.
Sandro Sabatini, protagonista della trasmissione "Fuoriclasse" in onda su Radio Cusano Campus, è tornato sul match dell'Allianz Stadium insieme ai suoi ospiti. Il giornalista ha evidenziato i meriti della Juventus, pur non rinunciando a una piccola critica a Inzaghi. Il mister nerazzurro sarà chiamato a riprendere le redini della squadra in vista della corsa scudetto.
Raffaele Auriemma, giornalista che segue da vicino il Napoli da ormai molti anni, ha raccontato di aver vissuto il Derby d'Italia in un modo particolare. "Domenica sera - ha spiegato - ho fatto il tifo per la Juventus. Ho fatto un tifo sfegatato per i bianconeri contro l'Inter. Lo farei altre mille volte, lì dove è necessario devi alzare la bandiera che non ti appartiene. Aver tifato la Juventus contro l'Inter è stata una ragione di stato, una cosa necessaria".
Frasi davvero inusuali per un giornalista che non ha mai sposato la causa bianconera per ovvie ragioni. La corsa per lo scudetto, però, ha fatto propendere Auriemma dalla parte della Juve. D'altronde, in caso di vittoria, l'Inter avrebbe avuto l'opportunità di scavalcare il Napoli e portarsi in vetta alla classifica. Uno scenario che non si è verificato per grande merito della Juventus.
Sandro Sabatini, evidentemente divertito dalle esternazioni di Auriemma, ha proseguito la trasmissione facendo i complimenti a Thiago Motta, definito da lui stesso "un buon allenatore". Rimangono però le sbavature di Inzaghi, responsabile del ko al pari dei suoi ragazzi.
"Inzaghi - ha sottolineato - ha parlato di superbia, ma non è che schiacci l'interruttore e si torna automaticamente umili. L'allenatore nerazzurro deve sperimentare qualcosa che non è nelle sue corde, vale a dire avere una squadra non di undici titolari fissi. Deve creare più competizione tra i giocatori e arrivare all'ultima mezz'ora con più freschezza. Si vede che la Supercoppa non è stata di lezione".