La Rete No Ddl Sicurezza varca i confini nazionali e giunge al Parlamento europeo. Nella giornata di oggi 4 febbraio 2025 e di domani 5 febbraio, gli attivisti faranno sentire la loro voce contro il pacchetto leggi voluto dal governo Meloni che punta ad aumentare la sicurezza nel nostro Paese. Una riforma, a detta degli oppositori, molto pericolosa poichè isola le fasce della popolazione più povere.
Approvato dalla Camera dei deputati lo scorso settembre, il Ddl Sicurezza è stato oggetto di diverse manifestazioni in tutta Italia. A dicembre 2024, gli attivisti sono scesi in piazza a Roma per contestare le misure proposte dall'esecutivo nazionale. All'interno della riforma voluta dal governo Meloni sono previste pene molto severe per chi prende parte a proteste ambientali, chi manifesta in maniera pacifica il proprio dissenso e per l'occupazione di immobili. Presi di mira - a detta della Rete - anche i migranti e i carcerati.
Alla Rete contro il ddl Sicurezza hanno preso parte centinaia di associazioni che si occupano di diritti umani, dopo un'assemblea dello scorso novembre 2024 alla Sapienza di Roma. Per ora il disegno di legge 1236 è in attesa di essere approvato dal Senato, probabilmente dovrebbe approdare a Palazzo Madama nel mese di marzo.
Una spedizione a Bruxelles per chiedere il rispetto dei diritti civili in Italia. Questa è la missione della Rete No Ddl Sicurezza-A Pieno Regime che si è recato al Parlamento europeo per spostare l'attenzione sulla contestata riforma voluta dal governo Meloni. Nella giornata di oggi, 4 febbraio 2025, si terrà nella capitale belga una conferenza stampa da parte della Rete No Ddl Sicurezza promossa dagli europarlamentari italiani.
Il gruppo di associazioni parteciperà poi a diverse attività ed eventi che si svolgeranno nel Parlamento europeo assieme ad altre realtà da tutto il continente. Un'occasione per costruire l'alternativa a quello che spesso è stato chiamato "decreto Ungheria".
Il percorso del ddl Sicurezza è iniziato la scorsa estate. Il disegno di legge prevede diverse novità in tema di immigrazioni, carceri, sicurezza e più in generale gestione dell'ordine pubblico. Sin dalla prima bozza, il ddl ha fatto discutere non poco. A destare scalpore sono alcuni aspetti relativi all'espressione del dissenso: la norma anti-Gandhi, ad esempio, prevede un periodo di detenzione per le persone che manifestano bloccando strade o stazioni.
Per i manifestanti è previsto un mese di carcere se manifestano da soli, due anni se sono in gruppo e 15 se sussiste anche la resistenza a pubblico ufficiale. Sono previste pene da uno a cinque anni per le rivolte nelle carceri e un regime più morbido per le detenute incinta. Punita l'occupazione abusiva - norma anti-Salis - con una pena che va dai due a sette anni.
C'è poi il tema migranti. Le persone senza permesso di soggiorno non potranno avere una Sim e chiunque la venderà potrà essere punito con la chiusura dell'attività da cinque a trenta giorni. Le forze dell'ordine avranno in dotazione la bodycam e potranno usare le armi di ordinanza anche fuori dall'orario di servizio.
Si è parlato tanto del ddl Sicurezza sul finire dello scorso anno, fino alla protesta del 14 dicembre 2024. La Lega di Matteo Salvini sperava di vedere il pacchetto di misure approvato prima di Natale ma è slittato al 2025, nel frattempo parte della maggioranza si è detta ben disposta ad alcune modifiche del testo. Nella seconda settimana di gennaio, la Rete si è riunita per discutere delle prossime proteste contro le misure volute dal governo Meloni.
Sono sorte preoccupazioni anche sull'articolo 31 del disegno di legge che prevede una rafforzamento del rapporto tra enti pubblici - tra cui le università - e i servizi segreti italiani. I sindacati studenteschi hanno denunciato i rischi per la democrazia negli atenei anche su Tag24. Infine, venerdì 17 gennaio 2025 c'è stata una protesta non troppo lontano da Palazzo Madama organizzata da Amnesty International.
Nei prossimi mesi è auspicabile una nuova mobilitazione a livello nazionale contro le misure del governo Meloni. Probabilmente, nella data di discussione del ddl in Senato, si terrà un nuovo presidio.
Misure contro il dissenso e la sicurezza pubblica: Il Ddl Sicurezza prevede pene severe per chi partecipa a proteste, blocca strade o stazioni, e occupa immobili. Le sanzioni variano da un mese a 15 anni di carcere, a seconda delle circostanze. La riforma è criticata per limitare il diritto di manifestare e per la repressione di movimenti sociali.
Misure sui migranti e il controllo: La legge impone restrizioni sugli immigrati senza permesso di soggiorno, impedendo loro di avere una SIM, e introduce sanzioni per chi vende SIM a persone non registrate. Inoltre, le forze dell'ordine avranno la possibilità di utilizzare bodycam e armi anche fuori servizio.
Mobilitazione contro il Ddl: La Rete No Ddl Sicurezza, supportata da molte associazioni per i diritti umani, ha organizzato manifestazioni, anche a livello internazionale, per opporsi a queste misure. La legge è ancora in discussione al Senato, con proteste previste nei prossimi mesi.