03 Feb, 2025 - 18:30

Gravina al suo terzo mandato: pro e contro alla guida della FIGC

Gravina al suo terzo mandato: pro e contro alla guida della FIGC

Inizia ufficialmente il terzo mandato di Gabriele Gravina, rieletto presidente della FIGC anche per il prossimo quadriennio. I voti ricevuti dal già presidente della federazione sono più di 481mila, un ulteriore record rispetto a quelli precedenti: parliamo del 98,7 per cento di voti, con poco più di 6mila schede bianche.

"Grazie di cuore per questo sostegno, che rappresenta un'ulteriore responsabilità" ha detto Gravina dopo il verdetto che lo incorona per la terza volta alla guida della Federazione Giuoco Calcio.

Come rivela AdnKronos, il presidente ha fatto dapprima un augurio alla prossima gestione quadriennale, per poi fare chiarezza sulle visioni future che attendono il sistema calcistico italiano: un piano diviso in strategico e industriale. Un processo riformatore che – sottolinea lo stesso Gravina – non sarà privo di ostacoli, anzi, si rivelerà anche piuttosto arduo; l'importante è affrontarlo con convinzione.

Il terzo mandato di Gravina, i successi sotto la sua gestione

Il capo della FIGC si è insediato per la prima volta il 22 ottobre del 2018, con il 97,2 per cento dei voti a favore, già allora un record battuto. Sono tanti gli eventi storici che Gravina ha dovuto gestire, dai più belli ai più disastrosi.

Appena un anno dopo la sua prima elezione, ha dovuto affrontare la crisi causata dalla pandemia di Covid-19, lavorando per garantire la ripresa delle competizioni calcistiche in tutta sicurezza e sostenendo anche le società in crisi economica. Senza dubbio una situazione che l'Italia ha gestito egregiamente.

Nel 2021 la sua rielezione con il 73,4 per cento dei voti, che sono stati utili per superare il suo vice Cosimo Sibilia. Proprio nello stesso anno la Nazionale italiana ha toccato uno dei suoi punti massimi a livello storico: la vittoria dell'Europeo. Il titolo raggiunto al Wembley Stadium ha riportato gli Azzurri alla vittoria dopo ben 53 anni.

Oltre al raggiungimento di un risultato sportivo così importante, a Gravina si deve il merito di altre iniziative di rilievo, soprattutto a livello sociale: il presidente ha promosso iniziative per combattere il razzismo nel calcio, ricevendo nel 2019 il premio "La Moda veste la Pace" dal Parlamento Europeo.

Non da ultimo, il sostegno per lo sviluppo del calcio femminile in Italia, che negli ultimi anni ha effettivamente ricevuto un interesse maggiore: le battaglie di Gravina hanno portato a una crescita di popolarità e investimenti nel settore.

Le critiche sull'operato di Gravina

Oltre ai successi, però, durante i primi due mandati del presidente ci sono stati vari episodi dubbi che hanno attirato critiche da parte della Procura e dell'opinione pubblica. A cominciare dalla mancata realizzazione delle riforme promesse: tra le iniziative annunciate, come una riforma dei campionati e la riduzione del numero di squadre professionistiche, nessuna di queste è stata attuata.

Per di più, si ricorda anche l'indagine della Procura nel dicembre del 2024, che ha accusato Gravina di appropriazione indebita e autoriciclaggio in relazione all'assegnazione dei diritti televisivi della Lega Pro nel 2018.

Alcuni esponenti politici hanno criticato Gravina per il suo stipendio, sostenendo che guadagni addirittura più del Presidente del Consiglio. Se poi l'Italia è riuscita a vincere l'Europeo, nessuno dimentica la mancata qualificazione degli Azzurri al Mondiale e la débacle all'ultimo Europeo, che a livello emozionale ha quasi cancellato la gioia del 2021.

Il futuro tra promesse e auspici

Sicuramente ci si attende un progresso del calcio italiano durante il terzo mandato del presidente Gravina: l'auspicio è quello di alzare il livello di una Serie A sempre più povera di talento e che fatica a competere con la ricchezza dei top campionati europei.

La priorità è soprattutto il prossimo Mondiale, dove l'Italia non può assolutamente mancare: in caso di fallimento sarebbe il momento più buio della storia della Nazionale italiana, e questo non bisogna permetterlo.

 

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Luca Liaci
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