L'ultima stagione di O Ney al Santos risale al 2013: in uno dei club calcistici più importanti della storia brasiliana, Neymar ha mosso i suoi primi passi, forse ha calciato una palla ancor prima di iniziare a camminare. Nel 2009 il suo debutto ufficiale nella massima serie, e poi cinque anni splendidi in cui il giocatore ha posto le basi per diventare una stella internazionale.
A soli 17 anni il campione brasiliano debutta nel Campionato Paulista e sin dall'inizio ci sono pochi dubbi: dimostra di avere talento e velocità superiori alla media. Da novellino realizza 14 gol in 48 partite; non male per un minorenne appena entrato nel calcio professionistico.
Appena divenuto maggiorenne, O Ney è già considerato il miglior talento del calcio brasiliano, tant'è che nella stagione successiva i numeri dell'asso verdeoro raddoppiano.
Come recita il detto: "Si ritorna sempre dove si è stati bene", e infatti il pupillo dei bianconeri è tornato a casa per lasciare l'ultimo grande segno al calcio mondiale prima del ritiro.
La stagione 2009-10 è quella della consacrazione del talento di O Ney: ormai titolare fisso, forma un trio devastante con Ganso e la vecchia conoscenza del calcio italiano Robinho. Quell'anno il Santos domina il Campionato Paulista, con il gioiellino che segna 14 gol in 19 partite.
Nella stessa stagione va a segno anche nella Copa do Brasil, che il Santos vince grazie agli 11 gol messi a segno da Neymar, capocannoniere della competizione. Nonostante il litigio con il tecnico Dorival Júnior, O Ney viene inizialmente escluso dalla squadra, ma nessuno può andare contro la giovane promessa, ormai troppo importante per i bianconeri: la vicenda si chiude con l'esonero dello stesso allenatore.
L'anno più speciale, però, è il 2011: la stagione in cui il calciatore diventa una leggenda. Neymar guida il Santos alla vittoria della Copa Libertadores, riportando a casa un trofeo che mancava da 49 anni, ovvero dai tempi di Pelé. Nessuno dimenticherà mai, tra l'altro, il gol incredibile realizzato dal brasiliano contro il Flamengo: una rete costruita da centrocampo, con dribbling impressionanti al limite dell'area di rigore che mandano il giocatore in porta. Questo gli vale il Puskás Award per il gol più bello dell'anno.
Il 2012 è l'anno della sua consacrazione anche con la nazionale brasiliana: 43 gol in 47 partite e il titolo di Recopa Sudamericana. Conosciamo tutti l'epilogo dell'anno successivo: una squadra blaugrana lo vuole a tutti i costi e sborsa 88 milioni di euro per portarlo in Europa.
Nella stagione 2013-14 il Barcellona si aggiudica le prestazioni del talento brasiliano: dopo un anno di ambientamento nel calcio spagnolo non c'è dubbio, Neymar vale davvero i soldi spesi e porta i blaugrana sul tetto d'Europa, vincendo la Champions League in finale contro la Juventus e segnando anche il gol decisivo a fine partita.
Il trio d'attacco con Messi e Suárez segna un totale di 364 gol in tre stagioni: numeri impressionanti. Seppur l'avventura spagnola dia tanto al giocatore, arriva il momento di trasferirsi al PSG per una cifra monstre: 222 milioni di euro, scelta che viene criticata da molti per via dello stipendio percepito dal giocatore tra i parigini.
Eccetto qualche prestazione super del fenomeno, la carriera di Neymar è un lento declino, che porta il brasiliano solo una volta in finale di Champions contro il Bayern Monaco, persa dal club francese per 0-1.
Nel periodo che va dal 2009 al 2013, O Ney aveva scelto la maglia numero 11, quella che gli aveva portato fortuna. Al suo ritorno, qualche giorno fa, ha sfidato la storia e ha scelto la numero 10, una scelta molto azzardata, visto che il numero apparteneva alla più grande leggenda del calcio mondiale: Pelé.
Chissà se Neymar sarà in grado di onorare quel numero così importante.