Il pattugliatore della Marina Militare Cassiopea ha attraccato questa mattina alle 7:30 al porto di Shengjin in Albania, dove sono iniziate le operazioni di trasferimento nell’hotspot italiano dei 49 migranti selezionati per la procedura accelerata di frontiera.
Entra nel vivo il protocollo per il trasferimento dei migranti nei centri per il rimpatrio italiani in Albania dopo che il Governo Meloni ha deciso di ‘forzare la mano’ riattivando le procedure prima della pronuncia della Corte di Giustizia Europea sul ricorso dei giudici italiani sulla lista dei paesi sicuri per i rimpatri dei richiedenti asilo.
Una decisione che ha riacceso la polemica politica e ha portato a un livello superiore lo scontro con la magistratura dopo le violente contestazioni all’inaugurazione dell’anno giudiziario contro la riforma della separazione delle carriere.
Le prossime 48 ore saranno decisive per le sorti dell’operazione Albania, ma anche per delineare il perimetro futuro dello scontro tra il potere esecutivo e quello giudiziario, poiché i giudici della Corte di Appello di Roma dovranno decidere se convalidare il trasferimento, o, se riportare i migranti (tutti o solo alcuni) in Italia.
Con l’approvazione del Decreto Flussi, la competenza in materia è passata dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma al Collegio di secondo grado che dovrà pronunciarsi entro giovedì 30 gennaio. I giudici dovranno decidere se i 49 migranti selezionati per la procedura accelerata di frontiera possano o meno essere rimpatriati nei propri paesi di origine o se, invece, abbiano diritto a ottenere l’asilo nel nostro paese.
La discriminante è la sicurezza del paese di provenienza. I 49 richiedenti asilo provengono da paesi come Egitto, Bangladesh, Costa d’Avorio e Gambia, tutti presenti nella famosa lista dei ‘Paesi Sicuri’ stilata dal governo italiano.
In occasione dei due trasferimenti precedenti, i giudici romani non avevano convalidato i trattenimenti, disponendo il rientro in Italia e la liberazione dei migranti per l’impossibilità di riconoscere come sicuri i paesi di provenienza nonostante le indicazioni del Governo.
Una diatriba di cui è stata interessata la Corte di Giustizia Europea la cui decisione è attesa per il 25 febbraio.
La parola, quindi, è passata ai giudici romani che potrebbero decidere di non convalidare nessuno dei trattenimenti in attesa della decisione della Corte Ue - sulla scia dei colleghi di primo grado - o se tenere conto dei recenti pronunciamenti della Cassazione e applicare quanto stabilito dal Governo in materia di sicurezza dei paesi, convalidando solo i trasferimenti dei migranti che non correrebbero nessun rischio in caso di rimpatrio.
Qualsiasi sarà, la decisione aprirà una nuova fase nella gestione dei flussi migratori in Italia. Almeno fino alla prossima pronuncia della Corte di giustizia Ue.
I 49 migranti attualmente sono stati trasferiti nell’hotspot di Shengjin e dopo i controlli saranno portati nell’altro centro italiano di Gjader dove attenderanno l’esito delle proprie richieste d’asilo.
“Fratelli d’Italia mantiene il proprio impegno con gli italiani nonostante una certa #magistratura che sarebbe favorevole all’immigrazione incontrollata”.
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Ha dichiarato #Montaruli sul trasferimento dei migranti in #Albania. #immigrazione #GovernoMeloni pic.twitter.com/IPzgCC6B5W
Ha dichiarato la deputata meloniana, Augusta Montaruli.
Ha detto invece la deputata di Fratelli d'Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Durissime critiche arrivano dalle opposizioni di centrosinistra e dalle associazioni umanitarie.
Il Tavolo asilo e immigrazione, composto dalle principali associazioni e organizzazioni impegnati nella promozione e difesa dei diritti delle persone migranti, è nuovamente in Albania per monitorare le procedure del nuovo trasferimento che definiscono "un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia.”
Il Tai annuncia “ogni sforzo necessario per fare in modo che non vengano più trasferite persone in Albania e che i centri di trattenimento vengano definitivamente chiusi".
Il segretario di +Europa Riccardo Magi accusa Giorgia Meloni di cercare lo scontro con la magistratura.
Ha detto Magi ai cronisti a Montecitorio.
Il segretario di +Europa #Magi accusa #Meloni di cercare lo scontro con la #magistratura.
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“Il Governo cerca lo scontro con la magistratura per coprire il fatto che l’operazione Albania è fallita". #OperazioneAlbania #immigrazione pic.twitter.com/A4ulgu4tyS