Niente a che vedere con la storia, o più probabilmente, con la leggenda di Caligola che voleva nominare console il suo cavallo. Ma nei prossimi giorni andrà in vigore il regolamento che permetterà ai cani dei senatori (non ai gatti) di entrare a Palazzo Madama.
Il presidente Ignazio La Russa ci teneva particolarmente a questa innovazione. E, ormai, completati i decreti attuativi, il grande giorno degli amici a quattro zampe nelle stanze del potere è davvero prossimo.
E pensare che gli storici moderni, a differenza degli antichi per i quali Caligola era pazzo sic et simpliciter, pensano che la volontà dell'imperatore di nominare console Incitatus, il suo cavallo, non fosse dovuta ad altro se non alla sua volontà di ridicolizzare il Senato romano.
Ora, invece, la scelta di La Russa di far entrare gli animali in Senato è dovuta principalmente al fatto che diversi studi hanno dimostrato che stare in compagnia del proprio Fido sul posto di lavoro aumenta la produttività.
Nel 2023, la Mars (che, certo, non può considerarsi del tutto terza in questa fattispecie) affidò alla Swg un'indagine da cui emerse che, secondo i lavoratori, portare il cane al lavoro migliora l’umore dell’ufficio (lo evidenziò il 47% degli intervistati), diminuisce lo stress (per il 42%), favorisce le occasioni di scambio con i colleghi (per il 40%), stimola la creatività (a detta del 31%) e, soprattutto, aumenta la produttività (per il 27%).
Sempre dall’indagine, emerse poi che la metà delle persone che lavorano in ufficio e possiedono un cane ritengono che le rispettive aziende debbano organizzarsi per politiche pet friendly.
Il Senato, quindi, poteva venir meno a quest'aspettativa?
Il presidente del Senato Ignazio La Russa, in ogni caso, ha una ragione anche del tutto personale per voler aprire le porte di Palazzo Madama ai cani dei senatori. Al suo cane lupo deve addirittura la sopravvivenza durante gli anni di piombo, violentissimi soprattutto nella sua Milano.
Il motivo l'ha raccontato a Nicola Rao, autore del libro "Il tempo delle chiavi" nel quale il presidente del Senato confessa che avrebbe dovuto essere ucciso al posto di Sergio Ramelli, il 19enne legato al Fronte della Gioventù morto in seguito all'aggressione di un gruppo di militanti di Avanguardia Operaia nel 1975.
Ebbe la vita salva perché, una volta, un colpo di pistola, anziché lui, trafisse la spalla della sua ragazza che gli stava accanto. E perché, in ogni caso, sempre, si accompagnava con il suo cane lupo:
E quindi: chi voleva farlo fuori avrebbe dovuto prendere la mira da lontano. E vallo a pescare un killer con una mano così ferma...
E comunque: che regole ci saranno per i cani in Senato? C'è da dire subito che non tutti gli spazi saranno accessibili agli amici a quattro zampe: potranno sostare solo negli uffici personali dei senatori, dei dirigenti e degli impiegati di Palazzo Madama (ma solo se tutti coloro che li frequentano saranno d'accordo). Sarà consentito un solo animale a persona. Se saranno troppi in una sola giornata, il diritto sarà concesso a rotazione. Ci saranno, inoltre, percorsi obbligati, con divieto di sosta nei corridoi. Trasportini, guinzagli (non più lunghi di un metro e mezzo) e museruole saranno obbligatori. Infine, gli ingressi per gli animali saranno solo quelli secondari. Una volta dentro, poi, inutile dire che i cani non potranno deifecare: se proprio dovesse scappare, i proprietari (o chi per loro) dovranno subito pulire.
Ora: Palazzo Madama, che fu voluto dai Medici nel Quattrocento, non vedrà certo per la prima volta dei cani aggirarsi tra le sue stanze.
C'è un precedente illustre, sebbene non legato direttamente alla politica: il palazzo che oggi ospita il Senato, a fine Cinquecento, ospitò per un certo periodo anche Michelangelo Merisi, il Caravaggio. Il quale, in maniera un po' insolita per quel tempo, aveva un cane. Si chiamava Barbone. E chissà se, ora, più di quattro secoli dopo, i cani dei senatori ne fiuteranno ancora la presenza: nel caso, ispireranno capolavori.