Centomila persone omosessuali vittime di delazione. Oltre diecimila deportati nei campi di concentramento marchiati con il triangolo rosa simbolo di infamia negli anni del Reich.
Nel giorno in cui il mondo intero si ferma a ricordare la Shoah, lo sterminio programmato del popolo ebraico, in pochi ricordano che la lucida follia del regime nazista, con la complicità di quello fascista, coinvolse anche migliaia di uomini e donne omosessuali perseguitati, vilipesi e spediti nei campi di sterminio insieme a disabili e esponenti della comunità rom.
Un disegno preciso volto a ‘debellare’ la diversità e che viene ricordato ogni anno nella Giornata della Memoria con la riapertura dei cancelli del lager di Auschwitz di cui quest’anno ricorrono gli 80 anni dalla liberazione da parte dell’esercito sovietico.
L’anniversario della liberazione del campo di concentramento polacco cade quest’anno in clima di crescente preoccupazione per l’aumento degli episodi di antisemitismo a seguito dello scoppio della Guerra a Gaza. Ma a preoccupare è anche la recrudescenza di episodi di intolleranza e violenza verso i membri della comunità Lgbtqia+, aumentati in maniera preoccupante negli ultimi mesi, come sottolineato dal presidente dell’Arcigay Napoli Antonello Sannino, vittima nelle scorse settimane di minacce legate al suo impegno politico e sociale.
“L’odio nei confronti della diversità ha raggiunto livelli preoccupanti. Viviamo in una bolla che è la realtà distorta dai social che tende a polarizzare lo scontro e l’odio. Non si riesce a capire la complessità del mondo che ci circonda e che genera enormi preoccupazioni che poi nella vita reale si trasforma in violenza. Si sta sdoganando l’odio che serve a ottenere like sui social”.
Un olocausto dimenticato è quello delle persone omosessuali, con cui la storia e le coscienze sono riuscite a fare i conti con colpevole ritardo, solo alla fine degli anni ’70, tanto che non si conosce con precisione neanche la reale entità della persecuzione. Non esistono dati ufficiali sugli internati con il “triangolo rosa” nei campi di concentramento nazisti come ha spiega a Tag24.it Antonello Sannino.
“Si è iniziato a parlare di omocausto, ovvero di persecuzione degli omosessuali sotto il regime nazi-fascista, solo a fine anni 70, inizio anni 80. Siamo arrivati tardi a raccontare quella persecuzione e i numeri sono variabili. Le lesbiche non furono neanche deportate come omosessuali, ma come disagiate sociali. E’ una storia di violenza, degli ultimi tra gli ultimi. Gli omosessuali furono perseguitati dopo l’apertura dei cancelli di Auschwitz e continuano purtroppo per essere perseguitati ancora oggi.”
Secondo le stime degli storici, durante gli anni del Terzo Reich morirono tra i 3.000 e i 10.000 omosessuali e circa 57.000 persone furono imprigionate con l’accusa di "omosessualità". Tra i 6.000 e i 10.000 gli uomini e le donne internate nei campi di concentramento, costretti a indossare uniformi con un distintivo rosa (per i gay) e nero (per le lesbiche) che indicava il loro orientamento sessuale.
“Gli omosessuali furono deportati con il famoso triangolo rosa, un po' a sberleffo e purtroppo questo ruolo di genere è arrivato fino ai giorni nostri. Basti pensare al ‘ragazzo dai pantoloni rosa’ quello stesso rosa che è diventato l’arma con cui hanno colpito quel ragazzo che purtroppo si tolse la vita. La storia ritorna su se stessa in maniera drammatica.”
Denuncia il presidente dell’Arcigay di Napoli.
Una deportazione che si fa fatica a ricordare, che non viene citata nelle dichiarazioni di politici e massime cariche dello Stato che oggi sono intervenute, oggi nella Giornata della Memoria 2025, per condannare i fatti di ieri e la preoccupante recrudescenza del fenomeno dell’antisemitismo che caratterizza il presente.
Oggi è il #GiornodellaMemoria istituito, con la legge 211 del 20 luglio 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
— Ministero dell’Istruzione e del Merito (@MIsocialTW) January 27, 2025
Qui l’album▶️ https://t.co/YqxiIFFzzI
Nel video il #ViaggiodellaMemoria pic.twitter.com/TyZp1newsV
Oggi come ieri la comunità Lgbtq+ condivide lo stesso destino di odio e discriminazione della comunità ebraica.
Negli ultimi mesi le aggressioni fisiche e verbali, gli episodi di odio sui social nei confronti di persone omosessuali e queer stanno facendo registrare un preoccupante incremento. A preoccupare è anche la veemenza degli attacchi social e la constatazione dello sdoganamento di alcuni comportamenti ed espressioni fino a pochi anni fa considerati inaccettabili.
“Oggi c’è un clima più che preoccupante perché da una parte si alimenta l’antisemitismo, purtroppo in maniera colpevole da parte di chi si dichiara antifascista e anti-razzista. Per non parlare di tutto il resto, le persone Lgbtqi+ sono oggetto costante di discriminazione. In Europa avanzano i movimenti di estrema destra, razzisti, antisemiti e omofobi.”
Denuncia ancora Antonello Sannino che spiega come oggi questi atteggiamenti siano tollerati e gli odiatori non abbiano più alcun timore, forti della crociata contro la cosiddetta ‘cultura woke’ di personaggi influenti come Donald Trump e Elon Musk.
“Le dichiarazioni di Trump e Musk sono molto preoccupanti ai giorni nostri sono la prova del fatto che attaccare il diverso serve per controllare l’uguale, per controllare le masse. Le persone Lgbtqi+ oggi rischiano esattamente come rischiavano nel secolo scorso”.
L’aumento dell’odio e della violenza è fotografato dal rapporto dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali che ha evidenziato come nel 2023 più della metà delle persone Lgbtqia+ in Europa è stata vittima di molestie dettate dall’odio, mentre nel 2019 erano una su tre.
In Italia nel 2024 la Gay help Line ha raccolto 3600 denunce di aggressioni omofobe. Nel 2024 l’Italia si attestata al 36esimo posto nella classifica europea dei paesi più sicuri per le minoranze Lgbtqia+.
“L’olocausto era legale, la legge consentiva di perseguitare anche gli omosessuali, ed era in nome della scienza, c’era un manifesto della razza firmato da una serie di scienziati che ne avallavano le tesi. Occorre non dimenticarlo mai”.
Ricorda in conclusione Sannino.