L’amministrazione Trump ha inaugurato la nuova presidenza con una stretta protezionistica destinata a scuotere i rapporti commerciali globali. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi su Canada, Messico e Cina. La mossa ha segnato una svolta nelle relazioni economiche con due dei principali partner commerciali di Washington, Ottawa e Città del Messico. La decisione era stata ampiamente anticipata durante la campagna elettorale. Gli Usa hanno annunciato dazi del 25 per cento sulle importazioni dai vicini nordamericani e del 10 per cento su quelle cinesi.
L’iniziativa si inserisce nella strategia America First che Trump ha adottato fin dal primo giorno della sua presidenza con l’obiettivo dichiarato di proteggere l’industria statunitense. Come hanno reagito i paesi colpiti da queste misure?
Gli Usa di Donald Trump hanno imposto dazi del 10 per cento su tutte le importazioni dalla Cina e del 25 per cento su quelle provenienti da Canada e Messico. Prima dell’annuncio, Trump aveva lasciato la porta aperta a un’eccezione per il petrolio. Infine, l'annuncio ufficiale ha previsto una tassazione del 10 per cento sui prodotti energetici canadesi, tra cui petrolio, gas ed elettricità.
Trump aveva già minacciato i suoi vicini, Canada e Messico, di introdurre dazi per non aver fatto abbastanza per fermare l'immigrazione illegale e il traffico di droga, e la Cina per il suo ruolo nella diffusione del fentanyl.
????President Donald Trump is taking decisive action to protect Americans from the fentanyl crisis. Fentanyl is the leading cause of death for Americans ages 18 to 45.
— The White House (@WhiteHouse) February 1, 2025
Today’s tariff announcement is necessary to hold China, Mexico, and Canada accountable for their promises to halt… pic.twitter.com/qY9X2wx9CT
I nuovi dazi di Trump contro Canada, Messico e Cina prendono di mira anche la scappatoia commerciale che consente agli esportatori di fare spedizioni inferiori a 800 dollari esenti dai dazi. Questa eccezione, nota come “de minimis”, ha contribuito alla crescita in particolare dei rivenditori low cost delle aziende come Shein e Temu.
I repubblicani applaudono la mossa di Trump, mentre i democratici denunciano le eventuali conseguenze economiche e l'impatto sui prezzi provocato dai dazi. Washington non ha dato indicazioni chiare su quando i dazi verranno ritirati ma ha annunciato che rimarranno in vigore “finché la crisi non sarà alleviata”.
Secondo gli esperti, le aziende dovranno sostenere maggiori costi a causa dei queste misure e le catene di approvvigionamento saranno interrotte. Questo si manifesterà con un aumento generale dei prezzi, influenzando negativamente non solo i mercati locali, ma anche quelli globali. Le ripercussioni potrebbero essere sentite in vari settori, dai beni di consumo ai prodotti industriali, con un impatto diretto sulle tasche dei consumatori.
Il Canada ha risposto ai dazi statunitensi prendendo di mira beni come abbigliamento, elettrodomestici, bevande alcoliche, frutta e succhi di frutta. Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha imposto dazi del 25 per cento su un massimo di 155 miliardi di dollari di importazioni dagli Usa. I dazi entreranno in vigore martedì 4 febbraio.
We will always stand up for Canada. pic.twitter.com/Eg9vkh4bS0
— Justin Trudeau (@JustinTrudeau) February 2, 2025
La presidente messicana, Claudia Sheinbaum, ha annunciato di aver ordinato contromisure "a difesa degli interessi del Messico". Sheinbaum non ha precisato quali misure saranno adottate contro i dazi statunitensi, ma ha affermato su X di aver incaricato “il segretario dell'Economia di attuare il Piano B su cui stiamo lavorando, che comprende misure tariffarie e non tariffarie a difesa degli interessi del Messico”. Si attendono possibili dazi di ritorsione sulle importazioni dagli Usa, in particolare su prodotti come acciaio, alluminio e alcuni alimenti.
Rechazamos categóricamente la calumnia que hace la Casa Blanca al Gobierno de México de tener alianzas con organizaciones criminales, así como cualquier intención injerencista en nuestro territorio.
— Claudia Sheinbaum Pardo (@Claudiashein) February 2, 2025
Si en algún lugar existe tal alianza es en las armerías de los Estados Unidos…
Pechino non ha reagito con una mossa che potrebbe scatenare un'immediata guerra di dazi. Il ministero del Commercio cinese ha esortato gli Stati Uniti a "impegnarsi in un dialogo franco e a rafforzare la cooperazione". Con un gesto simbolico, la Cina contesterà Washington presso l'Organizzazione mondiale del commercio. Questo gesto fa parte dell’approccio cinese che sostiene che il commercio internazionale si basi su regole, ma non comporta implicazioni dirette per Washington. Le contromisure, ancora non specificate, entreranno in vigore martedì 4 febbraio.
L’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti ha scosso i legami economici con alcuni dei suoi principali partner. Questo nuovo capitolo della politica commerciale americana potrebbe segnare un periodo di maggiore instabilità economica a livello globale, con effetti che si estenderanno ben oltre i confini americani. L'equilibrio fra protezionismo e cooperazione rimarrà uno degli aspetti cruciali da monitorare nelle relazioni internazionali dei prossimi anni.