20 Jan, 2025 - 16:29

Trump né con né senza TikTok: dal sostegno al divieto al ruolo di salvatore

Trump né con né senza TikTok: dal sostegno al divieto al ruolo di salvatore

Solo poche ore dopo la chiusura di TikTok negli Stati Uniti, i servizi della piattaforma sono tornati nuovamente disponibili per molti utenti grazie ad un'azione diretta di Donald Trump. Il presidente eletto ha annunciato su Truth Social che firmerà un ordine esecutivo il 20 gennaio, giorno del suo insediamento, per ritardare l'applicazione del divieto imposto dalla legge federale.

L'atteggiamento di Trump verso TikTok, però, non è sempre stato favorevole. Durante il suo primo mandato, era stato uno dei principali promotori del divieto della piattaforma.

Il divieto di TikTok e le posizioni di Donald Trump

“Grazie agli sforzi del Presidente Trump, TikTok è tornato negli Stati Uniti!” Questo messaggio è apparso il 20 gennaio sugli schermi degli utenti statunitensi della popolare piattaforma, poche ore dopo l’entrata in vigore del divieto previsto da una legge approvata lo scorso anno.

La legge, firmata dall’ex presidente Joe Biden nell’aprile 2024 dopo l’approvazione da parte di Camera e Senato, imponeva alla società madre cinese ByteDance di vendere TikTok entro nove mesi, fissando il termine per il 19 gennaio 2025. In caso di mancata vendita, la norma prevede la limitazione della piattaforma negli app store statunitensi.

I legislatori hanno giustificato la norma citando timori legati alla sicurezza nazionale e alla privacy, in particolare riguardo ad attività potenzialmente pericolose, come lo spionaggio e la manipolazione dell’opinione pubblica.

TikTok ha respinto le accuse, affermando di aver investito miliardi di dollari per proteggere i dati degli utenti statunitensi e garantire trasparenza. La società ha anche avviato un’azione legale contro il governo federale, sostenendo che il divieto violava i diritti costituzionali sanciti dal Primo Emendamento. Sebbene il provvedimento abbia ricevuto un ampio sostegno bipartisan, non sono mancate critiche da parte di alcuni legislatori, preoccupati per l’impatto sulla libertà di espressione.

Dal sostegno al divieto a chiedere il salvataggio

Alcuni politici, incluso Donald Trump, hanno cambiato radicalmente idea sul futuro di TikTok. Durante il suo primo mandato, l’ex presidente aveva tentato di vietare l’app con un ordine esecutivo firmato nel 2020. Quel provvedimento imponeva un periodo di soli 45 giorni per la vendita di TikTok ad un acquirente con sede negli Stati Uniti, come Microsoft, oppure l’immediato divieto della piattaforma.

La motivazione ufficiale risiedeva nelle preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Secondo il testo dell’ordine, TikTok raccoglieva dati che potevano “consentire al Partito Comunista Cinese di accedere alle informazioni personali e proprietarie degli americani, monitorare la posizione di dipendenti e appaltatori federali, creare dossier per ricatti e condurre attività di spionaggio industriale”. Tuttavia, il tentativo di Trump è stato bloccato dai tribunali.

Oggi, la posizione dell’ex presidente risulta meno sorprendente, considerando la sua crescente popolarità su TikTok. Trump vanta infatti 15 milioni di follower sulla piattaforma e ha utilizzato TikTok come strumento centrale nella sua campagna per le elezioni del 2024. I suoi sforzi mirati a conquistare gli elettori più giovani hanno portato un incremento di 7 punti percentuali nei consensi tra la fascia d’età 18-29 anni rispetto al 2020. Quattro anni dopo, questa categoria rappresenta il 43 per cento del suo elettorato.

Il 27 dicembre, dopo la vittoria elettorale, Trump ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere l’imminente divieto di TikTok. La piattaforma è tornata parzialmente accessibile il 19 gennaio, dopo che Trump ha annunciato che avrebbe emesso un ordine esecutivo non appena si sarebbe insediato. Lo stesso giorno, il tycoon ha tenuto la sua festa inaugurale, sponsorizzata proprio da TikTok e animata da influencer conservatori. Durante l’evento, Trump ha dichiarato: “Francamente, non abbiamo scelta, dobbiamo salvarlo - un sacco di posti di lavoro”. Un cambio di rotta emblematico che riflette il suo crescente interesse a sfruttare la piattaforma come strumento politico e di comunicazione diretta con gli elettori.

Il piano di salvataggio di Trump per TikTok

Trump ha annunciato su Truth Social l’intenzione di firmare un ordine esecutivo per estendere il periodo prima che TikTok fosse nuovamente bloccato negli Stati Uniti. Nel suo messaggio, ha dichiarato di voler garantire al Paese una “quota di proprietà del 50 per cento in una joint venture” tra gli attuali proprietari della piattaforma e/o nuovi potenziali investitori. Tuttavia, Trump non ha specificato se questa quota del 50 per cento sarebbe controllata direttamente dal governo statunitense o da una società americana.

virgolette
Vorrei che gli Stati Uniti avessero una quota di proprietà del 50% in una joint venture. In questo modo, salviamo TikTok, la teniamo in buone mani e le permettiamo di affermarsi. Senza l'approvazione degli Stati Uniti, non esiste Tik Tok. Con la nostra approvazione, vale centinaia di miliardi di dollari, forse trilioni.
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Nazlican Cebeci
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