Sembra uno scherzo, ma oggi quel ragazzino lanciato dallo Sporting Lisbona il 6 agosto 2003 compie 40 anni. Tutti pronti a immaginarlo come un eterno ragazzo, perché effettivamente lo è, ma dimentichiamo che anche CR7 invecchia, nonostante sia stato definito una macchina da tanti sportivi.
Oggi Ronaldo raggiunge una tappa importante della sua vita, ma sul campo sembra dimostrare dieci anni in meno, perché in fondo il suo stile di vita lo ha preservato fino a questo momento e lo ha reso immortale, sempre pronto a qualsiasi sfida sia nel vecchio calcio che in quello moderno.
Quel 5 febbraio 1985 nessuno poteva immaginare che sulla minuscola isola di Madeira, a Funchal, fosse nato un eterno campione, destinato a conquistare il mondo del calcio a suon di gol: quel giorno Maria Dolores dos Santos Aveiro aveva partorito un semi-dio venuto dall’Olimpo, e solo qualche anno più tardi il ragazzo lo avrebbe dimostrato.
Dopo le tappe obbligatorie nei settori giovanili, il suo talento precoce lo porta rapidamente allo Sporting Lisbona, dove nessuno crede a quello che vede in campo: Ronaldo impressiona tutti con la sua velocità e soprattutto con il suo dribbling, accompagnati da una tecnica perfetta e una buona personalità.
Insomma, Ronaldo sembra già un giocatore maturo a 18 anni. Il 6 agosto 2003, durante un’amichevole contro il Manchester United, il ragazzo di Madeira annienta da solo la difesa dei Red Devils, ed è proprio lì che Sir Alex Ferguson rimane abbagliato dal suo enorme potenziale.
Presto detto, il ragazzo passa velocemente in Inghilterra alla corte di Manchester: da giovane promessa Ronaldo si trasforma in un fenomeno mondiale. Quel numero 7 non se lo leverà più di dosso: basti pensare che durante la sua permanenza allo United Cristiano ha superato in realizzazione leggende come George Best o David Beckham.
Il punto di svolta arriva quando guida gli inglesi alla vittoria della Premier League e della Champions League nello stesso anno, aggiudicandosi il suo primo Pallone d’Oro.
Con il trasferimento record di 94 milioni di euro, Ronaldo viene prelevato direttamente dai Blancos di Madrid, dove, come se non fosse già bastato, il portoghese vive anni indimenticabili e vince praticamente tutto ciò che si può vincere.
Segna 450 gol in 438 partite, vince 4 Champions League e cinque Palloni d’Oro. Cristiano passa esattamente 9 anni alla guida di quel Real Madrid, che grazie a lui è diventato il club più titolato al mondo, superando il Milan che deteneva il record. In più diventa il miglior realizzatore di sempre in Champions League.
Indimenticabile quel gol in rovesciata allo Juventus Stadium: un momento così commovente che tutti i tifosi juventini si alzarono ad applaudirlo nonostante il passivo con cui la Juve perdeva (3-0).
A questo punto, nel 2018, arrivano i tre anni intensi alla Juve, un trasferimento record che manda al manicomio i tifosi di ogni squadra italiana: Cristiano Ronaldo avrebbe calcato anche l’erba degli stadi provinciali. Anche qui non male: due scudetti, una Coppa Italia, titolo di capocannoniere. Purtroppo il grande rimpianto è stato quello di non riuscire a vincere la Champions anche con i bianconeri.
Gli ultimi anni in Europa sono terminati con un ritorno di fiamma allo United. Un’esperienza che però non è finita nel migliore dei modi.
Durante la permanenza del campione portoghese in Spagna, la rivalità con Lionel Messi è stata qualcosa di inspiegabile per chi non ha vissuto quella generazione calcistica. Le continue sfide con l’argentino hanno infiammato non solo la Liga, ma il calcio mondiale.
Per rendere l’idea, 11 anni di storia del calcio appartengono solo alla loro rivalità: dal 2008 al 2019 (a parte una piccola parentesi con Luka Modric) i due si sono alternati nella vittoria del Pallone d’Oro. Come sarà andata a finire?