02 Feb, 2025 - 10:15

Centrosinistra a pezzi: M5S verso la corsa solitaria

Centrosinistra a pezzi: M5S verso la corsa solitaria

Tutti uniti per cercare di formare una coalizione coesa e credibile, capace di battere il centrodestra di Giorgia Meloni quando, nel 2027, si tornerà a votare? Nemmeno per sogno. Il potere logora chi non ce l'ha, diceva Andreotti. E di sicuro logora il centrosinistra che, più tempo passa all'opposizione, più si divide.

Del resto, sono i temi del mondo reale, dalla politica estera al Jobs Act, a dividere inesorabilmente Partito Democratico, Italia Viva, Azione, Più Europa, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento Cinque Stelle. Così, quest'ultimo, per voce del suo leader, Giuseppe Conte, oggi, ha preso al volo l'occasione offertagli da Dario Franceschini e ha già fatto capire che considera seriamente l'opzione di correre da solo in occasione delle prossime elezioni nazionali. 

L'ex ministro della Cultura, nei giorni scorsi, vista l'impossibilità di creare un Campo largo o un Ulivo 2.0, aveva avanzato la proposta di una nuova strategia per i partiti di centrosinistra: presentarsi uniti solamente nei collegi uninominali, per il resto andare divisi. 

Ma se quest'idea è piaciuta a Giuseppe Conte, non ha affatto convinto, nell'ordine, Romano Prodi, Arturo Parisi, Rosy Bindi e Michele Emiliano. Nel centrosinistra già è tempo di raccogliere i cocci.

Centrosinistra a pezzi: il Movimento Cinque Stelle pronto a salutare la compagnia

Partiamo dall'inizio. È il 24 gennaio quando l'ex ministro della Cultura nonché capocorrente di lunghissima data del Partito Democratico Dario Franceschini concede un'intervista a Repubblica in cui si dice convinto che l'Ulivo non possa tornare: 

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Bisogna marciare divisi per battere la destra

è la sua parola d'ordine. Nello specifico:

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I partiti di opposizione vadano al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l'aspetto proporzionale della legge elettorale. È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra

Questa la proposta che dalle parti di Campo Marzio, sede dei Cinque Stelle, è stata recepita come un liberi tutti. Lo testimonia la risposta di Giuseppe Conte arrivata questa mattina, domenica 2 febbraio 2025, sempre attraverso le pagine di Repubblica.

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La proposta di Franceschini la guardo con attenzione perché è un tentativo di rendere compatibili le differenze. L'importante è condividere l'obiettivo di porre al centro dell'azione politica il cambiamento della società

Dagospia commenterebbe alla romanesca: ciao core!

Le critiche dei compagni di partito di Franceschini

Sta di fatto che la proposta di Franceschini ha trovato aspre critiche proprio tra gli altri dirigenti, o comunque nomi pesanti, del Partito Democratico. In primis, da parte di Romano Prodi. Alla domanda: la proposta di Franceschini di marciare divisi al proporzionale per colpire uniti nei collegi la convince? La risposta del Professore è stata questa:

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Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni? Se scriviamo oggi che dobbiamo andare al voto senza un'idea, anzi che dobbiamo proprio evitare di avere un'idea in comune, si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese. Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità. Poi ci si riuscirà oppure no, ma se non si parte di questo è solo cinismo

Parisi contro Conte (e Franceschini)

Chiaro, il Professore: no? Ora: se Goffredo Bettini, altro dirigente molto influente nelle stanze del Pd, pare l'unico convinto da Franceschini e ci aggiunge l'idea di un "patto repubblicano" per battere la destra (magari al solito grido "arrivano i mostri!"), Arturo Parisi, numero due di Prodi, ha commentato attraverso il Corriere della Sera l'annunciata fuga di Conte in questo modo:

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Strano. Si diceva interessato a un confronto sui contenuti preliminare a ogni alleanza. Da qualche parte avevo addirittura visto un interesse a primarie di coalizione: l'unico modo per risolvere su un piano di parità l'altrimenti inevitabile designazione del premier da parte del partito stabilmente più forte. La verità è che l'andare divisi piace a troppi...

Rosy Bindi scatenata

In queste ore, poi, si sta facendo sentire anche Rosy Bindi. Prima, intervistata da Tiziana Panella a Tagadà, ha dato del mafioso e fascista al modus operandi del governo dopo la notizia dell'indagine a carico di Giorgia Meloni

Poi, intervistata dal Quotidiano Nazionale, ha regolato i conti con Franceschini così:

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“Io credo che a due anni e mezzo dal voto il modo migliore per azzerare ogni possibile alternativa alla destra sia dire: andiamo divisi. E per far cosa, poi? È come dire: cari elettori, non ci siamo messi d’accordo ma vi promettiamo che litigheremo meglio dopo il voto... Qualcuno ci crede? Siamo seri”

Michele Emiliano e la voglia di Palazzo Chigi

Infine, si è fatto sentire anche il Governatore della Puglia Michele Emiliano: 

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Correndo divisi si perde, basta parlare di candidati a premier

ha dichiarato al Fatto Quotidiano, mettendo evidentemente il dito in un'altra piaga del centrosinistra, dove sono sempre più numerosi i dirigenti che non credono che Elly Schlein possa essere la candidata giusta da contrapporre a Giorgia Meloni per Palazzo Chigi, e dove proprio Giuseppe Conte non ha mai fatto mistero di ambire alla leadership. 

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Giovanni Santaniello
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