Tra l’incudine ed il martello. È in quello spazio angusto e proverbialmente scomodo che si trova il primo ministro italiano Enrico Letta, lacerato tra il senso di appartenenza (al Pd) e il senso di responsabilità (per l’Italia), diviso tra quello che vorrebbe dire e quello che è giusto affermare, soprattutto riguardo l’imminente sentenza del processo Mediaset. “Se condannato deve andare in carcere”, così il nipote d’arte si era espresso circa la situazione di Silvio Berlusconi, alleato mal digerito in nome del bene comune, per poi ritrattare: “Mai dette certe cose”. Letta pensava di trovare un po’ più di quiete, almeno sulla vicenda in senso stretto, volando in Grecia e invece, durante un seminario  ad Atene sull’Europa, ecco tornare la domanda su Berlusconi, la Cassazione e Mediaset: ”Non ho paura. L’Italia e’ più stabile di quanto ci si aspetti”. Cosi’ il premier Letta ha cercato di cavarsi d’impaccio ma, come ormai sa bene, ogni volta che parla scontenta sempre qualcuno.