Il taglio del cuneo, che quest’anno si trasforma da contributivo a fiscale, diventa una vera beffa per i redditi bassi. Dopo un allarme lanciato dalla CGIL, per effetto della trasformazione, i lavoratori con reddito tra 8500 euro e 9000 euro, perderanno 1200 euro netti.
Dopo l’ammissione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta studiando una possibile soluzione per andare incontro a tutti i lavatori penalizzati dalla novità introdotta dalla Manovra.
Vediamo, allora, quali sono le novità, come funziona il cuneo fiscale e perché ci rimettono i lavoratori con redditi bassi.
Una delle misure principali della manovra 2025 e cavallo di battaglia della maggioranza è il taglio del cuneo fiscale.
Reso strutturale, così come previsto dalla Legge di Bilancio del 2025, il taglio del cuneo fiscale riduce i contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. Di fatto, il taglio è uno sconto che abbassa l’importo dei contributi che vengono trattenuti dallo stipendio.
Il cuneo fiscale e contributivo è la differenza tra il costo complessivo del lavoro sostenuto dall’impresa e l'importo netto che rimane effettivamente a disposizione del lavoratore.
La suddetta differenza è determinata dalle imposte e dai contributi previdenziali e assistenziali, che sono calcolati sulla base della retribuzione e che vengono versati sia dal datore di lavoro che dal lavoratore. Pertanto, il costo del lavoro comprende un insieme di elementi eterogenei, che gravano su soggetti diversi.
Il taglio viene applicato direttamente nella busta paga come sconto sui contributi e calcolato in base alla retribuzione annuale, tenendo in considerazione il reddito percepito.
A differenza dello scorso anno, nel 2025 non c’è più un taglio del cuneo contributivo del 6% o del 7%, bensì, una combinazione di indennità esentasse per chi ha redditi fino a 20.000 euro e un sistema di detrazione fiscale decrescente per i redditi superiori.
In questo secondo caso:
Se il taglio del cuneo fiscale e contributo avrebbe dovuto portare benefici in busta paga, la realtà si rivela essere molto diversa per i redditi bassi.
I lavoratori dipendenti con i redditi più bassi vedranno circa 100 euro in meno al mese, ovvero 1200 euro in meno all’anno in busta paga.
Una problematica molto seria emersa proprio con la manovra 2025, che ha cambiato il taglio del cuneo fiscale: se nel 2024 il taglio era basato sui contributi, quest’anno è stato trasformato in un taglio fiscale.
Il problema era stato sollevato dalla CGIL, secondo la quale i contribuenti con reddito basso quest’anno avrebbero perso 1200 euro annui. Si tratta del trattamento integrativo, poiché nel passaggio da contributivo a fiscale, il taglio del cuneo li rende incapienti.
E così, quello che avrebbe dovuto essere un sostegno per i redditi medio-bassi si trasforma quasi in una beffa. I penalizzati sono tutti coloro che hanno un reddito compreso tra 8500 euro e 9000 euro.
La sottosegretaria al MEF, Lucia Albano, è intervenuta in Commissione Finanze della Camera sulla questione, affermando che l’eventuale estensione dell’ex bonus Renzi ai contribuenti interessati dalla perdita dovuta al taglio del cuneo fiscale sarà oggetto di valutazione.
La modifica introdotta dalla manovra ha avuto un effetto negativo, generando un alleggerimento di tutt’altra natura per alcuni contribuenti.
Per concludere, ti lascio le informazioni principali sulle conseguenze negative del taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi in quattro punti: