Dario Fo è stato tante cose: il miglior drammaturgo di tutti, attore sublime, artista, scrittore ed a volte anche un fine comico, ma era soprattutto un grandissimo comunicatore. Il suo genio è ricordato ancora oggi da tutti gli italiani, soprattutto nella giornata odierna che coincide con la nascita del maestro il 24 marzo del 1926 a Sangiano, in provincia di Varese. Nel giorno in cui avrebbe spento novantasei candeline, ripercorriamo la lunga e travolgente carriera del più irriverente interprete del linguaggio teatrale e culturale del nostro paese.

Dario Fo, gli inizi

Dario Fo è nato il 24 marzo del 1926 a Sangiano in provincia di Varese e da giovane si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Brera, ma dopo un inizio tormentato nella facoltà di architettura, decise di abbandonare quella via. Il teatro, grande amore del maestro, arriva alla fine degli anni quaranta quando inizia a deliziare il pubblico seduto in teatro portando una ventata d’aria fresca, stravolgendo tutti gli schemi con la sua satira. Il teatro porta fortuna a Dario Fo, che dopo essersi fatto le ossa ed un nome viene assunto in Rai, lavorando per la Radio. Era il 1952 ed il maestro Dario Fo iniziò a scrivere e recitare dei monologhi teatrali per la trasmissione radiofonica “Poer Nano”, dopo una stagione di grande successo, nel 1953 e nel 1954 prende parte a due grandi spettacoli legati alla satira italiana: “il dito nell’occhio” e “Sani da legare”, un testo forte, che entrò nell’occhio del ciclone e fu successivamente censurato. Gli anni 60, 70 e 80 proiettano il maestro Dario Fo nell’élite delle menti italiane, colleziona successi a ripetizione ed è il suo linguaggio ad essere rivoluzionario e geniale, una comunicazione fatta di richiami al medioevo, ed espressioni con neologismi di sua invenzione che o portarono al suo più grande successo “Mistero Buffo”. Dopo il teatro arriva il cinem , sempre con il suo linguaggio “Grammelot”, espressione arcaica ricca di gesti e parole.

Gli anni 90 ed il Premio Nobel

L’ultima mente italiana a ricevere il prestigioso Premio Nobel fu Eugenio Montale nel 1975, ancora prima di lui, Luigi Pirandello nel 1934. La carriera del maestro Dario Fo viene arricchita dal Premio Nobel per la letteratura che l’artista varesino vinse nel 1997 con la motivazione: “seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Quel giorno, il 9 ottobre del 1997, Dario Fo venne a conoscenza di aver vinto il Premio Nobel in una maniera abbastanza singolare: il maestro era impegnato nella registrazione di una puntata della trasmissione televisiva “Milano-Roma”, nell’automobile che viaggiava sull’autostrada A1 insieme a lui c’era Ambra Angiolini. Ad un certo punto, durante la registrazione, una vettura che viaggiava nello stesso tratto si affiancò a loro e mostrò un cartello con la scritta: “Hai vinto il Nobel”.