"Il fatto non sussiste". Assolti con formula piena l'ex primario di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, e la sua vice, Liliana Mereu. I due erano accusati di maltrattamenti continuati e in concorso, in merito ai presunti abusi sul personale medico nel reparto in cui entrambi lavoravano.
Il caso era emerso dopo l'improvvisa scomparsa di Sara Pedri- una ginecologa 31enne originaria di Forlì ma in servizio a Trento- avvenuta il 4 marzo del 2021. Un mistero lungo quasi 4 anni: si ipotizza il suicidio, ma il suo corpo non è stato mai ritrovato.
Il caso di Sara Pedri a Storie Italiane- Puntata del 18/10/2022
La Procura aveva chiesto una condanna a quattro anni, due mesi e 20 giorni per i due medici. L'assoluzione, dopo un lungo processo, è arrivata oggi, venerdì 31 gennaio 2025. L'ex primario, licenziato a novembre del 2021, era stato in seguito reintegrato.
Tateo e Mereu si sono sempre dichiarati innocenti. Trentuno persone si erano costituite parte civile nel processo. Infermiere, ostetriche e ginecologhe del reparto di ginecologia e ostetricia, ma anche la sorella di Sara Pedri, Emanuela, che non ha mai smesso di tenere alta l'attenzione su quanto accaduto alla 31enne.
Oggi il gup del Tribunale di Trento, Marco Tamburrino, ha applicato l'articolo 530, comma due, del codice di procedura penale e assolto i due medici perché "il fatto non sussiste". Le motivazioni della sentenza verranno depositate in 90 giorni.
L'avvocato di Saverio Tateo, dopo la sentenza, ha affermato che per il suo assistito sarà difficile superare "l'esposizione mediatica feroce di cui è stato vittima".
Il giorno prima della sua scomparsa, il 3 marzo 2021, Sara Pedri aveva rassegnato le dimissioni. Secondo l'accusa da mesi subiva vessazioni in ospedale, dovendo sottostare a turni massacranti tra gli insulti. Una situazione che, secondo la famiglia, l'aveva profondamente cambiata. Aveva perso peso e appariva sempre stressata.
Il 4 marzo Sara è scomparsa nel nulla. La sua auto, una Volkswagen T-Roc, è stata in seguito ritrovata vicino a un ponte sul torrente Noce, che confluisce nel lago di Santa Giustina, in Val di Non.
Secondo gli inquirenti Sara si sarebbe tolta la vita, gettandosi in queste acque. Che, però, non hanno mai restituito il suo corpo. Tutte le ricerche, portate avanti nel tempo, non hanno dato risultati.
Gli ultimi giorni, prima di sparire per sempre, la 31enne scriveva:
Il dolore per la perdita di Sara ha spinto Emanuela Pedri a fondare l'associazione Nostos, con l'obiettivo di aiutare e sostenere le vittime di mobbing ed evitare che storie come quella di sua sorella possano ripetersi.
La vicenda che ha colpito Sara, ha dichiarato più volte, ha permesso che crescesse l'attenzione verso il benessere sul luogo di lavoro.
Il 23 giugno 2024 la ginecologa avrebbe compiuto 35 anni. I suoi familiari e i suoi amici continuano a onorare la sua memoria. Convinti che ormai non tornerà, ma che continuerà a vivere in tante cose.