Sotto l’amministrazione di Donald Trump, gli Stati Uniti rinunciano alla lotta contro il cambiamento climatico. Poche ore dopo il giuramento, il nuovo presidente ha firmato una serie di ordini esecutivi, uno dei quali riguardava le politiche climatiche.
Durante il suo primo mandato, Trump aveva già firmato un ordine per ritirare il paese dall'Accordo di Parigi sul clima. A distanza di anni, il presidente ha annunciato un grande passo: fermare il Green New Deal per favorire la produzione di petrolio e gas. I politici e i gruppi ambientalisti mettono in guardia sulle possibili conseguenze di questa decisione.
"Drill, baby, drill", con queste parole, durante il suo discorso di insediamento, Donald Trump ha esaltato il potenziale dell'"oro liquido" americano. Il presidente degli Stati Uniti ha promesso un cambio di rotta radicale rispetto alle politiche del suo predecessore, puntando sui combustibili fossili e abbandonando gli sforzi per promuovere le energie rinnovabili.
Durante la campagna elettorale, Trump aveva già dichiarato l'intenzione di eliminare il Green New Deal e aumentare la produzione di petrolio e gas. Nel discorso di insediamento ha ribadito con fermezza il suo impegno a smantellare il Green New Deal, un quadro che prevede iniziative politiche su vasta scala: dalla creazione di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili ai progetti per l'energia pulita, tutti destinati ora ad essere abbandonati nei prossimi quattro anni. Questo cambiamento ridefinirà il panorama energetico americano e avrà ripercussioni sugli obiettivi climatici globali.
Trump ha inoltre firmato un ordine esecutivo per il ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi sul clima. A suo dire, l'accordo penalizza ingiustamente gli Usa, costretti a ridurre le emissioni mentre la Cina, il più grande inquinatore mondiale, ne trae vantaggio. Sebbene il Paese asiatico sia il maggior responsabile delle emissioni, è anche leader negli investimenti per le energie rinnovabili.
Donald Trump signed the first round of executive orders, including a hiring freeze on federal workers and withdrawal from the Paris climate treaty. pic.twitter.com/DVdlP5hoaX
— The Associated Press (@AP) January 21, 2025
Trump ha anche criticato l’"estremismo climatico", sostenendo che contribuisce all'inflazione. Questa opinione è diametralmente opposta a quella del presidente Joe Biden che considera il cambiamento climatico una minaccia fondamentale per l’umanità.
Trump collega l'inflazione negli Stati Uniti ad una spesa eccessiva e all’aumento dei prezzi dell’energia, sostenendo che il ritorno ai combustibili fossili rappresenti la chiave per la ripresa economica. A suo dire, il paese, sfruttando appieno le proprie risorse di gas e petrolio, potrebbe non solo abbassare i costi energetici ma anche esercitare un dominio strategico su alleati e rivali.
L’amministrazione Biden aveva adottato misure per ridurre l’inquinamento legato ai combustibili fossili, senza però mirare ad un’eliminazione immediata. Ad esempio, secondo le normative dell’EPA, entro il 2032 almeno due terzi delle nuove automobili vendute negli Stati Uniti dovranno essere completamente elettriche.
Come una delle sue prime azioni, Trump ha dichiarato un’emergenza energetica nazionale, già annunciata durante il discorso di insediamento. Il ricorso al National Emergencies Act dovrebbe agevolare e incrementare la produzione di energia fossile. Tuttavia, per molti osservatori, questo provvedimento ha un significato prevalentemente simbolico, facendo leva sul patriottismo e sulla sovranità energetica. Per altri, invece, rappresenta una strategia concreta per ridurre i prezzi del carburante.
???? President Trump signs a declaration of a National Energy Emergency pic.twitter.com/pn4Eg5ut7o
— Trump War Room (@TrumpWarRoom) January 21, 2025
Tra le prime misure, Trump ha ordinato la sospensione delle concessioni governative per la locazione di parchi eolici in acque federali. Ha aperto invece vasti tratti di terreni pubblici e aree marine alle attività minerarie e alle trivellazioni petrolifere. Ha annunciato, inoltre, l’intenzione di abrogare presto le normative volte ad incentivare la diffusione dei veicoli elettrici.
La svolta politica della nuova amministrazione segna il ritiro degli Stati Uniti dalla lotta contro il cambiamento climatico, proprio mentre il mondo ha appena registrato l’anno più caldo della storia.
La crisi climatica resta una sfida globale. Mentre molti governi adottano normative per promuovere l'energia pulita e contenere le emissioni, gli scienziati hanno lanciato ripetuti allarmi nel 2024, avvertendo che il tempo per mantenere il riscaldamento globale sotto controllo si sta rapidamente esaurendo.
Gli Stati Uniti, come altri paesi, hanno già sperimentato le conseguenze tangibili del cambiamento climatico, tra cui tempeste più violente, siccità prolungate e ondate di calore sempre più frequenti. Tuttavia, l'obiettivo fissato dall'amministrazione Biden di ridurre le emissioni di gas serra di oltre il 60 per cento rispetto ai livelli di picco entro il 2035 appare ora destinato a essere abbandonato.
Abbandonare tali impegni potrebbe avere conseguenze significative. Si prevede non solo la revoca di varie normative ambientali, ma anche un impatto negativo sullo sviluppo delle risorse energetiche nazionali.
La fine del Green New Deal rischia inoltre di rallentare ulteriormente la già fragile diminuzione delle emissioni, compromettendo gli sforzi internazionali per contenere il riscaldamento globale.