La sua è una carriera fatta di rivincite: Brahim Díaz ha sempre dovuto dimostrare, lottando per l'approvazione del suo vero unico amore, il Real Madrid. Quella dello spagnolo è una storia controversa, perché a soli 25 anni l'attaccante classe '99 ha vestito maglie pesantissime, iniziando con quella del Manchester City, passando per quella dei Blancos, fino a quella del Milan, dove è maturato professionalmente.
Ieri sera il ragazzo ha affrontato un vero e proprio derby e ha segnato un gol decisivo contro la squadra che lo ha lanciato nel calcio professionistico. Qual è la storia di questo ragazzo? Facciamo qualche passo indietro.
Quella tra Manchester City e Real non è mai una partita banale e negli ultimi anni sta diventando il nuovo "Clásico" della Champions League. La partita di ieri sera si è retta su equilibri solidi, e le due formazioni hanno mantenuto il pareggio fino alla fine, dimostrando tutta la loro qualità, nonostante stiano ancora lottando per gli ottavi e abbiano la mente poco sgombra.
Ma la partita è molto sentita: lo testimonia lo striscione che i tifosi del City decidono di esporre all'inizio del match. "Non disperarti per il Pallone d'Oro", scrivono i Blues, stuzzicando Vinícius, che per un soffio non ha vinto il trofeo, conquistato poi da Rodri, pupillo del City. Ma alla fine a vincere è stato proprio il Real, con un bellissimo gol allo scadere di Bellingham.
Chi ha raddrizzato le sorti dei Blancos, però, è stato proprio lo spagnolo Brahim Díaz: sotto 1-2, il talento del Real ha sbloccato un momento difficile per la sua squadra. Il suo gol è un tap-in derivato da un tiro di Bellingham. Lo spagnolo naturalizzato marocchino continua la sua corsa dopo il gol ma non esulta e alza le braccia in segno di rispetto verso il club che lo ha fatto crescere.
È Bellingham, poi, ancora, a chiudere i conti e a portare i Blancos a un passo dagli ottavi di finale.
Brahim cresce nelle giovanili del Malaga, città in cui è nato, fino ad approdare al Manchester City nel 2015. Proprio con la squadra che ha punito ieri sera debutta tra i professionisti, ma la concorrenza tra i Citizens è troppo alta e il giocatore è costretto ad andare altrove per giocare.
A puntare su di lui è il Real Madrid, che spende ben 17 milioni di euro per il giovane talento andaluso. Purtroppo anche tra i Blancos trova poco spazio: il giovane deve farsi le ossa e nel 2020 viene ceduto al Milan, che lo ha reso protagonista in più occasioni.
Con i rossoneri diventa un elemento chiave, aiutando la squadra nella vittoria dello scudetto e nel ritorno in Champions League. È proprio la differenza fatta al Milan che induce la sua vecchia fiamma, il Real, a richiamarlo nella capitale. Carlo Ancelotti ha deciso di puntare su di lui, e di certo non ha sbagliato.
Forse non tutti lo sanno, ma Díaz ha scelto di rappresentare la nazionale del Marocco e non quella spagnola. Nonostante abbia esordito con la Spagna in un'amichevole nel giugno del 2021, le mancate convocazioni dei vari CT hanno influenzato la sua decisione.
Non c'è dubbio che le sue radici familiari abbiano giocato un ruolo significativo: il giocatore, infatti, ha la nonna marocchina, il che conferisce al ragazzo legami forti con il paese africano, che dista solo un centinaio di chilometri dalla Spagna.
Anche la Federazione calcistica marocchina ha condotto un lungo lavoro di convincimento sul giocatore, che inevitabilmente avrebbe trovato molto più spazio rispetto alla Spagna.