04 Feb, 2025 - 10:15

Cartelle esattoriali 2025: 3 errori gravi su rottamazione e contenzioso (da evitare)

Cartelle esattoriali 2025: 3 errori gravi su rottamazione e contenzioso (da evitare)

Come cambia la situazione delle cartelle esattoriali con rottamazione e contenzioso? Cosa succede al contenzioso dopo l’adesione alla Definizione agevolata? E se, dopo aver rinunciato al giudizio, la rottamazione delle cartelle esattoriali non va a buon fine? Sono molti gli aspetti chiariti dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 1997 del 28 gennaio 2025. Vediamo insieme i punti essenziali in materia di rinuncia alle liti per adesione alla rottamazione.

Cosa significa "rottamazione" o "rottamare" una cartella esattoriale?

Attraverso la rottamazione delle cartelle esattoriali, contenuta nell’articolo 1, commi da 231 a 252, della Legge n. 197/2022, ovvero la Definizione agevolata dei carichi affidati all’Agente delle Entrate – Riscossione, molti contribuenti hanno sanato i propri debiti fiscali aderendo a un piano agevolato per il pagamento della sola quota capitale, senza l’applicazione di sanzioni, interessi e aggio.

 Si tratta di un meccanismo che aiuta a ridurre i debiti, ma che non tiene conto della difficoltà economica dei contribuenti al momento della richiesta.

Il contribuente può presentare l’adesione alla Definizione agevolata anche in presenza di un contenzioso in atto. In questo caso, viene espressamente dichiarata la rinuncia alla lite in corso.

Cosa succede al contenzioso se richiedo la rottamazione?

Aderendo alla rottamazione delle cartelle esattoriali, viene meno la materia del contendere e, di conseguenza, scatta la rinuncia alla lite, a condizione che la definizione agevolata riguardi l’intero importo contestato. Difatti, il giudice sospende il giudizio fino alla regolarizzazione degli importi dovuti.

Tuttavia, la causa non si estingue immediatamente: come riportato da InvestireOggi.it, l’estinzione della lite avviene in un secondo momento, ovvero con il deposito della prova del pagamento che perfeziona la rottamazione delle cartelle esattoriali. Se il contribuente non ottempera al pagamento, la sospensione della lite viene revocata.

Il contenzioso viene chiuso nei seguenti casi:

  1. il contribuente paga tutte le rate previste dalla rottamazione;
  2. una delle parti deposita in tribunale la documentazione che prova l’avvenuto pagamento.

Se, invece, i pagamenti non vengono effettuati nei modi e nei termini di legge, il giudice può revocare la sospensione del giudizio. In questo caso, il contenzioso riprende.

La posizione dell'Agenzia delle Entrate

Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 2/2017, l’estinzione del contenzioso avviene nel momento in cui risulta regolarizzato il pagamento completo delle somme dovute.

Pertanto, nell’ipotesi in cui l’adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali venga confermata, ma successivamente il contribuente non rispetti il piano di pagamento, il giudizio si riapre. Al punto 5 della suddetta circolare si legge:

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“Se il debitore non avrà correttamente effettuato il pagamento in unica soluzione o della prima rata, si determinerà l’inefficacia della definizione e il debito, a norma del comma 4 dell’art. 6, non potrà essere oggetto di un nuovo provvedimento di rateizzazione da parte dell’Agente della riscossione”.

Cosa dice la giurisprudenza?

In merito alle cartelle esattoriali oggetto di un contenzioso, la Corte di Cassazione ha ribadito più volte la necessità di pagare le rate rottamate. In particolare, con l'ordinanza n. 24428/2024, ha spiegato le condizioni che determinano l’estinzione della lite:

  • presentazione dell’istanza di rottamazione con la rinuncia al giudizio;
  • dimostrazione dell’avvenuto pagamento delle rate;
  • accettazione della richiesta di rottamazione da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Il caso della sentenza n. 1997 del 28 gennaio 2025

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1997 del 28 gennaio 2025, ha introdotto un’ulteriore condizione legata al contenzioso e alla rottamazione delle cartelle esattoriali.

In particolare, il caso riguarda cosa succede se un contribuente rinuncia al giudizio confidando nella rottamazione, ma successivamente questa non si perfeziona.

Gli elementi principali del giudizio hanno riguardato:

  • una contribuente aveva presentato la rinuncia al ricorso in Cassazione nel 2019, confidando nella rottamazione delle cartelle esattoriali;
  • nel 2022, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha trasmesso un atto in cui emergeva l’esito negativo della rottamazione;
  • il motivo di tale decisione era un errore dell’Amministrazione, che inizialmente aveva annullato il debito indicandolo come azzerato, per poi successivamente emettere una nuova cartella esattoriale.

A questo punto, il contribuente ha presentato un’istanza alla Corte di Cassazione, sostenendo che la rinuncia era correlata al buon esito della rottamazione. Pertanto, è stato fatto salvo il diritto di proseguire la lite.

In sostanza, la Suprema Corte ha ribadito che la rinuncia al contenzioso viene revocata se mancano i presupposti che l’hanno generata, tra cui:

  • se la rottamazione non va a buon fine, il contribuente può riprendere la causa;
  • errori dell’Amministrazione o circostanze che impediscono la definizione agevolata.

In questi casi, il contribuente conserva il diritto di difendersi in giudizio.

Cosa significa per i contenziosi e la Rottamazione quinquies 2025?

Nell’ipotesi in cui sia stato avviato un contenzioso con adesione alla rottamazione delle cartelle esattoriali 2024 e, nel frattempo, sia possibile che venga istituita la Rottamazione quinquies, è importante ricordare diversi aspetti, tra cui:

  • il contenzioso si chiude solo con il pagamento di tutte le somme dovute;
  • con la rottamazione si rinuncia al giudizio, ma se successivamente non si perfeziona, la lite viene riaperta;
  • se la rottamazione viene accolta, ma le rate non vengono versate nei modi e nei termini di legge, è possibile riaprire il contenzioso.

Riepilogo dei concetti chiave 

  • Rottamazione e contenzioso: La rottamazione delle cartelle esattoriali permette di sanare i debiti fiscali con uno sconto su sanzioni e interessi, ma comporta la rinuncia automatica al contenzioso in corso. Tuttavia, il giudizio si estingue solo dopo il pagamento completo delle somme dovute.
  • Revoca della sospensione: Se il contribuente non rispetta i pagamenti previsti dalla rottamazione, il contenzioso può riaprirsi. L'Agenzia delle Entrate chiarisce che il mancato versamento anche solo della prima rata rende inefficace la definizione agevolata.
  • Sentenza della Corte di Cassazione: Con la sentenza n. 1997/2025, la Corte ha stabilito che se la rottamazione non si perfeziona per cause esterne al contribuente (es. errori dell'Amministrazione), la rinuncia al giudizio può essere revocata, consentendo la ripresa della lite.

 

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Antonella Tortora
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