16 Feb, 2025 - 10:10

I 5 calciatori più sottovalutati della storia: le leggende dimenticate

I 5 calciatori più sottovalutati della storia: le leggende dimenticate

Nel calcio, come negli altri sport, ci sono atleti che non ottengono il riconoscimento che meriterebbero. É complicato capire perchè questo avvenga ma, nella maggior parte dei casi, il giudizio dei tifosi influenza la reputazione di quel determinato giocatore. Per capire se un calciatore sia effettivamente sottovalutato è sempre bene far passare del tempo e riflettere su che ricordo abbia lasciato a distanza di anni

Sono diversi i nomi che non sono riusciti a entrare nella leggenda nonostante il loro talento smisurato. Stiamo parlando di leader carismatici, alcuni dei quali fondamentali dentro e fuori dal terreno di gioco. Giocatori eccezionali che, però, sono stati dimenticati troppo in fretta da esperti e tifosi. Vediamo allora quali sono i cinque calciatori più sottovalutati della storia partendo da un mix di genio e follia. 

I calciatori più sottovalutati: la classe di Le Tissier

Una vita intera al servizio di una sola maglia. Matt Le Tissier è stato uno dei giocatori più affascinanti della storia del calcio inglese, capace di inaugurare un'epoca d'oro dalle parti di Southampton. Un talento smisurato, in grado di spaccare in due le difese avversarie grazie ai suoi dribbling e alle intuizioni geniali. Una vera e propria gioia per gli occhi che, rivista a distanza di anni, ci fa capire quanto sia stato sottovalutato.

Le Tissier è ricordato dalla maggior parte dei tifosi inglesi ma, fuori dal Regno Unito, il suo nome perde importanza. Un'assurdità per chi ha segnato quasi 200 gol con la maglia del Southampton, molti dei quali di una bellezza unica. Il trequartista è stato uno degli artisti più brillanti del calcio mondiale, dipingendo giocate sensazionali come se fossero quadri.

La leadership silenziosa di Gaetano Scirea

Gaetano Scirea è un altro calciatore che apparterrà per sempre allo sfortunato circolo dei sottovalutati. Capitano della Juventus dal 1983 al 1988, il difensore bianconero perse la vita tra le strade della Polonia quando aveva appena 36 anni. Una grandissima perdita per il calcio italiano, date le infinite qualità morali del calciatore. Scirea ha sempre dimostrato una dedizione fuori dal comune che ne ha fatto un simbolo della Juventus, amato ancora oggi dai tifosi bianconeri.

Quando si parla di campioni del passato, però, il suo nome non viene citato quasi mai. Sarà per la sua leadership silenziosa o per altre ragioni, ma raramente Scirea ha ottenuto il riconoscimento che meriterebbe. 

L'eleganza di Laudrup e Bergkamp

Un altro nome poco conosciuto dai giovani di oggi è quello di Michael Laudrup. Il danese, sempre a metà tra centrocampo e attacco, è stato senza dubbio uno dei giocatori più eleganti della storia. Un mix di classe e tecnica che gli ha permesso di scrivere pagine di storia tra Juventus e Barcellona, nonostante non sia riuscito sempre a dare il cento per cento. 

Storia simile per Dennis Bergkamp, icona degli anni '90 che dominò l'attacco dell'Arsenal. L'olandese, dopo essere passato dall'Inter, trovò la sua dimensione in maglia Gunners. Impossibile dimenticare la rete messa a segno contro il Newcastle, ancora oggi una delle più belle della storia del calcio inglese. Un talento cristallino che, però, non ha raccolto quanto meritava. 

Juan Román Riquelme

Chiudiamo con un altro centrocampista unico: Juan Román Riquelme. El Mudo, vera e propria leggenda in Argentina, ha riportato l'illusione di aver trovato un altro Maradona. Le cose sono andate diversamente ma la classe indiscussa di Riquelme è rimasta negli annali. A volte, però, l'attuale presidente del Boca Juniors è stato messo in secondo piano per far spazio a colleghi decisamente meno dotati. 

Riquelme non ha mia mantenuto le promesse. L'addio al calcio europeo all'apice della sua carriera resta ancora oggi una delle scelte più misteriose della storia di questo sport. Nel 2006 il trequartista del Villarreal, reduce da due stagioni da 34 gol totali, disse addio ai sogni di gloria tornando in patria e lasciando più di un rimpianto per quello che sarebbe potuto diventare. 

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Paolo Consolini
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